Interview transcripts (3): addetti ai lavori (Luigi De Laurentiis, Luca Montanari, Bruno Zambrini)
Parlano un produttore, un montatore, un compositore
Continuing from the two previous posts (here, and here), more edited transcripts of the interviews myself and Luca Peretti have done about the cinepanettone, in this case of the editor and composer, Luca Montanari and Bruno Zambrini (above), who have worked with director Neri Parenti for many years, and with Luigi De Laurentiis (he’s one of the hunks below) of Filmauro, son of Aurelio, who has taken increasing control of the production of the film di Natale in recent years. The interview with De Laurentiis took place in a palatial room in the Filmauro HQ next to the Quirinale. We talked to Bruno Zambrini in the room where he does his composing on the piano at his home in Rome, and to Luca Montanari (a keen fly fisherman, as he told us) in a film studio, also in Rome, where he was editing a TV fiction. The interviews took place in January (Montanari and Zambrini) and April (De Larentiis) 2011. Most of the material here is from De Laurentiis because he could tell us about the organization of the year’s work on the annual film.
My questions are signaled with an ‘A’, Luca’s with an 'L’. The interviews have been transcribed by Luca Peretti and Damiano Garofalo - sincere thanks to both of them.
Family business
LUIGI DE LAURENTIIS: I budget dei nostri film di Natale sono sempre tra i 10 e gli 11 milioni di euro… è un dato comune… insomma durante le interviste le facciamo sempre… Diciamo che sul film di Natale non abbiamo mai risparmiato, perché siamo andati nei posti più lontani del mondo, quelli più lussuosi… sul cast abbiamo sempre investito fino all’ultima mano… insomma non abbiamo mai stretto le mani di fronte all’investimento per il film di Natale perché è proprio una questione di onestà verso il pubblico… Cioè noi queste fatiche lo facciamo per il piacere di regalare un sorriso, per far divertire il pubblico, che comunque è quello per cui lavoriamo tutti gli anni, è quello che ci dà la soddisfazione… Poi è ovvio, quello significa avere degli incassi che ti permettono di continuare a farne… di riuscire a continuare ad essere indipendenti, ad autofinanziarci, e quindi ovviamente il risultato è importante…
La Filmauro realizza 2-3 film l’anno, poi distribuiamo altri 3-4 film l’anno, stranieri. Quindi, insomma, da una parte produzione di film molto commerciali, perché poi il mercato italiano è molto povero, non è un mercato importante… Il periodo natalizio dura qualche settimana, il periodo estivo, se in America è lungo, in Inghilterra va forte, in Italia non esiste…
Quando uno dice “Sì, 27 milioni e mezzo di euro!” è sicuramente una cifra incredibile, però poi quando si vanno a fare i conti il 40% torna a chi l’ha prodotto e distribuito, quindi il 40% di 2.7 milioni sono 10 milioni, sono dei bei soldi… quindi già è un’operazione di successo… però la gente non sa che c’è questo gap di differenza, pensa che 27 milioni e mezzo tornano tutti quanti a noi. Magari! Saremmo miliardari.
A: Co-produzioni?
LdL: Co-produzioni ogni tanto… Natale sul Nilo con la Spagna… girammo in Spagna anche…Succede ogni tanto… raramente… anche lì sono discorsi economici, che comunque sono dei finanziamenti perché, appunto, il film si presta a girare in un luogo piuttosto che in un altro… a volte è più conveniente, quindi si trovano le sinergie adatte…
A: Almeno Merry Christmas, Natale sul Nilo, Natale in India, anche Christmas in love sono usciti pure all’estero… in Spagna…
LUIGI DE LAURENTIIS: No, guarda… non sempre… dipende dai titoli, insomma… Per esempio, come esce il film esce anche in Svizzera, perché in Svizzera c’è un grande pubblico italiano… e infatti vanno pure molto bene e poi a volte ce li chiede il Sudamerica, a volte la Russia, dipende dagli anni… ogni anno è diverso.
A: Chi chiede?
LUIGI DE LAURENTIIS: I distributori, i distributori sudamericani, russi, svizzeri, spagnoli…
A: Doppiati?
LUIGI DE LAURENTIIS: No, sempre sottotitoli…
A: Nei paesi anglofoni?
LUIGI DE LAURENTIIS: Difficile…
A: Sempre per l’aspetto della lingua?
LUIGI DE LAURENTIIS: Sì, perché il physical comedy arriva… Io mi ricordo abbiamo fatto un paio di proiezioni in America, in italiano sottotitolato in inglese… Sul physical comedy ridono… poi è ovvio.. è come i film americani troppo americani non viaggiano in Italia… tipo Friday, queste cose qua… che lì fanno una marea di soldi, o come Austin Power, che in America ha fatto 250 milioni, qua ha fatto zero. Perché chi lo conosce Mike Myers? Nessuno! Non gliene frega niente a nessuno… Lì però dicono, chi è De Sica? Sì, magari ridono quando scivola, ma poi? Non capiscono il dialetto, non capiscono le inflessioni…
A: È la Filmauro stessa ad occuparsi della distribuzione… ma che vuol dire?
LUIGI DE LAURENTIIS: C’è un ufficio commerciale qua, col nostro direttore commerciale che si occupa di tutte le uscite dei nostri film e che quindi gestisce tutti i rapporti con qualsiasi cinema… l’uomo che si occupa di contrattualizzare tutti i rapporti lavorativi tra noi e ogni singola sala o ogni singolo gruppo… perché ormai ci sono dei gruppi no? The Space, UCI, UGC ecc… Quindi lui con loro svolge un rapporto contrattuale che è quello che poi gestisce la distribuzione dei film, che è precisa per sala…
A: E la campagna pubblicitaria siete sempre voi Filmauro a farla?
LUIGI DE LAURENTIIS: Sempre tutto in-house.
Equipaggio
LUCA MONTANARI: Diciamo che Neri sono ormai… quanti anni che lavoriamo insieme? Dall’ ‘85 personalmente… Neri lavorava prima con mio padre, che la maggior parte dei film li ha fatti con mio padre… Poi la morte di mio padre mi ha…. al film successivo mi ha offerto di montarglielo… lui dopo la morte di mio padre ha fatto Tifosi, un film che non ho fatto, e ho fatto il film successivo che era Bodyguards, e praticamente da là abbiamo cominciato la collaborazione anche come montatore, perché io lavoravo prima come assistente con lui… E da ora glieli ho fatti tutti.
