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Born to die.

@siamosolovecchiricordi / siamosolovecchiricordi.tumblr.com

Atelofobica. “Vuoi sapere come mi sento? Mi sento fottutamente orribile. Mi viene continuamente da piangere, mi sento una merda e tutto quello che posso fare è.. sentirmi così.”
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Allora voi potete dire tutto quello che volete; che adesso arriva l'autunno con i suoi caldi abbracci, le maratone di film sotto le coperte, la moda delle felpe e la neve. Tante cose belle, no? Rivedere i propri compagni di classe, i professori… CHE BELLO. No, sto scherzando. Si dia il caso che non trovo nulla di bello nel rivedere certe brutte facce, riprendere lo stress delle verifiche ogni giorno e farmelo amico, davvero non mi piace. Non mi piace sentirmi addosso la sensazione di stupidità su me stessa riguardo spiegazioni, compiti e quant'altro. Potranno anche essere piacevoli gli abbracci, durante le giornate di pioggia, freddo e neve, ma cosa si fa quando non si ha nessuno da abbracciare? Ci si attacca ad un palo? Non avrò neanche il tempo di fare delle maratone di film = la mia vita sociale se ne andrà a rotoli grazie all'inizio della scuola. La mattina dovrò fare i conti con la sveglia, con l'anzia, con il bus e con la bidella. Figuriamoci se avrò tempo per farmi “bella” se non modella e seguire la moda. Ragazzi, pensateci quando dite che vi manca la scuola, pensateci bene. Siete davvero felici di questo inizio? Ah sì? Io no. Opterei per un'estate più lunga.
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Perchè nessuno se ne accorge? Voglio dire, passiamo nove mesi a scuola, cinque giorni a settimana, per cinque ore. Ci guardate in faccia, ci chiedete come va, ci interrogate e ci stressate. Per quanto alcuni professori ci capiscano, nessuno guarda mai oltre alla facciata. Stiamo morendo dentro, cari professori. Moriamo dentro perchè viviamo in una società dove le cosce che non si toccano importano più dell’opinione di una persona. Viviamo in una città dove se non sei vestito firmato e hai interessi diversi dall’andare in discoteca, sei un poveretto. Vorrei tanto che, per una volta, apriste gli occhi: guardate in prima fila, vedrete una ragazza che per colpa delle malelingue ha rischiato seriamente di diventare anoressica. Guardate in terza, e troverete l’alunna più brava e intelligente della classe che con la scusa della dieta non vuole smettere di perdere chili. Guardate in ultima e troverete una ragazza che ha disperatamente bisogno di comprensione, di essere salvata. Guardatela bene e forse noterete i graffi sul braccio, gli occhi spenti, la paura. Paura di non essere abbastanza, di deludere i propri genitori, di restare sola. Perchè è questo che siamo: una generazione impaurita e fragile di cui nessuno si occupa. Perchè farlo? Ci insegnate il francese, l’inglese, la matematica. Ma chi si occupa di insegnarci come affrontare le vere difficoltà? Chi si è mai fermato un attimo a pensare se uno dei suoi studenti ha mai tentato il suicidio? Io me lo chiedo ogni giorno, se uno dei miei compagni ci ha mai provato. Aprite gli occhi: che senso hanno tutti i progetti sul fumo dannoso, quando persone come me non sanno neanche se arriveranno a domani? Credetemi, non ho paura di qualcosa che mi potrebbe far venire un tumore, ho paura di non svegliarmi domattina perchè qualcosa è andato storto oggi. Perchè vi comportate come me non sanno neanche se arriveranno a domani? Credetemi, non ho paura di qualcosa che mi potrebbe far venire un tumore, ho paura di non svegliarmi domattina perchè qualcosa è andato storto oggi. Perchè vi comportate come se queste cose fossero solo favole? “L’autolesionismo è per emo” “L’anoressia può essere fermata” Siamo adulti, parliamo seriamente. Sono cose serie, l’autolesionismo non è così semplice e non lo sono nemmeno i disturbi alimentari. Cari professori, vi invito a fare un giro nella mia testa. Tenetevi forte, perchè vi farà paura: è quasi tutto buio, con mostri che divorano la mia autostima, la mia speranza, la mia vita.

Biancacomeillatteneracomelamorte (via biancacomeillatteneracomelamorte)

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Sei un po' come Berlusconi: prometti, illudi, parli e parli, ma alla fine scegli sempre le tue puttane.

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