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Insanity and happiness are closely related

@ilpessimista / ilpessimista.tumblr.com

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Ah, il mondo moderno: con un gran cervello fai il ricercatore precario, con due grandi tette fai l'influencer.
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BDSM and Zen

Le vacanze di natale danno tempo per riflettere. il 2018 è stato uno dei miei anni più complicati, certi momenti sembrava che stessi cercando di ficcarmi un ombrello in culo senza chiuderlo, un’attività inutile e terribilmente dolorosa. Ho cambiato lavoro, accettando che il posto in cui ho speso gli ultimi cinque anni e coltivato i miei affetti e passioni non era quello giusto, ho buttato tutto alle ortiche e ricominciato altrove, spezzandomi il cuore per poterlo ricostruire meglio. Allo stesso tempo, la storia d’amore in cui credevo ciecamente, quella con la persona che più mi ha colpito in vita mia è andata affanculo dall’oggi al domani forse anche per colpa mia. E come quando tutte le cose vanno affanculo puoi fare due cose, dare la colpa al mondo, alla sfiga, agli altri, o interrogarti su cosa avresti potuto fare meglio, non per cambiare te stesso ma per rispettare la persona che avevi al tuo fianco, per farla sentire a suo agio e felice. E siccome è un’autoanalisi che mi è costata tempo e fatica, credo che valga la pena condividerla, non si sa mai risparmi rotture di cazzo a qualcun altro.

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Quello di cui mi sono reso conto è che il piacere, sia esso fisico ed emotivo, esiste solo in contrapposizione alla sua assenza. Così come nel principio filosofico dello yin yang il bianco esiste solo come contrapposzione al nero e viceversa. Se uno dei due dovesse prevalere sull’altro, si annullerebbe a sua volta, perchè l’assenza del suo opposto impedirebbe di percepirne la presenza. Per cui, per poter dare piacere, dobbiamo essere capaci di trattenerne la fonte allo stesso tempo, altrimenti un costante stato di piacere ci renderebbe impossibile percepirne la presenza. Funziona un po’ come lo zucchero, per percepire la dolcezza di un piatto, dobbiamo essere capaci di usare lo zucchero quando necessario, un suo uso costante non farebbe altro che desensbilizzarci alla dolcezza e richiederne dosi sempre maggiori al fine di poterne godere. L’orgasmo esiste, perchè non viviamo sborrando, ho sintetizzato ad un mio amico.

Se applichiamo questo principio all’amore, ci rediamo conto che questo circolo vizioso può solo condurre ad una quantitò di amore e affetto che diventerà presto insostenibile per l’amante, senza di fatto genereare alcun piacere nell’amato. 

Per cui, forse il segreto della felicità in amore, non è amare sempre comunque e tanto, ma amare il giusto e non aver paura di non dimostrare costantemente questo amore, anche se ci sembra di mancare ad un nostro dovere o di mettere in fuga la persona che amiamo. Perchè così facendo aiuteremo chi ci sta accanto a godere delle nostre attenzioni, dei nostri gesti e sul lungo termine lo renderemo più felice che affogandolo in gesti ed attenzioni. 

Ecco, forse è questo il grande insgnamento che ho ricevuto dal 2018, che a amare è liberarsi della paura di non amare e di perdere la persona che abbiamo accanto, di sentirsi liberi di dare il giusto senza aver paura di ferire o di mancare, perchè a volte è proprio da quella mancanza che nasce la felicità.

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Caro Babbo Natale

Vorrei poter guardare al futuro con interesse invece che con timore.

Vorrei che le persone capissero che nessuno di noi in fin dei conti ha chiaro come funziona il mondo e che per migliorare le cose l’unico modo è smettere di darsi colpe l’un l’altro.

Vorrei poter tornare in Italia senza avere la sensazione di andare in ospedale a trovare un parente ammalato.

Vorrei che mio nipote potesse vivere in un mondo in cui si pensa prima alla felicità che alla produttività.