BRUNO ZAMBRINI: Mi offrirono un film che è stato poi la partenza, un film con Celentano che era… si chiamava Innamorato pazzo, che ha fatto un grosso incasso, anche in Germania, un grossissimo incasso, con Mario e Vittorio Cecchi-Gori produttori, la regia era di Castellano e Pipolo.
L’anno dopo c’era… era arrivato in quel periodo il nuovo successo di Paolo Villaggio, che aveva fatto quei due film dopo il periodo che non aveva fatto più niente. Fece due film che ebbero un grande successo… e mancava il musicista… e Cecchi Gori disse “Zambrini ha fatto un bellissima colonna sonora…” Perché questo? Perché da lì è partita la mia collaborazione col regista Neri Parenti. Io, insomma, li ho fatti tutti. Credo che siano trenta-quaranta, insomma… Ah lei c’ha l’elenco? È piuttosto lungo [ride]…
Neri a un certo momento ha finito di fare film con Villaggio ed è passato a fare i film di Natale con Aurelio De Laurentiis e io sono approdato nel ‘96 a fare questi film di Natale perché io facevo tutti i film di Neri… Insomma, è diventata una tale collaborazione con Neri che, se anche non ci parliamo, io so quello che vuole lui e lui sa quello che mi deve chiedere… è un lavoro dell’82, insomma… ne ho fatti tanti, in pratica li ho fatti tutti, meno uno o due per ovvie ragioni…
Il film di Natale diventa cinepanettone
LUIGI DE LAURENTIIS: Il film di Natale è una fatica molto importante… dico fatica perché è l’unico caso di commedia che ogni anno si presenta agli spettatori. I nostri competitors, se li vogliamo chiamare competitors, si presentano una volta ogni 2 anni o una volta ogni 3 a volte, si prendono delle pause… non hanno questa continuità di franchise che abbiamo costruito… quindi dovendoci presentare tutti gli anni è una responsabilità importante.
Io sono un appassionato di James Bond… Di questi 22 James Bond… ma quanti facevano schifo? Abbastanza… Poi è ovvio che ci sono quelli bellissimi: Il dottor No, Dalla Russia con amore, La spia che mi amava, ma quelli degli anni Ottanta facevano schifo o, a parte Goldeneye con Pierce Brosnan, gli altri di Pierce Brosnan una merda totale! Casino Royale… bello! L’ultimo film invece una cagata totale… è stata proprio una pugnalata al cuore perché mi è dispiaciuto. Però, poi… alla fine, da fan… comunque tanto io tornerò a vederlo lo stesso. Quindi, voglio dire… come esiste in quello è esistito anche nei nostri film di Natale… cioè ci sono stati dei periodi, i primi periodi anni Ottanta che i film erano molto genuini, divertenti, avevano la loro personalità, poi negli anni Novanta si sono evoluti verso dei concetti diversi, quindi S.P.Q.R. in costume, A spasso nel tempo attraverso le età, hanno cercato veramente di cavalcare tante cose… Paparazzi, Bodyguards… hanno cercato di toccare tanti generi… Poi si è tornati sul Natale, che è durato quest’ultima decade… dove la prima decade era più farsa… commedia che a me piace meno, a me giovane insomma… venendo dall’America volevo fare quelle commedie inglesi, americane… anche romantiche… ed ecco perché nacque Christmas in Love…
A: Io penso sempre a Love Actually, qualcosa del genere…
LUIGI DE LAURENTIIS: Esatto! io tornai dall’America nel 2004, era appena uscito Love Actually nel novembre 2003, tornai qui e dissi “Ma perché non facciamo un Love Actually con il film di Natale? Abbiamo tutti gli attori comici a disposizione, facciamo una cosa carina…”. Così nacque Christmas in Love…
Cuocesi un cinepanettone
LUIGI DE LAURENTIIS: Verso la terza settimana di gennaio, ci si riunisce nel nostro ufficio… Siamo io, mio padre, Neri Parenti e gli sceneggiatori, e si comincia a tirare le somme, cioè a calcolare quanto è andato bene l’ultimo film, dove è andato male, cosa è piaciuto meno, cosa è piaciuto di più, cosa ha funzionato, se quel cast ha funzionato in quel modo, perché, per come, lo dividiamo per regioni, lo dividiamo anche per sesso di pubblico…
A: Ma avete per esempio le cifre per Natale in Sudafrica? È andato benissimo lì, meno bene altrove…
LUIGI DE LAURENTIIS: Tutto! Tutto diviso per regioni! Per questo anche la scelta del cast è sempre stata molto attenta negli anni, dove c’era sempre un rappresentante del Nord, uno del Sud, uno del Centro-Sud, uno della Toscana… Questo è sempre stato molto preciso come lavoro… però, ecco… alla fine vale ma fino ad un certo punto… In verità non è che ci sono degli studi veri e propri. In America lo fanno, dal punto di vista del marketing, perché hanno delle aziende che vanno a vedere che tipo di audience va al cinema. Noi lo calcoliamo, più che altro, andando noi personalmente al cinema, in vari cinema diversi, e confrontiamo le nostre esperienze… guardiamo il pubblico che viene, guardiamo l’effetto di un’attrice femminile sul pubblico… quindi si capisce se quell’attrice è piaciuta o no.
