Brionvega: sulla frequenza del mito
Brionvega rappresenta oggi lo spirito di quell’Italia del dopoguerra tanto creativa quanto vivace. I suoi oggetti hanno fatto la storia del Made in Italy, espressione felice di un connubio tra l’innovazione tecnologica e il design curato. Ancora oggi l’azienda porta avanti quegli stessi valori continuando a produrre oggetti che vivono fuori dal proprio tempo, ma che continuano ad esprimerne il fascino e il gusto.
Tempo fa abbiamo incontrato l’AD Marino Poddighe con cui abbiamo ripercorso la storia dell’azienda. Questa è la chiacchierata che abbiamo fatto con lui:
Ci racconta la storia di Brionvega?
E’ all'inizio la storia di un ragazzo, Bepi (Giuseppe Brion, ndr) che dal Veneto si trasferisce in Lombardia dove lavora per un'azienda americana, l'Audiola. Incontra una ragazza, la sposa e insieme cominciano a coltivare un progetto. L'idea è che per competere con americani e tedeschi gli Italiani devono fare appello all'eccezionale tradizione culturale del nostro paese e puntare soprattutto sul colore e sul design. Supportato da progettisti di grande talento (tra cui Franco Albini e Rodolfo Bonetto, ndr) l’azienda inizia a produrre televisori realizzati con materiali innovativi e “diversi” che segnano una rottura rispetto a tutto quello che era presente sul mercato. Dovete pensare che i televisori, all'epoca, erano considerati alla stregua di moderni altari domestici, al punto di essere persino posizionati in alto sulle pareti. Brionvega con un approccio irriverente ha, invece, contribuito a spezzare questa mitologia e a crearne una nuova. A partire dagli anni Sessanta cominciano le grandi collaborazioni con i più grandi nomi del design italiano, tra cui quelle indimenticabili con Marco Zanuso (televisore Algol, la Radio Cubo, la Fonovaligia, il Doney 14’’ premiato con il Compasso d’oro nel 1963, ndr) e PierGiacomo e Achille Castiglioni (padri del famosissimo Radiofonografo). Poi, dopo che Bepi viene a mancare, anche a causa della forte concorrenza con i marchi esteri, l'azienda conosce degli anni difficili fino all'attuale rilancio a cui stiamo lavorando con belle soddisfazioni.
Oggi, infatti, dietro Brionvega c'è l'importante realtà commerciale di SIM2. Di cosa si occupa l'azienda?
SIM2 è uno dei leader mondiali nella produzione e distribuzione di sistemi video di alta qualità, prodotti di altissima gamma per un pubblico selezionato: Home Theatre, videowall e proiettori che riscuotono grande successo sia in Italia che, soprattutto, all'estero.
Qual è oggi il vostro approccio nei confronti di un marchio con alle spalle una storia importante come Brionvega?
Vogliamo evitare una sorta di “operazione nostalgia” che ci orienterebbe a produrre oggetti vecchi nella forma e nei contenuti. Io personalmente detesto la parola vintage: quello che ci proponiamo di fare è riproporre i valori e la vitalità della Brionvega del passato, non scimmiottarla. Anche per questo motivo investiamo molto in innovazione e cerchiamo di confrontarci con i giovani talenti.
A proposito di questo: cosa rendeva Brionvega diversa e cosa ha determinato il suo successo?
Quello che ha determinato il successo di Brionvega è stata una committenza illuminata, la disponibilità, cioè, di lasciare liberi i designer di spaziare con la loro creatività, dare il proprio personale contributo per creare oggetti anche molto diversi tra loro. I prodotti di Brionvega sono oggetti magici che si aprono per rivelare la loro funzione, l’idea che sta alla base è che da spenti devono avere una funzione diversa rispetto a quando sono accesi. Un altro fattore di successo è l’importanza dell’elemento colore nei prodotti assieme alla funzionalità e alla praticità.
Ci racconta qualcosa su di lei? Come si intreccia la sua storia personale con quella di Brionvega?
Sono nato e cresciuto in Sardegna, poi per motivi professionali mi sono trasferito a Pordenone, dove vivo tuttora. Una città tranquilla ma piena di risorse e con una scena culturale molto viva e interessante, pensate al festival mondiale di cinema muto, il fermento musicale, un’economia che resite alla crisi e il buon vino. Stare qua mi piace, anche se sono stato programmato per vivere a 5 gradi in più!
Chiudiamo l'intervista con la domanda che facciamo sempre ai nostri designer. Lovli è il sito di e-commerce per chi è cresciuto a “pasta&design”: quali sono il suo designer e il suo piatto preferito?
I miei designer preferiti sono i fratelli Castiglioni. Un posto incredibile che dovete assolutamente visitare è il Museo Studio Castiglioni a Milano, in piazza Castello. Il mio piatto preferito, invece, è la classicissima pasta.
Brionvega torna su Lovli con un'offerta imperdibile per tutti gli appassionati del grande design: la radiocubo Zanuso e gli altri indimenticabili prodotti di questa mitica casa italiana per pochi giorni a prezzi scontatissimi nel nostro talent store preferito.
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