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Weekendance

@weekendance / weekendance.tumblr.com

Think fast! Fail fast! Fix fast! And if you miss the 1.0 version, go to my former blog COMMENTS ARCHIVE FEEDS
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Come ha scritto una persona con senso dell’umorismo, “Son quasi più i colpi di spazzola delle copie vendute”. Ovviamente gli sconfortanti dati sulle copie vendute dai candidati allo Strega li avete già letti dappertutto, ma non in combo con uno screenshot di Emmanuelle Béart che tratta sprezzantemente Hugh Grant in “Luna di fiele”… PREMIO STREGA

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Quel -10% all’anno che i dinosauri chiamavano “meteorite a rilascio lento”. A margine dei mensili dati ADS di diffusione dei quotidiani italiani – dati di cui questo Tumblr è da tempo ghiotto consumatore – per avere un più chiaro quadro dell’evoluzione nel tempo, Il Post ha elaborato un confronto tra i dati di gennaio 2017 e gennaio 2024 per le quattro maggiori testate. Come sempre, il dato calcolato dal Post è maggiormente ponderato e attendibile rispetto alla semplice “diffusione”, ed è il risultato che si ottiene sottraendo dai dati della diffusione (comunicati dai giornali stessi) quelli delle copie gratuite o scontate oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi”, restituendo quindi un quadro più efficace della effettiva “scelta attiva” dei singoli lettori rispetto all’acquisto. CHARLIE/IL POST

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Di cosa parliamo quando parliamo di streaming

  • l’86,2% dei brani disponibili non ha raggiunto i 1.000 ascolti
  • il 25% circa (45,6 milioni) non ha totalizzato neanche un ascolto
  • il 25% circa (45,2 milioni) ha avuto tra gli 11 e i 100 ascolti
  • solo l’1,28% supera i 100mila ascolti

tutto ciò su un database di 184 milioni di brani disponibili, nel corso del 2023, sulle varie piattaforme di streaming. Altri dati dalla solita ricerca di Luminate. MEDIASTORM

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Tra un po’ andremo noi in edicola a dare agli edicolanti delle copie di Rep. Premesso come sempre che il Foglio e Domani non sono certificati, a margine dei dati ADS di diffusione dei quotidiani a novembre 2023, Il Post ha elaborato la consueta tabella che indica un dato maggiormente ponderato e attendibile rispetto alla semplice “diffusione”, ovvero quello che si ottiene «…sottraendo da questi numeri quelli delle copie gratuite o scontate oltre il 70% e quelle acquistate da “terzi”», e che restituisce quindi un quadro più efficace della effettiva “scelta attiva” dei singoli lettori rispetto all’acquisto. Il dato tra parentesi è il confronto con lo stesso mese del 2022. Per avere un quadro più ampio, oltre che per amore di rigiramento del coltello nella piaga, si è recuperata pure la medesima tabella di un anno fa (quindi novembre 2022 vs. novembre 2021), da cui spicca – in prospettiva – l’inarrestabile valanga negativa di Repubblica. Uno dice: ma almeno sul digitale a Rep saranno smartissimi. Eh no, a guardare novembre 2023 Rep perde pure lì. E le cose stanno messe ancora peggio di quello che dicono le nude cifre, visto che – nota sempre Il Post – «…per alcune delle testate nelle prime posizioni va considerato che i numeri possono includere anche quelli di vere e proprie “sottotestate” con una loro autonomia (su cui il gruppo GEDI sta per esempio intensificando un’operazione di acquisizioni: il secondo apporto più importante ai numeri presentati come di Repubblica è il sito MyMovies, seguito da Ticonsiglio)». CHARLIE/IL POST

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A proposito di quel che si diceva ieri. La piramide dello streaming online di Luminate Music Consumption Data, da cui si desume (fra il resto) che 436mila tracce (su un totale di 184 milioni) hanno avuto più di un milione di play, mentre – come si diceva ieri – quasi 46 milioni di tracce non hanno avuto nessun play… LUMINATE MUSIC