Si fanno queste analisi e, appunto, si approccia poi quali possono essere le nuove storie: per anni, per esempio, abbiamo cavalcato con il film di Natale le località che diventavano le protagoniste del film, ne diventavano il titolo no? Quindi da Natale sul Nilo a Natale in India, Natale a Miami, Natale a New York, Rio, Beverly Hills, crociere ecc… Quindi spesso il primo step era ricevere da parte degli sceneggiatori 5 o 6 storie che erano quelle che avevano pensato nelle prime settimane di gennaio… o tiravano fuori dai cassetti storie vecchie che non erano mai riusciti a fare, magari migliorandole. Ecco, quindi ci si siede e si leggono 6-7 storie diverse… da queste 6-7 storie diverse si cominciano a fare delle analisi su cosa può essere forte, cosa tira in questo momento… quella storia non può funzionare per questi motivi, questa storia può funzionare per altri… Si cerca di trovare una formula che possa convincere, un’idea di soggetto su cui si può cominciare a costruire una scaletta. Quindi abbiamo sempre lavorato su tante storie diverse per poi riuscirne a scegliere alla fine due… Negli ultimi 10 anni abbiamo sempre avuto due storie portanti che, fino a che c’è stato Boldi, si incrociavano…
Una volta individuate le due storie si lavora su una scaletta, la scaletta degli eventi che devono accadere durante tutto il film… Condivisa quella, gli sceneggiatori in automatico cominciano a scrivere. Mentre scrivono si pensa anche a una location… a volte si è già pensata prima che comincino a scrivere, e loro scrivono adattando tutte le scene… pensando a Rio, a Beverly Hills…
Dopodiché, mentre loro scrivevano io ad aprile, diciamo che verso maggio è sempre più o meno il mese del primo viaggio. Vado da solo, faccio tutta una serie di incontri con il Paese stesso, con un production servicelocale, che sarà la persona che mi aiuterà a mettere in piedi l’operazione dal punto di vista produttivo… vado a vedere le curiosità, cerco in dieci giorni di solito di assorbire tutto il possibile, tutto ciò che non è stato assorbito via internet etc… A volte ho già il rapporto con il production service, quindi mi danno già un location scouting dove vado a vedere dei posti, vado a vedere delle cose… però, insomma… Ogni Paese c’ha una storia diversa dall’altro, quindi a volte sono io a farlo indipendentemente… o a volte faccio il turista per caso… Però sempre, poi, vado ad incontrare tutte le autorità nel campo della film commission, nel campo del turismo, nel campo di tutto insomma… dell’entertainment.. e raccolgo un’infinità di DVD, informazioni, posters, mappe, cose dell’ultimo grido da fare, esplorazioni, treni ecc… e riporto indietro, ed è stato materiale di ispirazione anche per loro. Per esempio quando andai giù [in Sudafrica], scoprii una spiaggia con tutti pinguini a Cape Town… li chiamai e gli dissi “ma, secondo voi, se uno scrive questa scena con i pinguini potrebbe essere carino?”, “Ah, ci pensiamo ci pensiamo…” e poi abbiamo girato una scena con i pinguini. Insomma è sempre un plus, visivamente parlando.
Quindi loro scrivono, scrivono, scrivono… e man mano poi si comincia, si legge la prima stesura verso fine aprile, primi di maggio, metà maggio… e da lì poi c’è un grande lavoro dove ci si risiede qui a questo tavolo, sceneggiatura alla mano… dove ci sono tutti gli input miei e di mio padre, scena per scena… e si danno a loro tutte le varie note, quindi dalla prima stesura si arriva fino alla nona, alla decima, perché si riscrive molte volte…
Poi un mese-un mese e mezzo dopo, nel frattempo la sceneggiatura si è cambiata, migliorata, è stata tradotta, è stata vista dal production service… Nel frattempo ci mandano in parallelo le foto, per cui si fa già una preselezione, per cui il location scouting diventa una settimana intera di 8 ore al giorno, invece che due settimane, perché hai già pre-selezionato le cose che ti piacciono o che non ti piacciono… Quindi… dopodiché verso metà giugno io, il regista, il direttore della fotografia e l’aiuto regista andiamo nel Paese e si cominciano a fare gli scouting precisi, quindi si cominciano a scegliere le locations, si cominciano a conoscere i casting directors, si cominciano a vedere un po’ tutte quelle che sono le importanze locali. Quindi una volta fatto questo location scouting, che dura due settimane piene, si è deciso già abbastanza…
Spesso non si riesce a trovare tutto, oppure quando andiamo giù si hanno le idee chiare quasi per tutto l’episodio, ma non tutto… però, insomma… per la maggior parte si trova un buon 65% di quello che serve… e così, poi, dopo ci si è conosciuti anche col gruppo locale, di produzione, si è riuscito ad instaurare un po’ tutto quanto… Tra l’altro poi quando vado giù in quel secondo periodo devo ovviamente assumere personale, quindi intervistare le persone e i capi squadra, fargli incontrare Neri Parenti, capire, appunto, il loro background e beccare quei tecnici importanti che poi saranno giù… perché poi ci portiamo una piccola parte della troupe.
Nel frattempo, c’è tutto il discorso degli attori anche, che ovviamente tra febbraio e maggio/giugno/luglio – a volte si arriva pure fino a luglio – una ricerca costante del cast dell’ultimo minuto, dell’attore fico, della novità, della cosa anche che non si conosce… C’è anche una grande selezione di attori, dove ci si confronta continuamente col regista, con mio padre, con me… dove le scelte sono molto commerciali ovviamente, per portare sul piatto sempre un cartello che giustifichi il film di Natale…
E nel frattempo si fa tutta la preparazione… quindi la preparazione proprio fisica: costumi, scenografie, tutto quello che serve per il film… effetti speciali… Perché poi, il film ha spesso degli aspetti visivi, si comincia a pensare alla campagna del film, quindi alla campagna marketing… Si comincia a pensare al teaser…
A: Il teaser del film è interessante. Il trailer classico racconta la storia del film ecc… invece i teaser fa qualcosa di diverso…
LUIGI DE LAURENTIIS: Allora… i teaser sono sempre stati un prodotto dove gli americani sono stati forti e in Italia, tranne alcuni tipo noi e tanti anni fa Francesco Nuti o Benigni… che poi non li ha fatti più nessuno… Però per stuzzicare il pubblico italiano è sempre bello… cioè tu fai una pre-comunicazione di quello che potrà essere il film. Natale in crociera… mi ricordo, vedevamo gli attori stesi su delle sdraio, poi si alzava e c’era una piscina di una nave dall’alto.. una cosa incredibile! Negli anni…. Natale sul Nilo addirittura c’era la voce di un documentarista famoso, sembrava che si era scoperta una nuova caverna del faraone… che poi veniva giù il muro e loro che ballavano con la canzone del momento.
Poi spesso si comincia a girare in Italia e poi si va nel Paese stesso, quindi si prepara anche la parte italiana…
A: Gli interni? Sempre a Roma?
