La New York graffiata dei quadri di Dario Moschetta

Artista sperimentatore e viscerale, Dario Moschetta nei suoi quadri miscela fotografia, arti plastiche e pittura, manipola e graffia la tela con spatole e scalpelli per ottenere un effetto ruvido e irregolare al tatto. Le città sono le protagoniste dei suoi acrilici su carta incollati su tela, prospettive inconsuete, angoli di metropoli dal fascino vissuto.
Raccontaci un po’ di te…
Sono geometra e nella vita faccio il rappresentante e l’artista. Fin da piccolo sono sempre stato appassionato d’arte e disegno, poi a causa di impegni lavorativi per due o tre anni ho smesso di dedicarmici. Fortunatamente – o sfortunatamente – a un certo punto mi sono trovato senza lavoro ma con tanta voglia di tornare al disegno, ho iniziato a studiare e sperimentare nuove tecniche, come quella che tuttora utilizzo, a ritrarre soggetti nuovi, come le città, creando i quadri che poi sono confluiti nella collezione Cityscapes. Grazie alla vittoria a un concorso di pittura negli anni ‘90 e al riconoscimento da parte del pubblico ho maturato quella sicurezza che poi mi ha portato a organizzare mostre e vendere i miei quadri.
Ci descrivi la tecnica che hai utilizzato per dipingere i quadri sulle città che presenti su Lovli?
La tecnica che uso (acrilico su carta su tela) è particolare e l'ho studiata apposta per avere un effetto che ricorda quello dei manifesti dei cinema strappati che si vedono per strada, una sorta di décollage alla Mimmo Rotella (artista e pittore italiano che per primo sperimentò questa tecnica, ndr) ma con effetto più da graffito.
Incollo strati di carta stampati uno sull'altro per avere una base fotografica di partenza e poi strappo e sfregio la superfice con scalpelli e spatole e successivamente passo al disegno e al colore. Infine incollo tutto su tela grezza per poi tenderla su un telaio in legno. È un lavoro laborioso, ma che da un senso vintage, caldo, che ben si adatta a un ambiente moderno.
Qual è il tuo quadro a cui sei più legato?
New York 9 mi piace molto, soprattutto per la prospettiva originale. Mi sono concentrato ultimamente su New York perché penso sia un posto straordinario, pieno di vita, una metropoli affollata, quasi un organismo vivente autonomo, … mi affascina parecchio. Per il taglio delle “inquadrature” ho pensato alle sequenze aeree brevi presenti nei film di Christopher Nolan: città non ben definite prese dall'alto associate a un movimento lento. Voglio dare l’idea di una città con un senso di mistero, di inesplorato, anche se poi le città che ritraggo sono densamente abitate.
Come ti vedi fra tre anni?
Mi piacerebbe continuare a esplorare le tecniche che ho messo a punto in questi due anni, dipingere quadri di grandi dimensioni e dedicarmi totalmente a questo.
Dalla tua bio abbiamo visto che sei cresciuto a “pasta&arte”. Qual è il tuo piatto preferito e artista preferito?
Il mio artista preferito è Francis Bacon, per il suo senso del drammatico, della sofferenza, di angoscia che riesce a trasmettere in uno stile molto personale. Sono stato a Vicenza a vedere una sua mostra di originali e sono rimasto molto colpito. Il mio piatto preferito, invece, è il sushi, se potessi mangerei solo quello! Oltre che il gusto, adoro l’ordine e la pulizia con cui i giapponesi lo presentano.
Un film, un libro e un brano musicale che tutti dovrebbero conoscere?
Film: 8 ½ di Fellini, almeno una volta all’anno lo devo vedere.
Libro: Di là dal fiume e tra gli alberi di Hemingway, per il senso d’angoscia che trasuda dalle pagine, e perché trasmette l’alternanza tristezza – felicità nel corso della vita.
Canzone: qualsiasi pezzo dei Nirvana, in questo periodo li sto ascoltando un sacco!
Come in una galleria d’arte da oggi su Lovli potrete ammirare i quadri della collezione Cityscape dell’artista veneto Dario Moschetta. New York e Londra con i loro simboli, dal Brooklyn Bridge a Time Square e Picadilly Circus, ritratti su tela, per un viaggio dell'anima.