Vorrei che i miei genitori si potessero godere gli anni che hanno davanti, invece di restare ancorati ai loro doveri per la paura di sentirsi inutili senza di essi, perchè la felicità non è mai una cosa inutile.

Vorrei che si cercasse di influenzare più le idee delle persone che i loro consumi e magari non postando tette e culi, ma opinioni.

Vorrei potermi ricordare di quando sono stato innamorato senza dovermi ricordare di quando mi hanno spezzato il cuore.

Vorrei potermi fidare degli altri, perchè è la cosa giustà, senza che essere tacciato di ingenuità.

Vorrei potermi raccontare senza il dubbio di essere frainteso, giudicato.

Vorrei poter lasciarmi alle spalle il passato, sapendo che c’è di meglio ad aspettarmi, senza la paura di avere perso, qualcosa di insostuibile.

E lo so, forse nemmeno una di queste cose è lontamente possibile, ma credimi, se avessi bisogno di un maxitelevisore del cazzo, non starei qui a scrivere a te.

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To kill a dream

Credimi, vorrei che questa notte non finisca mai. Vorrei svegliarmi domani come stamattina, con una giornata qualunque ad aspettarmi fuori dalla porta, con la superflua noiosa routine dell'ufficio e dei suoi stanchi rituali da lasciarmi scorrere sulla pelle, con il profumo di una cena per due ad aspettarmi al mio ritorno. Ma non sarà così, quando varcherò quella porta ci sarà il sole di un feroce cambiamento ad aspettarmi ed i graffi sulla mia pelle bruceranno sotto il sale gelido della mia insostenibile routine, quando un sorriso e un "va bene" non basteranno a nascondere ciò che sento. Ma certi cambiamenti sono necessari, anche se ne hai paura. A volte un sognatore deve avere il coraggio di uccidere il suo sogno più prezioso per difendere la sua capacità di sognare ancora. Ma lasciami quest'ultima notte, lascia che ami questo sogno come se fosse eterno, come se non ne avessi paura, come quando mi teneva vivo invece di uccidermi, lascia che viva un'ultima volta, come se domattina non venisse mai. Anche se domani quando uscirò da quella porta di tutto questo resteranno solo le pagine sbiadite di un block notes a ricordarmi che sono stato vivo, che ho ballato con la vita urlando al mondo il mio amore per lui, e che potrò essere ancora vivo, se avrò la forza di non aver paura ad osare di sognare, di amare, qualcosa, qualcuno, di nuovo.

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Stairway to existence

I guess "existing" itself is the process of transforming our subjectivity into objectivity.

The rest are just words we call ourselves with.

But "existing" is transforming our feelings into thoughts, our thoughts into words, our words into ideas, our ideas into commitments, our commitments into actions our actions into change.

If you don't get stopped before by shame, culture, fear, resistance. But to begin with, selfishness.

And throughout all this process, it's much easier to give up when your intentions are kind, when your care more about not hurting others, than the change itself.

No wonder how many people give up.

Don't let those assholes win.

If your intentions are noble, don't give up.

Don't be one of them.

Don't give up on existing.

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Sono quel tipo di persona a cui riescono più facili le dichiarazioni dei redditi che quelle d'amore.

IlPessimista

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Anonymous asked:

nel tuo post sul fare e farsi fare male, a cosa ti riferivi, in maniera più concreta?

Alla tizia che ti bidona la sera di un appuntamentoAl capo che ti cazzia per una minchiataAl professore che ti convince che sei troppo scemoAgli amici che ti sfottono perché fai cagare a calcettoA tutti quelli che ti dicono di non prendertela e che sei permaloso o suscettibile. A tutte quelle facce di cazzo che ti convincono che è giusto farsi un po' di male a vicenda perché è divertente, perché è il loro modo per farti crescere, invece di rispettarsi e amarsi.A questo.