LUIGI DE LAURENTIIS: Dipende. A Roma ci facciamo la partenza… quindi la casa romana… La casa romana a volte la giriamo lì nel posto, perché è più comodo… però, ecco… ci sono sempre degli esterni invernali, magari a Roma. Ci sono le partenze, agli aeroporti… Questi film hanno sempre avuto tanti aeroporti, tanti alberghi, che sono poi le rotture di scatole più grosse quando uno fa i film… perché l’aeroporto ha mille problemi di sicurezza… e prova a girare a New York all’aeroporto! Anche a Roma è sempre noiosissimo: mille burocrazie, mille problemi… I grandi alberghi so’ sempre pieni, e anche lì trova gli orari: noi ci siamo ritrovati a New York a dover girare dalle 11 di sera alle sei del mattino quella settimana… Diciamo che i due aspetti produttivi più noiosi sono aeroporti, grandi alberghi, interni aereo. L’interno dell’aereo è la rogna più grossa di tutte: o hai un accordo commerciale con una società di una linea aerea, o non ti fanno salire su un aereo giusto per girare… sono aerei che costano 90, 100, 130 milioni di euro, non ti fanno salire così… allora lo devi ricostruire… Per ricostruirlo ci vuole una società che te lo affitta, che ce l’ha spezzato e lo assembla dentro dei capannoni e c’ha un costo… Però poi l’aereo è vecchio, non serve… serve un altro tipo di sedile, non c’è… poi quello e quell’altro… insomma, una rottura di palle… Quindi, sempre complesso.
A: Tu, comunque, quando Neri parenti sta girando il film lì all’estero, ci vai?
LUIGI DE LAURENTIIS: Io sono lì dal primo giorno alla fine, dall’inizio della preparazione fino all’ultimo… anzi, lui riparte e io sono ancora lì a chiudere gli uffici. Devo mettere in piedi il film… quindi assicurarmi che il budget sia giusto, che le location scelte siano le migliori del mondo… Mi occupo appunto di tutti gli aspetti economici, creativi, artistici… Insomma, con Neri sicuramente è una sicurezza, perché è un regista che ha fatto 40 film… quindi potrei tranquillamente stare a Roma e lui trova le cose migliori… Però, in quel caso, tutti gli accordi… per esempio l’albergo [Mount Nelson di Cape Town] in cui abbiamo girato è un accordo che ho seguito personalmente. Per cui, appunto, è molto importante avere… o ci sono io o ci deve essere un’altra figura che riesce a fare le stesse cose, a chiudere lo stesso tipo di accordi, lo stesso tipo di contratti… insomma, non è sempre facile… soprattutto quando vai all’estero… ogni paese è diverso. Allora questi sette anni, dove ho viaggiato in tutto il mondo, ormai ho capito tante cose… magari, ecco, uno che l’ha fatto meno si trova più in difficoltà o comunque non ha questa mentalità.
A: E Parenti mentre sta girando il film fa anche il montaggio nello stesso momento?
LUIGI DE LAURENTIIS: Si monta mentre si gira, quindi ogni sera finite le riprese con Neri Parenti si va al montaggio e si controlla il girato del giorno prima. Questo anche perché si controlla se c’è qualche problema, qualcosa che non c’è piaciuto, se riusciamo a rigirarla la rigiriamo, insomma tutta una serie di cause…
LUCA MONTANARI: Neri o chi per lui gira, arriva il materiale in moviola, viene sviluppato un negativo, dal negativo fanno un tape, e quando arriva questo materiale gli assistenti cominciano a sistemarlo e a metterlo in ordine… Che succede? Quando poi abbiamo questo materiale in ordine, metti nel caso di Neri, ci si vede a fine giornata di riprese… a volte tutti i giorni, a volte un giorno sì e un giorno no… Questo avviene in giro per il mondo, per questo io vado appresso a lui… e scegliamo il materiale… vediamo come è stato interpretato ogni singolo ciak… vediamo quale è meglio, quali sono i più divertenti… tutta una serie di elementi che intervengono quando verrà fatta la scena: simpatica, divertente, efficace, funzionale… Quindi con lui ci si vede la sera e si fa questa selezione… Io ho un foglio dove mi faccio delle piccole note e segno quello che ci siamo detti…
La mattina lui va a girare e io la mattina vado in moviola e comincio a montare la scena… e la imposto… chiedendo magari a lui, se la scena è più elaborata, delle indicazioni… Non è che sia legge… lui mi dà una sua chiave…. poi quando io vedo il materiale magari mi regolo, c’ho un’intuizione, un’ispirazione… e faccio… imposto la scena… Generalmente do anche i tempi alla scena.
Fatta la scena, ci si vede, metti, il sabato e in quella settimana, metti, io ho fatto 15-20 minuti di montato… e in quell’occasione diamo forma a tutto il montato che abbiamo fatto… nel senso che magari ci sono piccoli accorgimenti di correzioni… magari una cosa la andiamo a provare con un primo piano diverso, oppure ci vengono delle idee… se tagliamo questo, se invertiamo questo… Quindi abbiamo già una grossa pulizia…
La nostra capacità è quella di arrivare alla fine delle riprese e stare tre giorni dopo in grado di fare una proiezione, una visione di tutto il film… Ci incontriamo con Aurelio De Laurentiis, facciamo la visione anche con lui e magari ci dà le sue impressioni, in modo che dopo dieci giorni/una settimana noi abbiamo il film pronto al 95-99%. Poi durante, diciamo, la fase di doppiaggio, la fase mix, può capitare che facciamo qualche eventuale modifica, qualche cosa… questo può capitare alla fine della lavorazione. Però noi il grosso lo affrontiamo in questo modo, arrivando alla fase finale di montaggio e di lavorazione quasi in parallelo…
Il problema è che si arriva a, quando ci dice bene, all’inizio delle riprese alla metà di agosto… Il film poi esce mediamente a metà dicembre… quindi noi abbiamo, quando ci dice bene, quattro mesi per fare tutto… tre mesi… Quest’anno il film è stato ultimato come riprese il 19 novembre, il 17 dicembre stava in circuito… anche se quest’anno è stato particolare… però mettiamo un anno più normale… metti che il 15 agosto cominci le riprese… giri due settimane… quindi arriviamo a settembre-ottobre… verso la metà di ottobre, i primi di novembre le riprese sono finite… Dopo la prima settimana di novembre siamo in grado di fare una visione definitiva e fare le modifiche… Da lì parte poi la fase di eventuale doppiaggio… magari abbiamo girato in Sudafrica non è che porti tutti gli attori… prendi uno locale, parla in inglese e poi si doppia… C’è tutta la parte degli effetti, si dà il materiale al musicista e anche lui prende parte, anche se per lui è una grossa fatica, perché deve fare una musica in tempo ridottissimo.
