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"φως"

@minutrodiaria / minutrodiaria.tumblr.com

"Guardami negli occhi e dimmi che non c'è mai stato nulla" / "La nostra storia" è un mio racconto e non è (per il momento) pubblicato, in ogni caso sono io l'autrice / 19 anni / ✅ horror /✅ leggere libri che nessuno conosce / ✅ rap ma non perché fa figo / Occupazione: controllare l'ansia e giornalismo / Parlo 4 lingue / Sono pazza per gli animali /FRIULI VENEZIA GIULIA / Il mio ask box non è un insulto box / mi piacciono le persone forti / Per contattarmi: domande senza anonimo o Instagram: @ladelbianco
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reblogged
“Emily aveva 16 anni. La mattina si svegliava e ancora con gli occhi chiusi metteva le mani sullo stomaco. Si faceva prendere dall'ansia ma quando si ricordava che la sera prima non aveva cenato si tranquillizzava. Emily si alzava e si preparava per la scuola. Si metteva maglioni larghi e jeans. Cercava di truccarsi,ma non si vedeva mai carina. Emily usciva di casa col suo zaino ed un sorriso finto. Passava ore in un posto che non le piaceva. Emily tornava a casa all'ora di pranzo e mangiava tutto quello che riusciva. Poi i suoi genitori andavano al lavoro. Lei doveva fare qualcosa per smaltire tutto quel cibo, così si ritrovò china su un water. Emily non faceva mai i compiti ne studiava, preferiva passare il tempo a fare aerobica. Emily si vedeva enorme, si odiava. Emily perdeva tanti capelli. Emily non aveva le forze per fare niente. Emily passava le notti a piangere. Emily era tanto sola. Emily era morta.”

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Ricordo quando andava di “moda” diagnosticarsi cose, qui su Tumblr intendo.

Ricordo il grande periodo del farsi male da soli, e quando i blog pro disturbi alimentari non erano censurati. 

Ricordo il voler soffrire per forza, perché solo così ci si sentiva vivi.

Che poi, molto spesso, volevi solo che qualcuno ti notasse, ingenuamente il tuo subconscio cercava la via più scorretta per dire: “hey, sono qui mamma/papà/ragazzo che mi piace/mondo, ed esisto, ed ho bisogno d’amore”.

Chissà quanti, che ora stanno leggendo, hanno vissuto queste fasi di incomprensione, di pianti, di tristezza e di troppi “vaffanculo” detti.

Ed ora magari hai una vita completamente diversa.

Il diploma in quella scuola che tanto odiavi l’hai preso, di quel ragazzo manco ti ricordi la faccia e con i tuoi genitori ci vai d’amore e d’accordo da quando te ne sei andato di casa.

Hai progetti, hai sogni, hai problemi e hai responsabilità. Perché sei adulto, ora, tu sei grande.

Forse sei diventato mamma o papà di qualcuno, forse ti sei sposato, o forse esci il sabato sera ed urli “single a vita” per le strade della città.

Forse passi le notti sui libri e pensi “chi cazzo me l’ha fatto fare” o forse torni sfinito a casa con le gambe spezzate da una giornata lavorativa.

Ad alcuni è andata bene, tutto sommato.

Ad altri, un po’ meno.

Ma non importa da che punto di partenza partiamo, i soldi, le relazioni, non importa se qualcuno di noi nella diagnosi di depressione ci è incappato davvero...abbiamo una storia tremendamente simile.

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due cose: 1 non penso di aver avuto mai una vera e propria conversazione con te, ma ogni tanto ti cerco per vedere come stai e mi fa piacere che vada tutto bene; 2 un po’ di tempo fa (forse anche un sacco di tempo fa) parlavi di un sito nel quale si potevano vendere traduzioni/articoli/saggi e vorrei sapere come si chiama perché l’ho dimenticato e mi servirebbe

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Hei ciao! Ormai non uso più Tumblr e non so di quando sia questo messaggio, ti volevo ringraziare.Se non erro il sito si chiama freelancer.com ma lo usavo anni fa e non ci avevo ricavato chissà che, prova a valutare tu 🌸