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Questo non è il post che volevo scrivere

Alla fine, puoi dividere il mondo in due categorie. Quelli che accettano che gli venga fatto del male perché vogliono riservarsi il diritto di fare del male ad altri. E quelli che non accettano che gli venga fatto del male perché si rifiutano di farne ad altri. Oggi ho deciso dove stare. Per anni ho pensato che fosse giusto subire, a patto di non fare del male a nessun altro, per fermare il ciclo. Grande cazzata. Se fai così non fermerai mai un cazzo di nulla perché a chi fa del male non frega un cazzo di te, e chi non riceve del male non si accorge del tuo sacrificio. La vita non è porgere l'altra guancia. Ma scansarsi e ribellarsi, far capire a chi sta dall'altra parte che non è giusto soffrire per forza, che non siamo sbagliati per avere un'anima. Troppi vogliono convincerci che la soluzione ad un mondo a cui non frega un cazzo di te è smettere di sentire, di amare, di emozionarti. Perché se no fa troppo male, meglio essere "comfortably numb". Alcuni lo chiamano crescere, te lo spacciano pure per un risultato lavorativo, diventare distaccato. La soluzione invece è sentire più forte, fino a che farà male al punto da incazzarti, da urlare "Basta porcodio, voglio solo essere umano" senza morire da automa, senza barattare la tua anima in cambio di un po' di pace. Perché il mondo funziona solo se ci rifiutiamo di farci del male vicenda e urliamo in faccia agli altri il nostro diritto ad essere umani, invece di stare zitti ed incassare, nella speranza di rifarci su qualcun altro, un giorno.

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Seriamente: "rotta per casa di dio" è stata disco di platino. Max Pezzali ha trasformato la serata in cui si è perso ed è finito all'autogrill in > 50000 copie vendute. Ora, alle prossime elezioni, a chi volete affidare il futuro del paese?

IlPessimista

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Listening to Janis

Ciao Matteo,

Sì, sono lo zio. Lo so, non sai leggere e di certo non hai tumblr, quindi scusami se ti prendo in prestito per scrivere una cosa importante. Forse un giorno la leggerai o forse te la racconterò di persona, ma per ora la metto qui, per non perderla, visto che il tipo di memento mi da la paga in fatto di memoria, meglio prevenire, alla mentadent. Lo so, fa un po' strano ma volevo ringraziarti, perché mi hai aiutato a capire il mio errore più grosso, anche se non lo sai. Vedi, quando sono partito, prima che tu ancora nascessi, l'ho fatto perché ero arrivato alla fine di un percorso, avevo demolito me stesso, mi ero ricostruito ed avevo appena imparato a vivere con il mio nuovo io.

Ma il mondo attorno mi andava stretto, chi mi conosceva si aspettava da me di essere come non volevo più, o forse credevo. Ed continuavo a chiedermi se altrove, in un mondo in cui nessuno si aspettasse nulla da me, sarei finalmente potuto essere quello che volevo essere e ricostruire la mia vita, la mia professione. E così l'ho fatto, sono saltato su un aereo, e sono andato dove nessuno mi conosceva per cercare di convincerli che fossi un'altra persona e convincere me stesso della stessa bugia. E ce l'ho fatta, in fondo. Anzi ho fatto di più, sono andato oltre tutte le aspettative, però ho dovuto chiudere la mia storia in un cassetto e inventare un'altra persona, matura, seria, affidabile, forte e rincorrere tutte le aspettative che mi volevano così, le mie e quelle altrui. E più andavo avanti, più passavo tempo a vivere nelle aspettative del mondo, peggio stavo, ma non capivo perché. Eppure avevo tutto, casa, stipendio, carriera, lavoro. Forse solo l'amore mancava. E non capivo perché. Perché andassi a fondo, nonostante nuotassi fortissimo.

Poi sei arrivato tu. Non l'ho capito subito, mi ci è voluto un pochino, in fondo non ci vediamo molto spesso. Credo di esserci arrivato quest'estate tornando a casa, quando ho aperto la porta e mi sei corso incontro, per abbracciarmi un ginocchio (e darmi una testata nei coglioni). Noi non parliamo, tu da me non vuoi nulla, ne io ho mai fatto nulla per attirarmi il tuo affetto. Eppure mi vuoi bene, senza un perché, e con le tue frasi sconclusionate su pullman gialli e blu, ami il mondo alla stessa maniera, perché il mondo è bellissimo, e non c'è bisogno di una ragione per amarlo, in fondo. Poi la sera, parlando con il nonno, mi ha detto una cosa che ricorderò per sempre: "Matteo mi ricorda te, non ha un briciolo di cattiveria in corpo o di vergogna, ed ogni tanto sono preoccupato".

