quarch atelier e la civetta custode dei sogni
Professionalità diverse che come particelle entrano in contatto tra loro dando vita a idee nuove, progetti, stati d’animo. Due architetti, Marina del Monaco e Simone Fumagalli, due diverse inclinazioni: lei specializzata in interior e styling, lui in light design e marketing, assieme al loro terzo socio Michael Bader, creano quarch, studio di progettazione, comunicazione e architettura d'interni. Su Lovli presentano C’est chouette!, la lampada decorativa in ceramica che ha come protagonista la civetta custode dei sogni.
Questa è la chiacchierata che abbiamo fatto assieme a loro qualche giorno fa:
Come vi siete conosciuti e com’è nato il vostro progetto?
Marina: Ci siamo conosciuti tanti anni fa quando lavoravamo nello studio dell’architetto Matteo Thun. Abbiamo fatto parte dello stesso team di progetto per 4 anni. Terminata quell’esperienza ci siamo ritrovati e abbiamo deciso di fondare quarch, il nostro studio di architettura e interior, grafica e comunicazione.
Da dove viene il vostro nome?
M: Nasce da una metafora chimica per denunciare il fatto che siamo un’entità aperta. A seconda delle figure con cui ci interfacciamo, a seconda delle loro esperienze e capacità, il progetto cambia sensibilmente, esattamente come i diversi elementi chimici, a seconda delle quantità e di come si combinano tra loro, generano elementi profondamente diversi.
Simone: Questo spazio nasce un po’ sulla falsariga del co-working, cerchiamo figure professionali compatibili con la nostra attività per fare rete e creare nuove collaborazioni. È uno spazio che funziona anche come una sorta di residenza temporanea per alcuni architetti e designer di altri Paesi.
Cosa vi interessa di più del contatto con l’estero?
S: Le visioni, le mentalità diverse, i semplici punti di vista… Ad esempio nel mondo anglosassone e nel mondo francofono si è più attenti all’interfaccia grafica, mentre noi curiamo di più l’idea creativa. Se si collabora il risultato è sicuramente qualcosa di più completo e accattivante.
M: All’estero si permettono di essere un po’ più sperimentali di noi, forse per formazione. Noi italiani abbiamo tanto da dire, ma abbiamo il freno a mano un po’ più tirato e meno coraggio di rischiare.
S: È un problema culturale che come sistema Paese è radicato da tanti anni. Un tempo c’era un mondo industriale più ricettivo… La forza del singolo non esiste più, bisogna fare rete. E questo è il momento giusto per farlo.
Com’è nata la lampada C’est chouette!?
M: L’idea nasce nel 2009, era già esplosa questa crisi e tutte le mattine i telegiornali, come ancora oggi accade, ci vomitavano addosso delle notizie drammatiche paralizzanti. Noi avevamo aperto lo studio da poco e tutti i giorni commentavamo questo clima catastrofista che si respirava, fin quando un giorno abbiamo immaginato un atto di ribellione: perchè non disegnare un oggetto che una volta acceso sapesse trasmetterci una sensazione diversa, di profonda serenità, come se fosse un’apertura su un mondo magico, che ci aiuti a trovare rifugio in un’intimità tranquillizzante. La civetta è un animale magico, che vede nella notte, è il custode dei sogni, è un animale che porta fortuna.
Ci raccontate qualcosa sui materiali e sulla fase di produzione?
S: Abbiamo fatto un profondo studio sulle fonti luminose, cercando di restituire la magia dell’oggetto. C’est chouette! è un oggetto di cui ti innamori, trasmette uno stato di benessere e calma, perciò anche l’effetto luminoso doveva riprendere questa trama. Volevamo lampadine a risparmio energetico, per cercare di rientrare il più possibile nel concetto di sostenibilità e lavorare con una sorgente luminosa con una temperatura colore fredda…
M: L’effetto però non è freddo! Il bianco è quasi assoluto, come se fosse una porta aperta su un mondo “altro”. Abbiamo scelto la porcellana per la sua matericità e ci siamo affidati a un laboratorio di artigiani di Faenza bravissimi, che si chiama Manifatture Sottosasso.
Com’è stata l’esperienza a stretto contatto con il mondo artigiano?
S: Gli artigiani sono stati eccezionali e molto pazienti, noi non eravamo degli esperti di ceramica per cui c’è stato un dialogo continuo con loro. Hanno trovato il modo di realizzare le lampade al meglio, attraverso una lavorazione attenta, escogitando sistemi di asciugatura “alternativi” che portassero al risultato che noi volevamo. Ovviamente per ottenere un certo livello di qualità sono necessari tempi lunghi, ma a noi in questo momento non interessano le produzioni industriali. L’artigianalità di questo oggetto sta anche nel fatto che ogni pezzo è unico, ognuno ha la sua personalità.
Che cos’è il design?
M: L’analisi del comportamento, sia emotivo che fisico: come interpretarlo, come migliorarlo e come suggerire delle alternative al comportamento stesso.
S: Il design è comportamento perché è una risposta a determinate esigenze. Sostituire la tv con un oggetto che ti trasmette una sensazione di tranquillità è una risposta, cioè una modifica attitudinale comportamentale.
Qual è l’oggetto di design perfetto?
S: In meccanica, il martelletto che serve per estrarre il petrolio: anche se la sua iconografia non è conosciuta alle masse, è perfetto nella sua funzione.
M: Gli oggetti che mi piacciono sono quelli che mi fanno star bene, sono oggetti che mi accolgono e mi regalano momenti particolari…
Cosa in natura possiede il miglior design?
M: La luna. È bellissima, è una lampada che vive di luce riflessa, è sempre diversa quando la guardo.
Lovli è il talent store per chi è cresciuto a “pasta&design”. Quali sono il vostro piatto e il vostro designer preferiti?
M: Il mio piatto sono i ravioli di zucca alla mantovana.
S: A me piace tutto! Ma scelgo il Montebianco. Come designer preferito siamo sicuramente d’accordo su Nendo, perché ha una poesia estrema, è il designer dell’haiku, come lui stesso si definisce.
Un libro, un film e un brano musicale che tutti dovrebbero conoscere?
S: Libro: “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo
Film: “Harold e Maude” di Hal Ashby
Brano: tutta la discografia dei “Kronos Quartet”, uno studio musicale molto bello
M: Film: “Appuntamento a Belleville” e “L’illusionista” di Sylvain Chomet
Libro: “Agatha” di Marguerite Duras
Brano: tutta la colonna sonora “Into the wild” di Eddi Wedder. Un film che racconta un contatto con la natura fortissimo e affronta dei temi molto belli. La voce di Eddi Wedder mi trasmette rilassatezza e calma.
Non avete voglia anche voi di una civetta che faccia da custode alle vostre notti? Oggi su Lovli potete trovare la lampada C’est Chouette! in 6 varianti diverse: Natural bisquit, Green lavender, Sage green, White frost, Earth grey e Glossy sage.
Buoni sogni a tutti