BRUNO ZAMBRINI: Per non essere scoperto, invece di scrivere venti pezzi ne scrivevo quaranta… Il film si gira ad agosto-settembre. Per chiuderlo e per montarlo ci vogliono altri venti giorni, a dicembre esce il film… io di solito non ho più di venti giorni per scrivere il film. E venti giorni non sono sufficienti… allora se io non mi preparo prima… Poi quale sarebbe l’iter giusto? Che il regista parli prima col musicista, si preparino dei temi, lui li approvi… uno c’ha già un bagaglio di temi… Poi a un certo momento il regista gira e a quel punto lì non è finito l’iter, perché il film dura sempre due ore dopo e bisogna togliere… è di una complicazione paurosa perché devi togliere venti minuti, anche mezz’ora… allora io non posso fare delle musiche di scena… Mi è capitato quando io cercavo di darmi da fare molto prima… che ho scritto della musica che poi non serviva e dicevo “ma quella scena poi l’abbiamo tagliata?” [ride]. Tante volte mi sono reso conto che ho scritto delle cose che non sono servite assolutamente, perché è cambiata la scena…
Allora, per la situazione romantica… io mi muovo prima… per il film dove c’è una storia più romantica, come quello della Hunziker [Natale a Rio]… mi muovo prima. Quando c’è un episodio Boldi e De Sica, per intenderci, oppure Ghini e De Sica, devo vedere come ha girato la scena, allora se non ho la scena girata… In questo film [Natale in Sud Africa] che abbiamo fatto più di corsa degli altri, loro mi mandavano anche gli spezzoni perché io mi rendessi conto.. .io avevo almeno venti dischi di spezzoni per vedere la scena, perché dicevo “se non mi fate vedere la scena, io che scrivo qui?” perché poi non avete il tempo per andare in sala, capito?
LUCA MONTANARI: E poi, parallelamente ai nostri lavori, abbiamo mandato avanti anche la questione degli effetti digitali… Natale in Sud Africa, per dire, aveva 170 interventi, molti con gli animali… Non so… c’era l’ippopotamo con la maniglia che doveva aprire la bocca, c’era l’elefante… Alcuni li abbiamo fatti con degli animali veri, altri con degli animali meccanici… Ma c’erano una serie di elementi che abbiamo fatto con gli effetti digitali… L’effetto digitale è una delle fasi che per noi è più critica, nel senso che richiede sempre molto tempo… Il modo nostro di affrontare questa situazione è quello di montare la scena, vederla con Neri, definirla e mandare subito il materiale agli effetti digitali… in modo tale che quando ritorniamo a Roma, nel caso, lui sta quasi a finalizzare gli effetti e mandarceli… e noi ci rendiamo conto se è efficace come speravamo la scena.
Succede che quando torniamo a Roma e noi abbiamo il film finito… spesso si chiede agli sceneggiatori di vedere il film perché magari anche loro danno il loro punto di vista, le loro indicazioni… quindi magari anche in base al loro punto di vista poi si vanno a fare le modifiche… C’è anche Aurelio, che a volte ha un suo modo tutto colorito per dirti le cose… magari non ti dice esattamente per filo e per segno, ma ha un’intuizione… e capisci che quello che ti ha detto non te l’ha detto precisamente, ma ti ha detto una cosa giusta… Tu elabori quello che ti ha detto e vai a intervenire in base a quella che può essere una buona indicazione. Diciamo che sono i reparti… montaggio, regia, sceneggiatori e produttore…
A: Quindi il film appena finito lo fate vedere magari ad un pubblico limitato?
LUIGI DE LAURENTIIS: No, nemmeno… non c’è tempo! L’8 dicembre facciamo una proiezione friends and family dove al massimo si può cambiare una scena, al massimo… pochissimo… se sentiamo che qualcosa proprio non ci funziona la leviamo. Però il film è praticamente pronto…
LUCA MONTANARI: È la proiezione mortale [ride]… La proiezione dell’8 dicembre è una sorta di bandierina, di traguardo… siccome poi la prima copia ottica esce il 7 o l’8 mattina stesso… noi quando facciamo quella proiezione spesso abbiamo dei cambiamenti… ma roba di piccole cose… ormai il film è arrivato al 98%, non è che andiamo a ristravolgere tutto… Quello segna il confine che sei riuscito a passare, il film è arrivato… Quando arrivi all’8 dicembre e a questa proiezione canonica che viene fatta con un gruppo vasto di persone… Aurelio dice sempre “Se avete qualcosa ditelo…” Però magari è più un pro-forma perché noi vediamo se ci sono delle cose… però è un modo di presentare il film… Spesso succede che dopo quella proiezione andiamo a fare una o due piccole modifiche, a volte di montaggio, spesso di mixer… Quella cosa non si sente… fare un doppiaggetto al volo di una cosa che forse andava detta meglio… Avviene questo 8 dicembre e si fa con un gruppo vasto di persone… Sono mediamente più di 100 persone, tra persone che hanno lavorato al film, amici degli amici, spesso ragazzi…
LUIGI DE LAURENTIIS: Il film poi esce sempre la terza settimana di dicembre… a volte capita di 13, a volte di 16, a volte di 20, dipende dal venerdì…
A: Quante copie?
LUIGI DE LAURENTIIS: 850 copie… Noi abbiamo 21 schermi, ma non sono nulla rispetto agli 850… Perché è il film che da 28 anni vende di più a Natale, o è il primo, o il secondo, o il terzo incasso… quindi qualunque cinema lo vuole… Harry Potter forse sono arrivati a 1000 addirittura, però è l’unico caso. Dopo Harry Potter ci siamo noi.
