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Speranza ἐλπίς

@siamosalvifincherestiamoillusi / siamosalvifincherestiamoillusi.tumblr.com

Abbiate sempre il coraggio di rincorrere il vostro amore, anche quando sembra difficile, quando sembra sbagliato e senza futuro, abbiate sempre quel coraggio di provarci senza mai arrendervi nemmeno quando la strada sarà in salita, perché bisogna sempre lottare fino in fondo, per amore questo ed altro.
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[Piccolo sfogo]

È inutile che l'8 marzo si spendano belle parole in favore di noi donne, che si regalino le mimose, che si facciano gli auguri. È inutile perché dopo queste 24h la misoginia tornerà a strisciare come un serpente velenoso e allora i fiori e le belle parole andranno in fumo. Perché esiste la “festa della donna” e non dell'uomo? Semplice, perché l'uomo viene celebrato ogni giorno: viene celebrato quando insulta una donna, quando picchia una donna, quando uccide una donna, quando fa battutine sul sesso debole (definizione aberrante), quando insiste dopo aver subìto un rifiuto, quando si prende la briga di fischiare ad una donna per strada credendo di farle un complimento, quando deride una donna perché femmina=stupida, quando crede che una donna sia superficiale perché si trucca, quando “una donna non é femminile” se si veste come un uomo o se ha qualche chilo in più o se non é strafiga come una modella, quando crede che l'abbigliamento di una donna significhi “ehi, guardami, voglio essere molestata!”, quando in tribunale per stalking, stupri e omicidi viene condannato a pochi anni di carcere, viene celebrato quando l'uomo si sente il re della giungla, superiore alle “inutili e deboli” donne. La donna verrà celebrata solo quando gli uomini la riterranno un suo pari, ma la luce in fondo al tunnel é ancora troppo lontana, eppure la speranza di afferrarla non ci deve abbandonare. Dunque se sei uno degli uomini sopracitati, abbi la decenza di tenerti per te gli auguri e le mimose perché niente e nessuno potrà mai consolare le miriadi di violenze che da secoli si consumano sulle donne.

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“Vivere una relazione a distanza è dura, dura davvero. E non è per tutti: è per chi ama tanto. Perchè devi amare tanto per sopportare la sua mancanza, per farti bastare quel poco tempo trascorso con chi ami. Devi amare tanto per comprendere i suoi stati d’animo, trasmettergli il tuo amore per la maggior parte delle volte tramite un telefono o un pc. Devi amare tanto per non per crollare quando vorresti un suo abbraccio, una carezza, averlo accanto a te.. ma lui non c’è. Devi amare tanto per non buttare tutto all’aria e cercare una storia piú semplice. Devi amare tanto per resistere a tutto questo. Amare follemente.”

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“Accade assai raramente, ma ogni volta che accade, una parte di paradiso cade sulla terra. Accade tra due persone: né dipendenti, né indipendenti, ma in profonda sincronia tra loro; come se respirassero uno per l’altra, un’anima in due corpi: ogni volta che accade, accade l’amore.”

— Osho

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Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
Pablo Neruda
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E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse.

Milan Kundera, La vita è altrove

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unamezzaluna
“A volte mi prende qualcosa che non so definire: non è angoscia, non è desiderio, è un ignoto tumulto interno che minaccia di lacerarmi il petto, che mi stringe la gola.”

— J. W. Goethe, i dolori del giovane Werther.

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Ho imparato che i grandi amici di sempre possono diventare perfetti sconosciuti e che, al contrario, uno sconosciuto può diventare un amico inseparabile. Ho imparato che il “mai più” non si avvera mai e che il “per sempre” finisce sempre. Ho imparato che il “vissero felici” è la fine di ogni favola e che nella vita, la conclusione di qualche cosa, lascia sempre la delusione in bocca. Ho capito che tutti abbiamo qualcosa da perdere e non è vero che rischiandola si perde. Chi rischia non perde nulla. Anzi, chi non rischia non vincerà mai. Ho imparato che se vuoi fare una cosa, puoi farla. Nessuno sarà in grado di impedirtelo e se sarai determinato la otterrai anche. Ho imparato che certe occasioni vanno prese al volo, e come le persone, bisogna saperle cercare sin da subito, perché domani potrebbe essere troppo tardi. Ho imparato che certe volte il dolore è inevitabile, ma soffrire è facoltativo. Ho imparato che non tutto dipende da noi e non è sempre detto che ciò che ci accade sia programmabile o controllabile. Ho capito che un errore di per sé, lo si può commettere una volta sola. Non puoi commettere lo stesso errore due volte, la seconda volta che lo fai, non è più un errore ma una scelta. Una volta ho pensato di stendere una lista dei miei errori, dei miei peccati, dei miei passi falsi. Così ché, se mai un giorno finalmente ti incontrassi, te le farei leggere perché tu possa accettarmi per quella brutta, brutta, brutta persona che sono. Ma se anche tu lo facessi e scambiassimo la lista, rideremmo per la totale mancanza di originalità. Perciò tranquilla non sei peggio di chiunque altro.

  Damiani Manlio, ”Memorie di un viaggiatore distratto”  

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mispecchio

La leggenda del filo rosso 赤い糸 (akai ito) del destino, è una credenza molto diffusa in Giappone, che si rifà a un’antica leggenda cinese. La leggenda narra che ognuno di noi nasce con un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra. Questo filo ci lega indissolubilmente alla persona cui siamo destinati: il grande amore, per noi occidentali la nostra anima gemella. Le due persone così unite, sono destinate a incontrarsi, non importa il tempo che dovrà passare, le circostanze o le distanze che le separano. Perché, il filo rosso, sarà lunghissimo e fortissimo e non si spezzerà mai. Il legame che simboleggia è forte, indissolubile, e niente e nessuno potrà metterlo alla prova.

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“Supponiamo che tu sia in grado, ogni notte, di fare qualsiasi sogno tu voglia; naturalmente, immergendoti in quest'avventura di sogni, cominceresti ad esaudire ogni tuo desiderio. Sperimenteresti ogni tipo di piacere durante il sonno, e dopo parecchie notti penseresti che è stato grandioso. Ma ora, supponiamo che ci sia una sorpresa, un sogno che non sia sotto il tuo controllo: qualcosa che sta per accaderti, ma non sai di cosa si tratti. Faresti molte congetture su quel che sei in procinto di sognare, per poi infine sognare te stesso in questo momento. Se ti svegli da questa illusione e comprendi che il nero implica il bianco, il sé implica l'altro, la vita implica la morte, potrai sentire te stesso non come un estraneo nel mondo, non come un qualcuno in libertà vigilata, non come un qualcosa che è arrivato qui per caso, ma potrai cominciare a percepire la tua esistenza come assolutamente fondamentale. Quel che tu sei in sostanza, in fondo in fondo, molto, molto all'interno, è semplicemente il tessuto e la struttura dell'esistenza stessa.”

— Alan W. Watts

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