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reblogged
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nicoleome
“Lo guardo negli occhi, mentre si avvicina sempre di più. “Mi manchi” “Sei ubriaco Aidan” “Può essere, ma rimane il fatto che mi manchi” “Ti ci sono voluti tutti questi mesi per capirlo?” “Mi conosci, lo sai che ci metto sempre tanto a capire le cose” “E se ti dicessi che tu non mi manchi affatto e che devi andartene?” “Non puoi” “Perché?” “Perché tu mi ami. E io amo te” “Ok sei proprio andato” Mi metto a ridere e lui risponde con un sorriso, avvicinandosi ancora. “Beh può essere…hai saputo che sono single?” “Aidan certo che lo so” “Ah ti interessava allora” “Non è vero, le voci girano e ho saputo. Smettila di avvicinarti” “Perché? Ti da fastidio? Sei sempre stata una maniaca del controllo, Elena. Ma i sentimenti non si comandano” “Cosa ne vuoi sapere tu” Aidan aveva ragione, ma non l’avrei mai ammesso. Mi girai ed iniziai ad andare verso l’uscita di quella stupida festa. Ne avevo abbastanza. “Vuoi sapere perché l’ho lasciata?” “Ti ha lasciato lei perché l’hai tradita” Rispondo senza girarmi. “Questa è la versione per il pubblico, ma la verità è che non l’ho mai fatto…o almeno, fisicamente mai. Mentalmente tante volte. All’inizio era tutto rosa e fiori, pensavo di aver trovato finalmente una ragazza giusta. Una all’altezza. Di cosa? Di te, Elena. Ma poi ho capito che quando mi guardava negli occhi non lo faceva come lo facevi tu. Quando andavamo a prendere il gelato non c’erano più le battaglie per scegliere il gusto. Mi assecondava in tutto. Non c’erano più le litigate cretine per i cantanti. Non c’erano più le chiamate di notte. Non stavo male con lei, ma nemmeno bene. Quando mi abbracciava mi tornava in mente il nostro primo appuntamento, quando tu eri quasi caduta scendendo dal bus e mi avevi abbracciato per sfuggire dall’imbarazzo. Quando mi baciava non provavo nulla, mentre con te era una continua lotta per stare distante dalle tue labbra. Non la vedevo per giorni eppure non mi mancava, mentre tu te ne andavi e dopo pochi minuti già si sentiva la tua assenza. Lei non ha mai avuto il tuo profumo alla vaniglia che ti piaceva lasciare sulle mie felpe. Un giorno mi sono accorto di tutto questo e gliel’ho detto. Lei mi ha risposto che se ne era accorta ma che sperava che andando avanti sarebbe riuscita a farmi innamorare di lei. Ma non poteva farlo. Perché io amo te. E non te l’ho mai detto. Perché un anno fa, quando abbiamo chiuso, avevo paura. Provavo per la prima volta un sentimento così forte e non sapevo cosa fare. Ma ora non mi importa la tua risposta. Io ti amo. E voglio ricominciare. Io ti amo e ti prego ora girati” Mi girai mentre mi asciugavo le lacrime che mi avevano rigato le guance. A pochi passi c’era lui. “Parla” Disse. Azzerai le distanze e lo baciai. In quel gesto misi tutta la mancanza che avevo provato nell’ultimo anno, tutto il dolore e tutto l’amore. Lo amavo e non c’era nulla da fare. Dimenticai tutto, c’eravamo solo io e lui. La pioggia. E gente sconosciuta che si stava lamentando perché la festa era stata interrotta dal cielo. Fu il bacio più bello della mia vita.”

— Minutrodiaria (da “La nostra storia” (via minutrodiaria)

Non chiedetemi chi è l’autore del libro da cui è tratto perché l’ho scritto io. È la mia ‘opera’.

Estate 2018.

Questa storia verrà pubblicata.

Revisionata da quella anti-amore che ormai sono❤️

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“Credo nel Grande Amore. Ma parlo, e frequento gente, come se non ci credessi. Non nutro aspettative frivole sulle storie d’amore. Non sto cercando qualcuno che mi faccia perdere la testa. Sono una di quelle rare (e forse leggermente ciniche) persone a cui piace sul serio la cultura dell’incontro casuale e che sono felici di vivere in un’era dove la monogamia non è necessariamente la norma.

Ma credo nel grande amore perché l’ho vissuto. Ho vissuto quell’amore forte. Quell’amore totalizzante. Quel “non posso credere che un amore simile esista nel mondo reale”.

Quel tipo di amore che esplode in un incendio incontrollabile, poi si riduce in braci e brucia in modo discreto e tranquillo per anni. Quel tipo di amore a cui si dedicano romanzi e sinfonie. Quel tipo di amore che t’insegna molto più di quanto credessi di poter mai imparare e ti restituisce molto più di quello che prende.

È “l’amore della tua vita”. E credo che funzioni così: Se sei fortunato, riesci a incontrare l’amore della tua vita. Riesci a stare con quella persona, imparare da lei, darle tutto te stesso e permettere alla sua influenza di cambiarti in modi imperscrutabili. È un’esperienza unica su questa terra.

Ma ecco quello che le favole non ti diranno: a volte incontriamo l’amore della nostra vita, ma non riusciamo a tenerlo al nostro fianco per sempre. Non arriviamo a sposarci, a passare i nostri anni uno accanto all’altro, a tenerci per mano sul letto di morte dopo una vita felice, vissuta insieme.