A: Gli attori nel periodo della distribuzione fanno il girone dei vari Domenica in, Porta a porta…
LUIGI DE LAURENTIIS: La promozione, sì… è un’altra cosa molto importante… fa parte del loro contratto, c’è una clausola di promozione nel loro contratto… Ovviamente dobbiamo essere presente: il film di Natale è come la Nutella… bisogna stare ovunque no? È la verità…
Caratteristici del film panettone: montaggio
LUCA MONTANARI: Il montaggio del film di Natale ha uno stile di taglio abbastanza classico e regolare… Nel senso che nella commedia ci sono delle regole che tu devi rispettare sennò non fai ridere la gente… Se tu mi fai la battuta, che stai facendo una cosa comica… io ti devo far vedere soltanto in faccia… se io ti metto in un totale o ti metto di spalle la tua battuta è persa… Tu puoi dire la battuta ed io posso avere la reazione. Ci sono delle regole molto strette, anche nel montaggio io devo rispettare i tempi… Tu devi dare un tempo, anche, a chi vede il film di recepire certe cose, altrimenti non va bene… La commedia classica ha un modo di essere raccontata… secondo me semplice, diretta… perché devi capirla… e allo stesso tempo devi rispettare quello che è…
Caratteristici del film panettone: musica
BRUNO ZAMBRINI: Questi film sono complicati musicalmente per il semplice fatto che l’amore non è amore… allora non puoi scrivere un tema d’amore perché l’amore è sempre sopra le righe o sotto le righe. Il drammatico non è mai drammatico, è grottesco… allora se calchi la mano sul drammatico ha sbagliato la scena… il regista ti prende e dice “no è meglio se questo lo togliamo…” Nel film sentimentale la musica viene fuori perché se io vedo un tramonto e sento la musica in quel momento diventa più importante la musica del tramonto, capito? Nel film comico è più importante la risata della musica. La gente ascolta la musica e non ride più perché viene preso dalla musica. La battuta tra me e Neri è questa: dice “lui fa la musica e io la tolgo”. Devo dire che io ho fatto la musica per una scena comica e questo rovina la risata: “là la togliamo, Bruno… però là c’è un punto che mi rimane scoperto e andrebbe benissimo perché in quel punto aiuta la scena…”. Poi, spesso, è talmente breve la scena comica che si rischia di fare un francobollo, e a Neri i francobolli non piacciono, e non piacciono neanche a me… Però se una è leggermente più lunga, qualcosa ci vuole, capito? Sembra che la musica non esista nei film comici, in realtà esiste, in misura più o meno importante. Se lo senti senza musica il film, è una cosa… per me… è una cosa… nudo, la parola giusta è nudo… un film senza musica è nudo!
A: In alcuni film di Natale si percepisce un sapore locale nella colonna sonora: Natale sul Nilo, Natale in India, Natale in Sudafrica…
BRUNO ZAMBRINI: A me piace Natale sul Nilo… la musica mi è venuta bene… non ho cercato di fare Lawrence d’Arabia… Per Natale in India ho chiamato addirittura una cantante italiana che ha la casa a Calcutta ma scrive e canta… Abbiamo fatto un pezzo insieme, lei ha scritto le parole in indiano, anche se il film a me piace meno degli altri, non mi affascina l’India… il Nilo era più affascinante, l’Africa è più affascinante: quando hanno detto “lo facciamo in Africa” a me mi piaceva perché c’hanno questi ritmi un po’ curiosi… Per esempio questo film di Natale ultimo [Natale in Sud Africa]quando compaiono le cascate c’è una musica… ho fatto un tema africano che mi sembra molto efficace, con la grande orchestra… ma ho cercato di metterci sotto degli strumenti africani.
A: Dunque in Natale in India, Natale sul Nilo, Natale in Sudafrica c’è un modello nella musica araba, nella musica indiana, nella musica africana. In Natale a Beverly Hills, Natale a New York invece?
BRUNO ZAMBRINI: Beh l’America è così tanto vicina a noi, voglio dire… ormai l’America… siamo anche noi l’America [ride]! È talmente uno scambio continuo di informazioni, voglio dire… che non ho fatto il blues, era ridicolo fare il blues in una cosa di quel genere lì… Natale a New York, dunque, l’inizio… proprio l’inizio, quando de Sica incontra la Ferilli, io avevo il problema della Ferilli… che è romana… allora ho chiamato il più grande fisarmonicista che c’è a Roma… che se lo senti allo schermo grande è una cosa che t’acchiappa in un modo… che c’è il finale del film che lo riprendo, nel finalissimo, l’ultima scena del film… Dato che la Ferilli nell’immaginario collettivo è una romana, dato che parla un po’ romano, ha la cadenza… lei parla in romano e io le ho dato questa popolarità con questa fisarmonica, ma non ho preso una fisarmonica qualsiasi, e poi alla fine ho sviluppato lo stesso tema nel finale… È un tema importante, che è anche americano, ma c’è la fisarmonica… e questo dà unità al film.
A: La cosa particolare del primo Vacanze di Natale (1983) è la musica, cioè le canzoni dell’anno, che c’è in ogni scena praticamente.
LUIGI DE LAURENTIIS: Sai, se guardiamo oggi Vacanze di Natale ‘83, rispetta esattamente le mode di quegli anni. 1983 nasceva MTV, mi pare, in quell’anno, e in Italia c’era Disco Ring che avevano cominciato a far nascere una febbre incredibile per il pubblico di ascoltare queste canzoni, la hit, le classifiche, molto più di prima. Cioè… ad un certo punto al pubblico gli si dava il visivo con la canzone, quindi anche gli artisti stessi diventavano delle star vere per la prima volta… ti affezionavi alla loro faccia, al loro aspetto, il look, cioè… era lo Youtube degli anni’80!
È stata lì la genialità di mio padre e dei Vanzina all’epoca, di trovare un prodotto che parlasse ai giovani, quindi: attori giovani, locationcool, storie sociali… perché c’era il burino arricchito, c’era il povero, c’era il ricco, tutto poi anche ispirato al mondo degli anni ’50 di Vacanze d’inverno, con De Sica, Alberto Sordi, Mastrocinque… E, che cosa facciamo? Facciamo un film-compilation! Quindi nacque il primo film che era una compilation vera e propria, ed ecco perché è quasi un musical, quasi un musical di Natale… Quello fu una grandissima operazione di vendita di quel film, perché uscivi dal cinema che eri stato coccolato, avevi vissuto proprio ciò che più era di moderno in quel momento, quindi quella è stata anche la formula vincente di quel film.
A: Ultimamente con i film di Neri Parenti c’è una canzone sola, magari due… e poi la musica di Zambrini…
Oggi non è che non c’è quest’attenzione, anzi, ce n’è tantissima… però… è anche vero che a volte anche i film hanno bisogno di molti passaggi comici, per cui fino a un certo punto ci puoi mettere un pezzo musicale… non hai sempre il tempo di poterlo mettere. Poi è anche vero che queste canzoni sono diventate sempre più care… quindi oggi è diventato carissimo fare questo. Però, in primis, non è che non c’è la voglia di metterle… Per esempio, Natale in Sudafrica volevamo metterle e poi a un certo punto abbiamo detto: “Mah, in questo safari che ci metti? Bob Sinclair?” Fa ridere, no? Non ha senso.[1]
A: E chi sceglie le canzoni?
