Il mio saluto finale, una foto del mio faccione in preda alla varicella (mi è appena uscita dunque non ho molti puntini in volto). L'espressione non può essere allegra per questo motivo, e perché mi sembra orribile il pensiero di lasciarvi. In questi cinque mesi vi ho descritto una parte del mio mondo, mi sono aperto al pubblico in una maniera a me totalmente sconosciuta. Talvolta vi ho scritto cose interessanti, talvolta molto meno per mancanza di idee o stanchezza in periodo di esami; chi mi ha letto spero sia riuscito a farsi un'immagine dettagliata di Liegi, del Belgio, attraverso i miei interventi.

Tuttavia la mia speranza è che il mio blog non sia stato letto da qualche futuro partente proprio per il Belgio, per il semplice motivo che è molto più bello scoprire le caratteristiche di un luogo nuovo affidandosi ai propri sensi e alla propria capacità di giudizio, piuttosto che a quelli di uno sconosciuto. Perciò, mio caro pubblico, se mi avete seguito, prendete con i guanti tutto ciò che ho scritto. Non pensavo che mi sarei tanto affezionato a questa iniziativa, sebbene non sia stato uno dei suoi più ferventi sostenitori, in relazione al materiale da me pubblicato; eppure credo che questa sia una delle cose migliori che mi siano capitate da parecchi anni, e sono stato felice di averne fatto parte.

Voi che prenderete il posto di noi otto, vi auguro di innamorarvi dei luoghi che visitate e in cui vivete, è l'unico modo per riuscire ad avere più di una patria, ed essere policittadini!

Il Governo belga da qualche tempo si è proposto di scoraggiare l'uso intensivo, maniacale dei social. In questo spot in particolare, ne denuncia la grande negazione di ogni principio di privacy. In un altro, che vidi quando ero a Liegi, invogliava le persone a parlarsi di persona, piuttosto che da un monitor. Ovviamente poi non mancano le contraddizioni: molti politici belgi hanno il loro account Twitter e postano regolarmente, emblematico ad esempio il post provocatorio di Elio Di Rupo a Obama in occasione di Belgio-Usa.

"Ricorditi di me, che son la Pia;

Siena mi fé, disfecemi Maremma: salsi colui che 'nnanellata pria disposando m'avea con la sua gemma"

Poco più di due anni fa diedi il mio primo esame di Lingua Francese: lo superai con estrema difficoltà, nel senso che studiai duramente per uscirne con un voto accettabile. Nelle attese delle varie prove di cui si compone l'intero esamone, notai la lista degli ammessi all'orale a Lingua Francese 3 di quell'anno: nessuno. Scoprii poi che mediamente lo passavano in 5 o 6, per ogni venti che ci tentavano, insomma il rapporto era quello. Pensai che a fare quell'esame non ci sarei mai arrivato. A poco più di due anni da quel pensiero, non solo all'esame io ci sono arrivato, ma l'ho anche superato col massimo dei voti.

Da quando sono tornato mi sono reso conto che a Napoli è scoppiata la moda delle fritterie modello belga/olandese. Si sforzano di imitarle il più possibile, ma non ne sono capaci.

Ho finito gli esami, sono in vacanza ed avevo giusto recuperato un po' di umore da farmi avere il coraggio di postare qualcosa. Ho tante foto e storie da raccontare ancora, ma di fronte alle varie tragedie di oggi non ho più voce. Nel mio microcosmo, ho dato il mio ultimo esame di Francese e va tutto bene. Attorno a me invece, tutta un'altra storia.

A Liegi. in passato

La cité ardente (anche se lì fanno 5-6 gradi in meno)

Lo studio di Michel Foucault.

Ero all'Ufficio Relazioni Pericol...Internazionali della Federico II, alle prese con la burocrazia di sorta con cui noi Erasmus veniamo letteralmente strangolati. Un ragazzo in fila con me, sbirciando il mio nome sui documenti che tenevo in mano mi fa: "Ma tu sei Daniele Laino? Quello di Optima Erasmus?!". L'art de se la raconter.

Alma-Tadema: La Cognizione del Successo