Non riusciamo sempre a tenerci stretto l’amore della nostra vita perché, nel mondo reale, l’amore non vince tutto. Non appiana differenze inconciliabili, non trionfa sulle malattie, non concilia le discrepanze religiose, non ci salva da noi stessi quando stiamo deviando.

Non riusciamo a tenerci stretto l’amore della nostra vita perché, a volte, l’amore non basta. A volte tu vuoi una piccola casa in campagna e tre bambini, mentre lui (o lei) vuole una carriera frenetica in città. A volte tu vedi davanti a te un mondo intero da esplorare, mentre l’altro ha paura di avventurarsi fuori dal suo orticello. A volte si coltivano sogni più grandi.

A volte la scelta più importante, più amorevole da fare è lasciar andare. Altre volte, semplicemente, non hai scelta. Ma c’è un’altra cosa che non ti diranno sull’amore della tua vita: non avere il vostro lieto fine non sminuisce il suo valore.

In un anno una persona può amarti più di quanto altri possano fare in cinquanta. In un solo giorno, una persona può insegnarti più di quanto altre potranno mai insegnarti in una vita intera. Alcune persone entrano nella nostra vita per un determinato periodo di tempo, ma con un impatto che nessun altro potrà mai eguagliare o sostituire.

E chi siamo noi per non definire queste persone “gli amori della nostra vita?” Chi siamo noi per minimizzarne il valore, per riscrivere il loro ricordo, per alterare il modo in cui ci hanno cambiato in meglio soltanto perché abbiamo preso strade diverse? Chi siamo noi per decidere che dobbiamo assolutamente rimpiazzarli, trovare un amore più grande, più forte, più ardente, da tenerci stretto per tutta la vita?

Forse dobbiamo solo essere grati per aver incontrato queste persone. Per averle amate. Per aver imparato da loro. Perché, dopo averle incontrate, la nostra vita si è come ampliata, è migliorata.

Conoscere e lasciar andare il grande amore non deve per forza diventare l’unica e più grave tragedia della nostra vita.

Se lo permettiamo, può diventare la nostra fortuna più grande. In fin dei conti ci sono persone che non lo incontrano neanche, il grande amore.”

- Heide Priebe

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Una persona a cui tengo può ferirmi più volte, io lascio fare. Immagazzino. Nascondo. Metto da parte. Ma quando sono colma, mi allontano. Silenziosamente. Finché un giorno mi viene fatta la fatidica domanda “dove sei?”, o ancora meglio, “non ci sei più per me”. Sì, non ci sono più per te perché ho deciso di esserci per me stessa.
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reblogged
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cardisimo

Rebloggate ed esprimete un desiderio :) ♥ Dopo scrivete qui sotto rebloggando, se si è avverato davvero ♥

Da rebloggare ogni volta che passa in home.👀

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Nella vita sono incorsa (e incorrerò) in molteplici delusioni. Ma c’è una cosa che ho il vizio di dimenticare, il fulcro principale dello stare bene, la priorità su tutte: amarsi. Amati. E non solo fisicamente, il nostro esteriore è solo un guscio che possiamo cambiare come vogliamo. Ama ciò che hai dentro. Ama i tuoi difetti anche se gli altri non lo fanno. E se senti qualcosa in te che non va e vuoi cambiare, fallo, ama il cambiamento. Ma non cambiare per gli altri. Ama te, solo così potrai dare amore ad un’altra persona. Me lo scordata molte volte in questi ultimi tempi, ma non è mai troppo tardi per ricordarlo.
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“Notte prima degli esami. Notte a far finta di ripassare autori, tanto alla fine l'analisi del testo non la farai. Notte prima degli esami. Notte a pensare a cosa ti manca ripassare o con quanti punti puoi ritenerti salvo. Notte prima degli esami. Notte passata a cercare di dormire perché l'indomani devi ricordare tutto o passata sul computer per finire la tesina. Notte prima degli esami. Notte di pentimento, “perché ho scelto il liceo?”, “perché non ho studiato tutto l'anno?”. Notte prima degli esami. Notte di ricordi. Quei banchi che ti hanno accolto per anni, che hanno fatto da letto quando facevi tardi la sera, che hanno provato tensione prima di un'interrogazione, che hanno sentito lacrime, risate e rabbia. Notte prima degli esami. Notte che non tornerà mai più. Notte di ansia, emozione e attesa. Notte dei tuoi 18,19,20 anni che ti ricorderai per sempre. Notte estiva, uguale alle altre per molti ma non per te. Domani ci sono gli esami e poi sarà finita, per sempre. Non importa se inizierai a lavorare o proseguirai gli studi, questa è la tua notte e non tornerà più. Tanti auguri a me e a voi che domani sarete in quei banchi.”

Emozione unica.

Che non ripeterei mai eh ahahah ma unica.

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