LUIGI DE LAURENTIIS: Guarda, da quando sono arrivato qua è sempre stata una mia passione, anche quello… A volte c’è Neri Parenti che gli viene l’idea di una canzone, e quindi… su quella canzone ci si lavora…
BRUNO ZAMBRINI: …Aaaah di solito il regista, il regista sa sempre tutto! Quindi mettono canzoni che di solito in quel momento il pubblico ama sentire, soprattutto per questo motivo…
A: E Neri le fa sentire le canzoni scelte…
BRUNO ZAMBRINI: Sì…
A: Però non c’è nessun rapporto tra la musica sua e le canzoni usate…
BRUNO ZAMBRINI: No, no… per me è sempre una sorpresa… Lui cerca di avere canzoni sempre più importanti del momento, poi dipende dagli accordi che si prendono, anche dal punto di vista finanziario, perché costano tantissimo…
LUIGI DE LAURENTIIS: Però io ascolto tantissima musica, da quando ero bambino… Un po’ me l’ha trasmesso anche mio padre che è sempre stato un appassionato di musica, negli ultimi anni meno… Diciamo che gli è un po’ passata questa malattia, questa febbre per i pezzi musicali… ma c’ha sempre un orecchio molto forte… quando gli faccio sentire un pezzo sa subito se è un pezzo che può essere forte o no per il film etc… Quindi… devo dire che le canzoni le ho quasi sempre scelte io…
Attori
LUIGI DE LAURENTIIS: Certo è ovvio che dire “quest’anno il film ha fatto 2 milioni in più o 2 milioni in meno grazie a quell’attore” è più difficile che dire “ne ha fatti più o meno grazie a quelle risate in più…” L’altr’anno poi non ha funzionato, però c’avevamo creduto… perché c’era questa ragazzina argentina che aveva fatto Il mondo di Patty e ci siamo detti “Cazzo: tra lei e un’attrice sconosciuta, lei c’ha i fan che urlano e si strappano i capelli… ci porterà pubblico in più?” Poi alla fine questo non lo so valutare se c’ha portato pubblico in più, non te lo so dire…
A: Io ho parlato anche con dei fan club, i ragazzi di cinepanettoni.it, e a loro non interessanno tanto il regista, la storia… piuttosto che gli attori, e soprattutto De Sica… Tu hai insistito che è la trama, la storia del film che è importante…Comunque nel teaser si vedono soltanto gli attori, la trama no…
LUIGI DE LAURENTIIS: Ma è un dato di fatto… poi è ovvio che gli attori sono importanti tanto quanto… infatti investiamo sempre tantissimo sugli attori, sull’avere dei nomi importanti di un certo tipo. Però, se non c’hai la storia divertente e il film poi fa schifo… non si ride… Si ride se la storia è giusta… non capiscono niente di tecnica cinematografica! … che sono fan a priori e basta! Nel caso di Natale a Rio avevamo concentrato tutto su pochi nomi importanti e su dei giovani popolari. In quel caso, secondo me, ha venduto una location molto hot per gli italiani e un high concept all’interno delle due trame che convinceva a fondo il pubblico. [materiali in neretto modificati 10 May 2012: vedi nota introduttiva di questa voce http://holidaypictures.tumblr.com/post/22326908562/interview-transcripts-final]
La critica
A: Il film di Natale non si fa veder in anteprima per la critica? Come mai?
LUIGI DE LAURENTIIS: Quest’anno gliel’abbiamo fatto vedere [2010]… per anni non gliel’abbiamo fatto vedere… perché è diventata ad un certo punto una questione scaramantica, proprio di porta fortuna… e poi per il resto perché non ci interessa, cioè la critica non è una cosa che ci interessa…. I critici partono prevenuti… Mi interessa il pubblico: se il pubblico viene meno quello è un grande segnale di qualcosa che non va, più che il critico che ha scritto bene o male.
Il pubblico
A: Ho chiesto a tutti chi è il pubblico per questi film. Tutti dicono: “È il pubblico che non va mai al cinema, se non una volta all’anno,” oppure, “È lo spettatore a cui non interessa il cinema ma ci va per due ore, per ridere, per scordarsi dei problemi.” Sei d’accordo?
LUIGI DE LAURENTIIS: Forse una parte sì, perché lo vivono come un evento, quindi sull’onda dell’evento che gli ricorda l’arrivo del Natale… che poi oggi si sente sempre di meno l’arrivo del Natale, le decorazioni sono sempre meno importanti, le tradizioni si sentono sempre meno, quindi la gente vuole vivere il Natale in assoluto…
L’80% della popolazione di qualsiasi Paese è formato dalla provincia. A volte in Italia dicono “Ah ma come siamo provinciali!”… come se fossimo solo noi… invece la provincia esiste in tutto il mondo. L’80% del Paese è semplice, ha bisogno di un linguaggio molto facile, ha bisogno di storie che stuzzichino l’immaginario, ma in maniera molto… visivamente impattante… ma soprattutto che spieghi in poche parole di che cosa si tratta la trama. Infatti in America, guarda caso, che è un Paese che è 5 volte l’Italia, 300 milioni contro 60… in America, dove la provincia forse è ancora più profonda rispetto all’Italia… cioè se uno va nell’entroterra americano sembra a volte di tornare nel Medioevo per razzismo, omofobie, per tutto… ed è gente molto semplice!
A: Comunque, lo spettatore tipico chi è? O non c’è?
LUCA MONTANARI: il film di Natale è indirizzato a un pubblico di giovani, dai 12 ai 30 anni… oltre, secondo me, non è che c’è tutto questo interesse… ci vanno perché magari portano i bambini a vedere questo film… però è anche vero che, almeno in Italia, chi va al cinema sono i giovani in prevalenza… Se tu analizzi e vai fuori da una sala vedi giovani di 18 anni, 20 anni… poi magari vedi qualcuno più adulto, spesso mamma e papà con i bambini… è per questo che i film comici hanno successo… perché comunque i ragazzi amano anche ridere, soprattutto ridere… e vanno al cinema per vedere le commedie… e questa è la ragione per cui in Italia le commedie hanno più successo di altri…
LUIGI DE LAURENTIIS: Lo spettatore tipico è dai 5 ai 90, questa è la cosa bella di questi film! Cioè tu entri in una sala dove c’è dal bambino di 5 anni al teenager di 16, al trentenne, al sessantenne, all’ottantenne… questa è la cosa divertente! Anche perché dall’83 a oggi… oggi chi nell’83 aveva trent’anni adesso ce n’ha sessanta.