Ed ha ragione, lo so, sono un vecchio di trentacinque anni per te, ma io e te siamo lo stesso bambino. Anche se ho la panza, sono stempiato e alto quattro volte te. Sono ancora quel bambino impacciato e curioso, che ama le persone senza un perché, solo perché le persone sono bellissime dentro, anche se in tante non sanno di esserlo e credono di essere orribili talmente tanto da comportarsi di conseguenza. Forse se anche loro sapessero di essere solo bambini con la panza, smetterebberlo di farlo.

Ed ho capito perché affondavo, perché avevo smesso di essere un bambino, per cercare di convincere tutti di essere come il mondo vorrebbe l'uomo che dovrei essere secondo loro. E la pressione di soddisfare tutte quelle aspettative, mi faceva vergognare di essere un bambino troppo vecchio, ed invece di mostrare me stesso ed il mio amore al mondo, con frasi sconclusionate e gesti goffi, lo tenevo nascosto. Ed ero soddisfatto della cosa, dei risultati. Ma non capivo che essere soddisfatto non è essere felice. La soddisfazione è quella sensazione che abbiamo quando rispettiamo tutte le regole, le aspettative e leggi del mondo mondo. Avere una carriera, essere in forma, comprare la macchina, la casa, dei bei vestiti. Ma essere felici e amare, avvengono quando siamo noi stessi, a dispetto delle aspettative del mondo nei nostri confronti. La gente ci amerà lo stesso anche se non rispetteremo tutte le regole, anche se saremo perfetti, a patto di amarli e avere a cuore la loro felicità.

Ed è così che ho capito che non ha senso reinventare se stessi, cercando di spacciarsi per chi non siamo solo per cercare di dimostrare qualcosa a noi stessi o al mondo. Se accettiamo di essere imperfetti e non lo nascondiamo al mondo, se saremo sicuri della bellezza del nostro disastro di vita e chiederemo al mondo di aiutarci, non a correggerlo, ma a renderlo più spettacolare, saremo finalmente felici. E potremo amare senza un motivo, abbracciare ginocchia e fare fantasie su pullman che volano o un mondo migliore senza paura, lasciando che il mondo ci prenda magari per matti, ma felici.

Perché alla fine, la lezione più importante per diventare adulti è non aver paura di rimanere bambini, a prescindere da che ne pensi il mondo. E ti ringrazio per avermelo ricordato, con una testata nei coglioni.

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Forse non tutti sanno che...

- Il tuo cane non sa leggere

- tua nonna morta non ha la connessione internet all'inferno

- I tuoi figli di 8 anni non hanno un account Facebook e se lo hanno dovresti seriamente rivedere i tuoi skill di genitore

- Tuo padre/madre/sorella/fratello sta nella stanza accanto, puoi dirglielo anche di persona che gli vuoi bene

- al mondo frega più o meno un cazzo di quanto ami tuo marito

Quindi i post dedica non servono a un cazzo se non a compensare la tua insicurezza.

Grow a pair and move on.

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IAn open letter to my nephew

You didn't ask to be born, none of us did. We were all put into this game by someone else. Some of them did it because they were enjoying this game so much they wanted to invite someone else to play. Some others because they wanted to give sense to this game by passing everything they learnt to another player before quitting. The rules, their gear, their strategy and tricks. A list of rights and duties that should help you to make sense of this. Soon or late you may start to believe that the goal of the game is following the rules and the strategy that has been passed on to you, but it's not.  The real goal is to enjoy playing.