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“In forte crescita il pubblico dei fantasmi”. Già lo scorso anno eravamo rimasti interdetti di fronte ai “38 dei 158 milioni di brani globalmente disponibili che hanno generato zero riproduzioni nel 2022” – per non contare gli altri e numerosissimi interrogativi circa la sostenibilità in generale del carrozzone dello streaming. E come giustamente nota il tizio qui sopra, non è ancora neanche cominciato l’assalto dei “brani creati da AI” (che in larga parte, si suppone, sostituiranno tutto quell’oceano di “lo-fi hip hop per studiare e rilassarsi” che già di suo, va detto, aveva delle discrete caratteristiche post-umane). ROB ABELOW

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A colpire è soprattutto quel 0,3 miliardi (su un totale di 10,8) delle sale cinematografiche…

“Nel 2022 i ricavi complessivi del mercato audiovisivo italiano (televisione, cinema, canali online e DVD) hanno totalizzato iun fatturato di circa 10,8 miliardi di euro. I ricavi del VOD (video on demand) su abbonamento sono stimati in circa 1 miliardo di euro, mentre i ricavi della pubblicità dei servizi AVOD (Advertising-Based Video On Demand) sono stimati in 1,5 miliardi di euro. Nello stesso periodo le sale cinematografiche hanno registrato ricavi per soli 0,3 miliardi di euro, mentre la tv in Italia rimane il primo mezzo audiovisivo, con ricavi nel 2022 pari a 7,9 miliardi di euro (73% del totale mercato). Tuttavia la sua quota sul totale mercato è destinata a scivolare fra il 2024 e il 2025 sotto il 70%”. MEDIASTORM

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“Posto che a Natale c’è uno scambio di regali”. Quattro istantanee della tradizionale fésta natalizia genovese “Together”, arrivata quest’anno alla sua ventiduesima edizione (era iniziata a Natale 1999, ma se ne sono saltate un paio nei due Natali di lockdown). 1) la folla che balla felice alla Trattoria delle Erbe, e la foto sfuocata nel pieno rispetto della privacy di ognuno; 2) DJ De Luca e il suo ieratico colbacco; 3) le due star (vabbé…) della serata, DJ Capasoul e DJ De Luca; 4) il comodo modulo distribuito ai presenti per sveltire le procedure di lamentela sulla riuscita della serata. TOGETHER 2023

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“Agosto, Repubblica mia non ti conosco”. Premesso come di consueto che il Foglio e Domani non sono certificati, a margine dei dati ADS di diffusione dei quotidiani ad agosto 2023 Il Post ha elaborato l’abituale tabella che indica un dato maggiormente ponderato e attendibile rispetto alla semplice “diffusione”, ovvero quello che si ottiene “…sottraendo da questi numeri quelli delle copie gratuite o scontate oltre il 70% e quelle acquistate da ‘terzi’”, e che restituisce quindi un quadro più efficace della effettiva “scelta attiva” dei singoli lettori rispetto all’acquisto. Il dato tra parentesi è il confronto con lo stesso mese dell’agosto 2022. Non bastasse la sconfortante serie storica dei risultati de La Repubblica, sempre dala newsletter del Post (via il Sole 24 Ore) si apprende pure che “…nella prima metà del 2023 le perdite di Gedi [editore di Repubblica e Stampa, ndr] sono aumentate del 68%”. Le perdite. CHARLIE/IL POST

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“Lettori di dati di lettori di quotidiani”. “Entrando nel dettaglio, coloro che hanno il maggior peso sul totale dei lettori di quotidiani sono pensionati, di 65 anni e oltre, e vivono in piccoli centri con meno di 10mila abitanti.” DATA MEDIA HUB

