UN INIZIO ED UNA FINE
Caro diario.. Direi che queste sono le parole che solitamente si usano quando ti racconti con un foglio di carta ed una penna. Oggi vorrei raccontarti la mia storia, forse per te risulterà strana,pazza,eccessiva; descrivila come vuoi ma io ho bisogno di raccontarti,una specie di ultime parole prima di morire. Mi chiamo Eleonora ed ho 16 anni, circa due anni fa iniziai il mio primo anno di superiori; non conoscevo nessuno e nessuno voleva conoscermi mi guardavano da lontano squadrandomi dall'alto al basso come se fossi un alieno o meglio come se io fossi una di quelle che se la tirano, ma io ero totalmente il contrario. Erano le 8:00 del mattino ed io mi trovavo davanti al portone di scuola guardavo i ragazzi e le ragazze che erano impegnati a parlare con i loro amici nei loro gruppi. Mi faci spazio fra le persone ed entrai nella scuola, non sapevo dove andare non volevo nemmeno essere in quell'edificio eppure c'ero e,fino a prova contraria, nonostante io volessi rendermi invisibile non possedevo alcun tipo di mantello dell'invisibilità perciò mi incamminai nei vari corridoi. Arrivai finalmente davanti alla porta della mia classe la aprii e all'interno vi erano altre ragazze e ragazzi come me,o meglio, della mia stessa età seduti tra i banchi con il proprio amico/a portata dalle elementari con se mentre io ero sola,sola e basta. in quell'istante che passó tre l'entrata della classe e l'arrivo al mio banco mi imbattei in un sguardo di un ragazzo dagli occhi Marroni,dal fisico di uno sportivo e dai capelli castani che mi ricordavano il colore della Nutella; in quel istante stesso sentii dentro me come una fitta allo stomaco, ed era una strana sensazione che prima d'ora nella mia vita non avevo mai provato,alla fine feci finta di non averla sentita e mi diressi al mio banco anche con molta velocità poiché non sono mai stata il tipo di ragazza che adora stare al centro dell'attenzione. Feci le mie sei ore di scuola e poi mi venne a prendere mia madre per portarmi a casa per poi scappare di nuovo a lavoro;E così accadde per i giorni e i mesi successivi, la mia vita era piuttosto monotona fino a quando questo ragazzo,il primo fra tutti della mia classe, mi rivolse la parola; ero molto timida ed emozionata allo stesso tempo però mi sentivo una principessa,non so il perché però mi sentivo come una dea davvero. Per la prima volta qualcuno mi aveva rivolto la parola invece di parlare con il compagno di banco senza staccare mai gli occhi da me e senza mai parlare di quando mi vestissi male o di quando fossi asociale. Quel ragazzo mi incominciò a piacere sin da subito,amavo il modo in cui si sistemava i capelli,il modo in cui camminava oppure la sua voce.. Mi piaceva tutto di lui così dopo 2 mesi di scuola passati tra studio e provare quella strana sensazione di fitte allo stomaco mi rivelai a lui. Era la notte di Natale gli scrissi un messaggio uno di quei messaggi poetici composto dalle classiche frasi bellissime che leggi nei libri d'amore oppure quelle frasi che scrivono Su Tumblr,ebbene non ho mai posseduto fantasia ma tantomeno prima d'ora mi ero rivelata a qualcuno. Questo ragazzo la mattina di Natale mi rispose non mi aspettavo una risposta del genere eppure mi aveva risposto che non ero il suo tipo,ma che mi sarebbe sempre stato accanto dicendomi che il mondo è brutto ed io dovevo essere protetta. Mi sentivo distrutta ma allo stesso tempo stavo bene perché dopotutto il ragazzo per cui avevo preso una cotta mi aveva risposto e in un certo senso mi aveva rivelato che lui,alla fine, ci teneva a me. Il lunedì dopo le vacanze di Natale ricominciò scuola e tutto mi sembrava perfetto ma era appena cominciato l'inferno, quello che reputavo ragazzo che teneva a me aveva fatto leggere il mio messaggio al Suo migliore amico e quest'ultimo lo aveva inoltrato via whatsapp a tutta la mia classe, così diventai lo zimbello da prendere in considerazione sempre e comunque; non volevo crederci che la persona che "amavo" la stessa persona che aveva detto di tenere a me mi aveva fatto una simile cosa. I giorni seguenti furono ancora peggio, lui mi stava uccidendo con le parole... Diceva che ero solo una bambina stupida, che ero brutta, che sognavo ad occhi aperti e che per questo non sapevo cosa mi circondasse; così la sera,una volta tornata a casa piansi per tutta la notte credendo che fare versare lacrime sul mio viso mi avrebbe aiutato a superare il dolore che sentivo dentro ma non fu così. Passarono altri giorni ed un altro mese in quel inferno chiamato SCUOLA, facevo finta di stare bene sorridendo sempre e fregandomi degli altri ma appena tornavo a casa quella magnifica corazza della mattina crollava subito, nel giro di pochi secondi. passarono altri giorni,altre Ore,altre settimane fino ad arrivare al momento decisivo per la mia distruzione... Quella che era definita la classica ragazza facile,quella da evitare era diventata la fidanzata del ragazzo che nonostante tutto il male ancora mi piaceva, li mi distrussi in modo completo; inventarono canzoni offensive contro di me, mi buttarono dalle scale e risero di me, tutta la scuola. Così quella sera ero a casa di mio padre, presi dal bagno una lametta e la puntai sul polso.. Feci scorrere tanto di quel sangue che nemmeno quando avevo il ciclo perdevo. Credevo di morire,volevo andarmene via ma non puntai bene la lama sulla vena. Passarono altri giorni e il dolore che sentivo diventava sempre più forte,sempre più costante,mi sentivo una ragazza forte, lo facevo credere a tutti quanti tanto da idolatrarmi per questo, ma poi un ragazzo venne a conoscenza dei miei tagli,delle mie ferite profonde e diventai lo zimbello di tutta la scuola, non ero più solamente la ragazza sola,asociale ora avevo acquisito il titolo di autolesionista e depressa. Passarono altri giorni e i tagli non mi bastavano più affogai i miei sentimenti nell'alcol e nelle sigarette, ero capace di scolarmi una bottiglia di vodka gelata in meno di un minuto e di finirmi un pacchetto di sigarette da venti, ovvero un ventone, in nemmeno un ora. Ero diventata una ragazza malata.. Una da ricovero, sembravo una ragazza uscita dal film NOI I RAGAZZI DELLO ZOO DI BERLINO con la piccola differenza che io non mi bucavo ma non mangiavo più nulla, credevo che il cibo mi faceva male molto più dei tagli, molto più dell'alcol o delle sigarette; mentre forse era tutto il contrario. Alla fine di scuola venni promossa senza debiti e me ne andai al villaggio da mio padre per dimenticare ogni cosa, e in effetti ci riuscii grazie alle meravigliose persone che incontrai,mi dimenticai di quel ragazzo ed ora le cose che sono rimaste sono le Sigarette, le cicatrici su tutto il corpo e alcool. Per quanto riguarda quel ragazzo? Beh lui si chiama Alessio si è fidanzato di nuovo,sembrerebbe una storia seria ma a me non importa l'unica cosa che vorrei è farlo soffrire tanto da farlo morire,da farlo sprofondare nell'oblio... propri come mi sentivo io ovvero di merda, vorrei che si sentisse lui.