Quanto è sensibile e stupido, l’animo umano. E’ un povero illuso che si emoziona per tutto ciò che è ovvio e banale, e trema e scalpita, nascosto dalla ragione, che incombe su di lui come la morte o, ancor peggio, come un giudizio.
Anche lei, patetica, ipocrita, perbenista, la ragione non fa altro che far inciampare i desideri ma il più delle volte inciampare negli stessi, e li ostacola fino a farli diventare proibizioni a meno che non siano loro a vincere. E non parlo di bigottismi o moralismi vari, quelli sono molto più rispettabili poiché a conoscenza della loro infondatezza quasi se ne fanno vanto. Io mi riferisco a tutto ciò che pensiamo di pensare,quelle stupide scuse che creiamo, pensieri artefatti e non spontanei che non sono altro che un muro di cartapesta che cerca di coprire i nostri desideri, rendendoli opachi, ma mai oscurandoli. E quindi stiamo in mezzo, infastiditi da entrambi i lati, e per la nostra smania di controllo rimaniamo in bilico per ore senza decidere se dar ascolto al giusto o al vero.
E’ colpa nostra, d’altronde. Se solo non ci fossimo convinti che appartengono a due cose diverse, ora come ora potremmo accedere al giusto ed al vero come fosse la nostra strada naturale, e invece provochiamo frane, costruiamo ponti e, soprattutto, mettiamo un grosso bivio con due mete ugualmente fatali. Siamo così bravi a complicarci le cose, che ne abbiamo fatta la nostra ragione di vita. Da piccoli le complichiamo a noi stessi e poi, quando non ci basta più il nostro spazio e siamo ormai un groviglio, facciamo guerra a quelli che stanno attorno. Alla nostra famiglia, e dopo averla aggrovigliata per bene, insieme a lei facciamo guerra alle altre famiglie e poi insieme facciamo guerra alla città e poi alle altre città poi alla nazione poi al mondo intero e poi chiediamo, urlando verso il cielo, se per caso c’è qualcuno che vuole attaccarci. Urliamo ma nessuno ci sente, siamo dei poveri patetici esseri umani in cerca di qualcos’altro da distruggere solo perché terrorizzati di essere distrutti.
D’altronde è comprensibile, per noi c’è la morte. Per noi c’è la morte più di quanto non ci sia per l’ acqua, per l’ aria, per la terra per il globo intero, la morte ci ama e ama ancor di più le specie più piccole di noi e ci rincorre, e noi scappiamo, lungo tutta la nostra intera e piccola vita.
Non vi sentite minuscoli? Eppure vi assicuro, passa subito. Basta pensare a qualcosa di ancora più grande, a qualcosa di ancora più immenso e vasto di quello di cui leggete prima, all’universo, alla vita, alla luce, e basta rendersi conto che noi possiamo parlare di tutto questo perché nella nostra minuscola testa racchiudiamo tutte queste grandiosità.
E questo è perché voglio fare neurologia.