Laws, religion, morality, politics, none of them makes sense if it's not helping you or someone else enjoying life. Therefore you've only one inalienable right and one mandatory duty: to have fun during this time, during your ride into consciousness, and to help others have fun during theirs or, at least, to not hinder them whenever it's possible. And that goes for work as well, its goal is not to sell as much as possible, or making the most profit out of it, or to be better than the other players, it should be the to contribute to the happiness of others while getting in return what you need to pursue yours. And if the rules you follow are not helping you to enjoy this time or are not making sure someone else is, they should be changed, no matter how many people know and use them. Because eventually life is a game and games are not made out of rules, they are made out of fun.

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I'd like to buy Apple products, but if I've to join a cult that will take all my money, I'd like it to be a less annoying one, like Scientology.
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Don't need reason, don't need rhyme...

Mi fa fortemente incazzare che ho un cervello in grado di capire il funzionamento di blockchain, ma completamente incapace di capire l’amore. E dire che mi ci sono dannato per anni. 

Ed alla fine, forse, ci sono arrivato. Non si può capire l’amore, così come non si può capire la vita, o capire la musica. Quando nasciamo, prima che il pensiero esista, possiamo solo sentire. Capire, ragionare sono una conseguenza di sentire e non viceversa. Per cui possiamo capire un ragionamento, ma possiamo solo sentire l’amore, la felicità, la tristezza, e più ci danniamo a cercare di dargli una spiegazione, una diagnosi, più questo ci sfuggirà. 

Potreste voi spiegare un colore o un suono, un sapore? 

No, potete solo sentirli, provarli. E lo stesso in fondo vale per la vita, non è possibile spiegarla, non ha un senso, se non quello che in fondo decidiamo di darle, per cui cercare la ragione giusta per cui vivere, lo scopo, è solo un modo stupido di perdere tempo, perché ognuno di questi è valido tanto quanto gli altri. Non ce ne sono ne di migliori ne di peggiori. Come i colori, i suoni, o i gusti. 

E troppe volte ci danniamo perché non riusciamo a capire la vita, l'amore, la felicità, perché non troviamo la formula magica per generarle, spiegarle, dimenticandoci che, in fondo, come la musica, basta sentirle.

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Lucy in the sky with plasmon

Scrivo questo post perchè mi serve una mano: oggi credo di aver rotto il mio cervello. 

O almeno la parte che mi rendeva, fino a stamattina, un produttivo e integrato membro della società. Vedete, è dura spiegare cosa sia successo senza un doveroso preambolo: da ormai alcuni mesi sto sperimentando sostanze psichedeliche, nello specifico LSD. 

Ora, non sono certo qui per fare promozione, anche se penso che tutti quanti un giro su quella giostra dovrebbero farselo. Voglio dire, prima di partecipare al blue whale forse dovreste prendere in considerazione l’idea di prendere un acido, magari imparereste qualcosa, e se non imparate un cazzo, allora siete abbastanza scemi per farvi convincere da un brufoloso hacker russo a camminare sulle rotaie del treno. Addio e grazie per tutti gli hashtag.

Ad ogni modo oggi avevo la giornata libera da impegni, per cui ho deciso di farmi una chiacchierata con dio, ed appena ho finito di pulire l’appartamento ho preso due fogli, messo su Bowie nello stereo e mi sono coricato sul divano. Nelle due ore successive mi sono sciolto nell’aria e confuso alle note di ziggy stardust, sono stato risucchiato fuori dalla finestra del salotto e sono volato sopra i tetti del mio quartiere come polline a primavera, fino a che la mia cazzo di natura di essere umano non mi ha richiamato alla base. Avevo fame. O come disse quella zoccola dei ferrero rocher “voglia di qualcosa di buono”.

Ma ahimè, complici la fottuta prova costume ed un matrimonio incombente, la mia dispensa era ricca di verdura, ma un cazzo che fosse ascrivibile alla suddetta categoria, ammesso che per “qualcosa di buono” voi non intendiate una zucchina su per il culo.

