Non importa se Totti ha tirato la maglia per primo a Liechsteiner né se il fallo di Pjanic era dentro o fuori. E neanche se Maicon ha alzato il gomito per proteggersi e – ammesso che il gesto fosse volontario – se fosse stato dentro o fuori dall’area. La frittata, Rocchi, non l’ha fatta giudicando questi casi, ma correggendosi in occasione del primo penalty juventino. Ha perso credibilità. Prima fischia sicuro un calcio di punizione dal limite, quindi (attorniato da uno sbraitante Pirlo e da altri bianconeri), cambia idea e dà il rigore. (…) Un gran peccato che la sua partita sia finita al 28’ del primo tempo.
Se lo vogliono così, il loro giuoco: un solo uomo al comando, senza ausili tecnologici da tempo in vigore in tutti gli sport veri (là siamo oltre, al “challenge” legittimo di decisioni arbitrali); al più un paio di suggeritori occulti in auricolare. E poi tutti giù a stracciarsi le vesti: quelli che “arbitro venduto” (è solo un inadeguato, vittima dell’ambiente) e quelli alla De’Magistris che le decisioni sono insindacabili e corrette, ma solo quando colpiscono gli altri.
Ai romanisti che già preparano la partita di ritorno “serena”: che abbiano intuito come si fa “pressione ambientale” efficace nel nuovo millennio, senza bisogno di fumogeni coltelli e pistole? Macchejestoaddì, al bestiame …
(via abr)