Ti dimentichi delle ricompense, della fatica, di te stesso che stai facendo l’atto meccanico del prendere una pagina tra indice e pollice e voltarla, e finisci tutto fuso con Dylan e Mingus, groviglio di scrittura e di sogno, finché non chiudi, anche gli occhi, e per il tempo che basta hai la sensazione che il mondo non sarà più come l’avevi conosciuto e che di tutto il resto non te ne frega veramente un cazzo.
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