1/? kubo and the two strings + text shitposts
Back from the LAIKA exhibit! Here are 10 of the many, many pictures I took. I bought a Kubo shirt and mug.
Kubo and the Two Strings
I don’t think I’m dreaming, I ain’t got the brains to make this up.
Grazie II
Fedez a C’è Posta Per Te
Grazie
Before the computing era, ILM was the master of oil matte painting, making audiences believe that some of the sets in the original Star Wars and Indiana Jones trilogy were real when they weren’t. They were the work of geniuses like Chris Evans, Michael Pangrazio, Frank Ordaz, Harrison Ellenshaw and Ralph McQuarrie ! Forever thank you, to their handmade art and the work of their colleagues, that made us dream of impossible worlds and fantastic places across Earth and the Universe.
There are more background paintings on this article, featuring comments by the masters/artists themselves !
Some of the following pieces were made by other artists:
I want this job
How they did it before CGI
#drawyourself challenge day 2: draw yourself as a superhero. alla fine ho scelto Spider-Gwen perché ha un costume troppo figo xD #me #draw #drawing #pencil #spidergwen #spiderwoman
Sasuke’s phone.
All the lonely people,where do they all come from?
All the lonely people, where do they all belong?
I have to reblog this today!
((I HAVE BEEN WAITING ALL YEAR!))
Ribellarsi al cattivo gusto musicale.
Bugo è uno dei migliori artisti degli anni zero italiani ed è famoso neanche un quarto di molti artisti italiani che negli anni zero hanno contribuito a tirare su una generazione di hipster.
Perché il mondo va così? Non ci siamo un po’ rotti i coglioni che il mondo vada così?
Togliamo quindi dal piatto i vinili dei vari Vasco Brondi/I Cani/Lo Stato Sociale/La fame di Camilla/L’officina della Camomilla (…) e mettiamo tutti all’unisono “Dal Lofai al Cisei” di Bugo, tutti nello stesso momento, come un sabba satanico teso ad evocare i demoni del buongusto musicale.
Tornare
Il mio ultimo album è del 2011. Un tour elettrico nel 2012 e a seguire un tour acustico nel 2013. Quel disco ha segnato una spaccatura, avevo bisogno di inoltrarmi nella cosidetta “canzone d’amore melodica italiana”, volevo scrivere delle canzoni in quello stile, senza essere eccentrico, ma provare a fare “quasi esattamente” come fanno i cantanti italiani mainstream. Dico, quasi esattamente, perchè in molte canzoni italiane d’amore di classifica sento la plastica, sento mancanza di verità, sento la noia assoluta, testi che non vogliono dire niente, parole messe lì per strizzare l’occhio al pubblico. Io non ce l’ho con le canzoni d’amore, ma con quelle finta si. Ho provato cosi a scrivere canzoni come quei cantanti da classifica ma cercando di metterci il vero, il sentimento, la potenza. Il risultato? Io soddisfatto per aver scritto alcune canzoni uniche per me, ma scarsa attenzione dagli addetti al lavoro e dal pubblico. Un Bugo cosi la gente non voleva sentirlo. Certo, molte persone hanno apprezzato questo mio “esperimento” con le canzoni d’amore tradizionali, ma nel complesso la risposta è stata un no assoluto, dirompente, un onda che mi si è scagliata contro con prepotenza. Ero comunque abituato alle reazioni violente. Tutti i cantanti italiani conoscono le reazioni violente. Ma si cerca di stare in piedi, io ho fatto quello che dovevo fare, come sempre.
Parlavo di spaccatura. Si, ecco quel disco ha segnato un momento di stop, dopo 7 dischi avevo datto molto, dovevo fermarmi per un po. Ecco perchè non ho piu dato nulla discograficamente dal 2011. Era tempo di fermarmi per un po. Nel frattempo mi sono dedicato all’arte, ma non ho mai smesso di scrivere canzoni, quindi si può immaginare quanto materiale posso aver raccolto dal 2011 ad oggi, 4 anni di canzoni, un disco intero composto e poi messo nel cassetto. Messo nel cassetto perchè non era il momento. Potevo anche uscire con le mie nuove canzoni nel 2014 ma non era tempo. Sentivo che dovevo aspettare. Aspettare cosa? Non so, un segnale, qualcosa di indefinito, un messaggio dal vento che mi dicesse: è tempo di ritornare.
Ora è tempo di ritornare. Dopo quel disco che ho messo nel cassetto nel 2014, mi sono rimesso a scrivere altre canzoni, un anno intero di lavoro, e ora sono pronto per tornare.
Grazie.
Pietro Bernini (con aiuto del figlio Gian Lorenzo) Barcaccia 1627-29, Roma travertino
- A quanto pare nun basta più parlà romano, e tocca che sto blogghe ‘o traducemo in antre lingue. S’è capito che li truzzi sò dappertutto, perfino in Olanda, che uno se pensava che ce staveno solo tulipani e formaggio e mulini a vento, tutti belli felici, a fasse ‘e canne daa matina aa sera, e ogni tanto un Mondrian o ar massimo un Van Gogh quanno popo te senti fori de testa. E invece. Ma me sa che purtroppo ‘a mala pianta d’iignoranza e d’iindifferenza che manco s’accorge che na fontana nun è un cassonetto, e che na roba è bella, attecchisce bene in ognidove, come l’erbaccia che si nun curi l’aiole riciccia e se magna tutto. Come ‘a superficialità per cui da morte parti ‘e settimane scorse s’è detto che sta fontana sarebbe der famoso Gian Lorenzo Bernini, quanno invece er Gianlo si è no ci ha messo mano pe aiutà, e invece er disegno, l’idea e ‘a fattura sò der padre Pietro. Che pe carità, come padre sarà stato pure fiero che er fijo è diventato più famoso assai de lui, e se ne sta zitto: però ecco, tanto pe esse precisi. Ma ‘a cosa più importante è quant’è bella e fica sta fontana qua, che pare quasi che sta a affonnà, coll’acqua che l’ha riempita fino all’orlo e sta già a strabordà, come quanno stai a riempì ‘a vasca da bagno e poi te metti a ciattà su uozzap e taa scordi e poi ODDIO. Er motivo de sta forma sò due. Uno, che qua ‘a pressione dell’acqua è bassa bassa, e quinni Bernini (padre) ha dovuto scavà; e nun potenno usà l’effetti speciali a squillo de tromba de getti e spruzzi in artezza, ha scerto l’effetto speciale a basso continuo, gorgojìo de acqua che entra e scenne da na barca che pare pare ma nun affonna mai. Motivo nummero due, dovete sapè che all’epoca er Tevere, che sta a diversi isolati da qui, nun ciaveva ancora i murajoni, e ogni quarvorta che pioveva de brutto, er fiume straripava e s’allagaveno ‘e strade. E na vorta, ner 1598, ce fu n’inondazione così tremenna che na barca dar fiume fu portata fino a quassù. E se dice che trent’anni dopo l’idea ar Berni je venne popo da lì, e che pe esse come sfonnata e piena d’acqua sta fontana se chiamò Barcaccia. Ma gente più istruita dicheno che “barcaccia” ereno quee barche pe trasportà ‘e botti de vino, che ciaveveno i fianchi aribassati appunto pe potè scaricà mejo i barili, come questa qua de travertino che je fa er verso. Come che sia, acqua o vino, l’idea è bona. E si uno, pe avè bevuto troppo vino, nun l’ha capita, io direi de levaje er vino tanto pe comincià, e poi, ogni vorta che c’è na partita de carcio, chiudelo drento a un museo e faje fà un corso completo de arte pe truzzi, obbligatorio.