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incover, discover, discard

@comesenonesistesse

"avete mai provato quella sensazione di vuoto? quando non si sa come ci si sente, quando non si prova gioia, né rabbia, né tristezza,.solo il nulla? quando ci si sente morti dentro e non si ha voglia di fare nulla, quando si resterebbe tutta la vita nel letto, sotto le coperte con le cuffiette? B' é se provate tutto questo sjete morti dentro" · green day · nirvana · sistem of a down · · mostro · lowlow · sercho · briga · j· · adventure time · · amo american horror story · "siamo rondini con il guinzaglio"
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You can save the people..

ho aspettato 4567 anni per ritrovarmela nella dash

Un giorno mi sono promessa di rebblogata ogni volta che appariva nella mia dash

aspetto sempre tanto per vederla, ma la rebloggo ogni volta

iononsorrido

la rebloggo sempre

Madonna è bellissima

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“anche tu hai sofferto, lo so, si vede dagli occhi” mi disse sorridendo mentre io rimasi lì a guardarlo senza parlare, non sapevo che lui potesse capire certe cose “lo vedi lui?” mi disse indicando un mio compagno di classe che tutti giudicavano per il suo modo di mettersi al centro dell’attenzione “lui è uno di quelli che ha sofferto, anche tanto e purtroppo è rimasto solo, si sente solo e vuole solo qualcuno che si occupi di lui, è un bambino un po’ cresciuto ma nel senso buono”  poi indicò un altro compagno di classe ancora “la sua invece non è una vera è propria sofferenza, non ha mai avuto nessuno vicino e non conoscerai mai  la vera sofferenza se non hai mai avuto qualcuno per cui soffrire, si chiama semplicemente solitudine”  poi si girò e indicò me “tu invece, per cosa hai sofferto?”  non mi aspettavo quella domanda e non risposi, non ne avevo il coraggio, pensavo che mi aveva già letto dentro, pensavo che lui sapeva tutto e mi sorrise ancora “non posso salvarti dal burrone se non ti aggrappi alla mia mano, sai benissimo che la sua non arriverà mai ma continui a sperare, conosco anche te. Promettimi che non farai sciocchezze e anche se non prenderai la mia mano ti aggrapperai a quella di qualcun altro o se riesci salvati da sola ma non lasciarti cadere, non ora, aggrappati anche ad un’ultima speranza ad un’altra felicità ma non cadere, Non precipitare.”
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Che poi alla fine il vero problema è che sono la via di mezzo. Eternamente carina, ma mai bella. Eternamente simpatica, ma mai la migliore. Non grassa, ma neanche magra. Quella amica di tutti, ma inseparabile di nessuno. Quella che se morisse dispiacerebbe a tutti, ma chissà se qualcuno piangerebbe. Non stupida, ma neanche geniale. Sarò per sempre quella che se c’è, fa piacere, ma se non c’è, nessuno ne sente la mancanza. Perfino tu, mi vuoi bene, ma amarmi, quello è troppo, anche per te.
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Dopo ‘anni’ dall’uscita di colpa delle stelle tutti pensano ancora alla povera Hazel e al povero Gus. Non avete capito un emerito cazzo di tutto il film o libro che sia. In una delle prime scene del film o prime pagine del libro Hazel dice queste esatte parole “c’è solo una cosa al mondo più merdosa di dover combattere contro il cancro quando hai sedici anni, ed è avere un figlio che combatte contro il cancro”. Fino a qui credo ci siamo arrivati tutti. Ora forse non avete ancora capito cosa intendo dire ma ponetevi questa domanda “durante tutto il film chi ha sofferto di più?”. La mia risposta è semplice Peter Van Houten. Peter Van Houten aveva una figlia, malata di cancro, su cui lui ha scritto quel libro, senza un finale. Il finale di quel libro non era da chiedere all’autore, bastava vederlo, il finale di quel libro era lui. Sparito nel nulla, rifugiato in un piccolo appartamento, nell’alcolismo, nel suo mondo. Da quando gli era morta la figlia e aveva finito il libro Van Houten si è chiuso dentro se stesso perché non aveva un fottuto “okay” o una moglie o comunque qualcosa che lo mandasse avanti. Lui aveva se stesso e non se ne curava neanche. Alla fine torna nel posto in cui ha visto morire la figlia, non lo considerate molto? “è questo il problema del dolore: esige di essere sentito.” anche in modi diversi, anche con la pazzia, anche accusando il mondo, anche insultando e urlando. Ma la vita va avanti anche dopo la perdita di un figlio o persona cara e lui lo ha dimostrato, a modo suo. Peter Van Houten sarà sempre incompreso se non capite il vero senso di quel capolavoro. Con questo ho chiuso.

Martina Grasso (senzateilvuoto)

dio

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