Sarei potuto uscire, ma ero terrorizzato dall’idea di presentarmi davanti al cassiere del supermercato. Chissà cosa avrebbe pensato, come avrebbe reagito. Meglio evitare, meglio stare nascosto. E così colto dallo sconforto mi sono messo a lavare i piatti.

E mentre lavavo i piatti, la mia testa non stava ferma. 

E’ forse qualcosa di cui mi vergogno? No. 

Sto facendo del male a qualcuno? No.

Mi rende una persona migliore? Sì.

Mi rende felice? Sì.

Ed allora qual’è il problema? E’ che ci sono leggi, morali, costumi, che dicono che ciò che fai è sbagliato. Che te ne devi vergognare. Che devi abbandonare ciò che ti rende felice perché qualcuno ha deciso, non sappiamo bene come e quando, che tutto ciò è sbagliato. Anche se non fa male a nessuno.

No, mi dispiace. Mi dispiace che ci siano delle leggi, delle morali, delle religioni, dei costumi, delle aspettative nei miei confronti che dicono che non posso essere felice nel modo che voglio. Mi dispiace perchè so che ci credete e non voglio contrariare nessuno. Ma io non ho firmato un EULA quando sono nato, non ho venduto le chiappe alla Apple ne tantomeno il mio cervello allo stato civile. Sono solo nato, queste regole non le ho chieste io.

Ed ho capito che questo sentimento è quello che accomuna tutti coloro che si ribellano. Quando realizzi che nessuna legge, regola e convenzione è talmente importante da poter prevaricare la felicità delle persone e la loro possibilità di condividerla col mondo. Perchè siamo generazioni cresciute con il terrore di condividere le nostre passioni perché le regole del mondo dicono che non va bene. Lasciamo gli altri a brancolare nel buio, alla ricerca casuale di un modo per darci gioia, per poi lamentarci che nessuno sa capirci quando basterebbe soltanto dirglielo.

Cristo è come se ci fosse una legge contro la condivisione della posizione del punto G.

Per cui mi spiace, di cuore, ma non spenderò più un solo giorno a rispettare queste vostre regole, se mi impediranno di essere felice senza garantire la felicità di nessun altro nel mondo.

Ho chiuso l’acqua e forte di questa convinzione sono emerso dal mio appartamento, senza paura, senza ansie. Felice. Sono sceso al supermercato e ho preso una confezione di biscotti per l’infanzia, un barattolo di nutella e dopo 3 pin del bancomat sbagliati sotto lo sguardo attonito del cassiere, e una corsa per recuperare la nutella che ho dimenticato in cassa, sono andato al parco a mangiarmeli al sole con tanti cazzi di matrimonio e prova costume.

Ed ora sono qui sul letto, che penso a quando sarò in ufficio lunedì, e dovrò maltrattare il prossimo per una consegna in ritardo. Come farò, sapendo che nulla è più importante della felicità altrui? Come farò a provare passione per gli incassi di una multinazionale, per la mia carriera, per “il cliente ha sempre ragione”? Come farò a ricomporre il mio cervello nello stesso modo in cui funzionava fino a ieri?

In tutta onestà, spero di non riuscirci.

E spero che anche gli altri cervelli, si rompano allo stesso modo, se già non lo sono. E che invece di arrabbiarci per leggi, morali, religioni, nazionalità impariamo tutti quanti a condividere ciò che ci rende felici col mondo ed a non giudicare ciò che rende felici gli altri, perché in questi comportamenti sta il vero dramma della solitudine umana.

Però non andate a intasare le casse dei supermercati tutti schizzati, quello farebbe incazzare anche me. Biscotti e nutella, comprateli prima. 

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Omeopatia portami via

La prossima volta che conoscete un sostenitore dell'omeopatia, non assillatelo con prove e domande scientifiche. Usciteci a cena. nDivertitevi. Parlate di calcio e figa. nE dopo cena andate in un bar a bere e offritegli uno shottino alla sua salute. E quanto lo sputerà sul banco chiedendovi “Ma è acqua?” rispondete con calma: n“No, è la tua cazzo di vodka omeopatica”.

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