Le ragioni del successo (e no)
LUIGI DE LAURENTIIS: Forse il Sudafrica per il ricordo del Mondiale è piaciuto meno. Però, ripeto… sempre di 26.6 milioni stiamo parlando![2] E bisogna calcolare soprattutto che è stato fatto l’incasso in un periodo con meno festivi in assoluto… cioè l’altr’anno [2010] è stato un periodo con i festivi zero rispetto agli anni precedenti… Abbiamo avuto quattro giorni in meno di incasso, dove sono possibili altri 2.5/3 milioni di incasso quindi… non riesci mai a capirlo! Sono tornato a Christmas in love che aveva fatto 18.5 milioni e aveva le stesse date identiche, precise, quindi history repeating, preciso![3]
Product Placement
LUIGI DE LAURENTIIS: Il product placement… diciamo che dal 2004, quando è passata la legge, è diventato importante perché oggetto di aiuto finanziario proprio per il film… Cioè noi abbiamo un nostro ufficio con una persona che si occupa del product placement, e anch’io personalmente me ne sono occupato nei primi due anni della sua esistenza, perché mi divertiva moltissimo trovare gli sponsor per i film… e ne capivo così tanto l’importanza perché comunque sono dei fatturati che ti permettono di finanziare parte del film… E la critica chi se ne frega. Cioè in America gli autori utilizzano il product placement, in Italia dobbiamo essere provinciali di merda dove il critico ti stronca che fai vedere la marca di… ma non l’hai visto il film di Michael Mann, Miami Vice, dove quando c’è Jamie Fox con la moglie morente in mano… c’è un dettaglio dell’IWC… dell’orologio… Magari è girato bene, ma c’è sempre la scritta grossa così… quello è product placement, product placement puro!
A: Comunque se uno guarda il sito per Natale in Sudafrica… è come se l’ufficio turistico del Sudafrica è un co-produttore del film, no?
LUIGI DE LAURENTIIS: Certo, sì… quando siamo andati all’estero ho sempre coinvolto, diciamo, tutto: dall’ufficio del turismo alle film commission estere, agli incentivi stessi, perché si attivassero, appunto, a supportare il film… soprattutto per un film del genere, che in due anni riesce a creare 22 milioni di visitatori… Come viene visto da 22 milioni di persone nell’arco di due anni con tutti gli sfruttamenti… quattro milioni e mezzo già solo sotto le feste natalizie, in poche settimane… Quindi per quel luogo è una pubblicità enorme! Cioè ovunque siamo andati hanno ricevuto un riscontro di visite l’anno successivo… perché il pubblico vede per tre mesi quel Paese pubblicizzato in televisione…
A: In Natale a Sud Africa si fa vedere l’albergo Mount Nelson per quasi la metà del film…
LUIGI DE LAURENTIIS: Sono degli scambi commerciali… quindi: noi per dodici giorni abbiamo girato dentro il loro albergo, contro una pubblicità loro… Ovvio che per noi è molto conveniente, perché un albergo a 5 stelle… lusso… di una delle catene più belle del mondo… che ti apre le proprie porte per 12 giorni… significa tanto! A volte sono scambi commerciali, a volte sono product placement economici…
Oggi magari la crisi sul product placement si sente un po’ meno… però, ecco, l’altr’anno abbiamo perso il 50% perché c’è stata una grande crisi economica, come per tutti, e quindi le aziende investivano meno su canali particolari… e li chiamo particolari perché per loro il product placement è un canale diverso, non è un canale tradizionale per cui sono la televisione, i giornali etc.. o la radio… quindi essendo un canale particolare è stato il primo che è stato un po’ accettato, tagliato con l’accetta… Però quest’anno penso e spero che ripartirà bene. Anche perché, insomma, il product placement è… insomma… un bell’indotto anche per gli sponsor stessi, perché il prodotto viene visto all’interno di un film divertente, in dei contesti positivi… entrano a far parte della nostra macchina promozionale per vari mesi… quindi si trovano anche sul sito stesso del film, trovi anche il link alla pagina diretta, si ritrovano sui cartonati, si ritrovano nei DVD… insomma fanno parte di un concetto che poi è un film che verrà rivisto mille volte. Perché la cosa bella di questi film è che, comunque, vengono rivisti mille volte su Sky… Poi negli anni ci sono tantissimi passaggi quindi comunque uno sponsor ha vita lunga grazie a questi film…
Cinepanettone come tivù
A: La politica di non far vedere questi film durante l’anno… per anni non sono andati in tivù…
LUIGI DE LAURENTIIS: Sì sì, è vero. È stata una politica anche molto conservativa, dove il pubblico era quasi invogliato dal fatto che non aveva più visto nulla di quel film in un anno… e ci tornava con ancora più piacere! Invece dall’altra uno dice “Beh invece io faccio vedere ogni anno, faccio passare i film di Natale perché fanno venire la voglia al pubblico di andare a vedere il nuovo…” Come fanno in America, per esempio, con James Bond: c’è la “Bond Marathon” per una settimana a novembre prima che esce il film, e io me li guardo tutti e poi vado al cinema ovviamente… perché mi fanno rivenire la voglia di James Bond, in automatico… o esce la collezione in DVD. Invece qui, diciamo… alla Filmauro è sempre stato fatto un ragionamento al contrario.
A: Adesso invece con Sky…
LUIGI DE LAURENTIIS: Sì adesso c’è Sky e va bene… Sky compra il film per il loro canale e se lo passano per quante volte recita il contratto…
I più deboli fanno ridere
LUIGI DE LAURENTIIS: Ci hanno sempre accusato di volgarità ma il pubblico si diverte quando si diventa politicamente scorretti e si gioca sui contrasti, sui razzismi, sulle differenze sociali… tutto ovviamente in chiave di commedia. Forse per il passato ci siamo costruiti una nomea di film dalla parolaccia facile ma lo stesso genere di commedia lo vedo fare da Massimiliano Bruno o dai Farrelly Brothers in America. [materiali in neretto modificati 10 May 2012: vedi nota introduttiva di questa voce http://holidaypictures.tumblr.com/post/22326908562/interview-transcripts-final]