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“They Were the Robots”. A conclusione di una settimana che si era aperta sabato scorso con Peter Hook, ieri sera i Kraftwerk hanno completato la grande traceyemiana installazione intitolata: “Le Colonne d’Ercole della tua educazione musicale, nella città dove hai ricevuto la tua educazione musicale”. Laddove però Hook e la sua più-che-onesta cover band dei Joy Division era come se provassero a far rivivere l’adolescenza tipo quei paradossi: “preferiresti avere un milione di euro subito o risvegliarti nel corpo di te diciassettenne però pienamente consapevole di tutti i quarant’anni venuti dopo?” (intendiamoci: Hook è colossale, squadratissimo, generoso, e in qualche modo, e forse pure con più fatica di quel che sembra, è come se mettesse in scena a beneficio nostro una sua personale ferita mai del tutto rimarginata e rimarginabile – ferita di oltre quarant’anni fa che possiamo facilmente intuire, e che forse potrebbe esser raccontata a parole solo con qualche sobrio period drama di Apple tipo “The Crowded Room”). Ecco, i Kraftwerk invece è come se ti dicessero che non si sono mai mossi di qua – da quel giorno del 1978 in cui, dopo averli visti un sabato sera in un gala televisivo di Rai1 da Venezia, folgorato soprattutto dai manichini con le loro sembianze parcheggiati in platea (capire Andy Warhol e Jean Baudrillard prima ancora di sospettare dell’esistenza di Andy Warhol e Jean Baudrillard), mandasti tua madre alla Standa di via XX Settembre a comprarti il 45 giri di “The Robots”. Non si sono mai mossi da qua, i Kraftwerk, ma al tempo stesso ti dicono che sono stati in ogni tempo e in ogni luogo: hanno campionato lo struscio della pietra che riapriva la tomba di Yēšūa’ a Gerusalemme nell’anno 33 (“l’abbiamo messa sotto lo tschak di Boing Boom Tschak, non dirlo a nessuno”), hanno già visto il 2425 (“non male, un po’ tipo oggi”), e, insomma, quell’arco esistenziale che Hook risolve facendo rivivere in loop un singolo fotogramma della sua vita, loro lo mettono in scena raccontando come tutto sia un ciclo di allontanamenti e ritorni (“signor Hütter, mi siete piaciuti molto di più stavolta che avete recuperato i bleep vintage, molto più di dieci anni fa con gli occhialini 3D e i suoni moderni che però sembravano più datati di quelli vecchi” “leave Paris in the morning” “scusi?” “mit Iggy Pop und David Bowie”). Tornato a casa ho fatto il conto: il nome che ricorre più spesso nel libro giallo col titolo buffo è “Kraftwerk”. Che non è strano, visto quanto hanno influenzato Stefano “Johnson Righeira”, ma soprattutto è un interessante cambio di prospettiva (il nome che ricorreva di più in “Discoinferno” era: “Silvio Berlusconi”). Prima di fare il conto, tornando a casa, son passato davanti a dove 45 anni fa c’era la Standa e il reparto dei 45 giri dove indirizzai mia madre (adesso c’è lo store di una sottomarca di un celebre retail d’abbigliamento spagnolo: “la deregulation estallò”). Nello svuotamento – ormai anni fa – della casa della mia adolescenza, non è ovviamente venuto fuori il biglietto che avevo scritto a mia madre con le precisissime indicazioni di autore e titolo del quarantacinque giri. E meno male. Se quel 45 giri è l’esatto inizio di tutto quel che è venuto dopo, se la predisposizione ai refusi già si vede dal mattino, come minimo avevo scritto “KRAFTWORK, THE ROBOT”. GOABOA FESTIVAL

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“Nei primi tre mesi del 2023, sui servizi di streaming musicale online sono stati caricati 10,08 milioni di nuovi brani. Vale a dire 120.000 nuove tracce ogni giorno. Entro la fine del 2023 le nuove tracce caricate saranno 43 milioni”.

“Nel 2022, le nuove tracce sono state circa 34,1 milioni; nel 2021, 30,5 milioni”. MEDIASTORM

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THE TUESDAY TAPES MARTEDÌ 13 GIUGNO 2023 1) RAHILL > Tell Me 2) JAPAN > Gentlemen Take Polaroids (live) 3) HAIRBAND > Varipapa 4) STUCK > Break the Arc 5) BLUE MAGIC > Welcome to the Club 6) PATRICK GIBIN > Joint Purpose 7) SERGEANT > This Song Emanates from the Common Man Claiming His Right to Poetry 8) SIMILOU > Fire/Flames 9) THE THUGS > Cosmic Order 10) ANNA LUISA > She Sees 11) THE BLACK DOG > Empire Statement Humanoid 12) FINIS AFRICAE > Radio Tarifa 13) ROMANCE > I Hear a Symphony (PS: se non visualizzate il widget, lo streaming della puntata è QUI)

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Apple’s Vision Pro announcement at WWDC didn’t mention the word “metaverse”. Vision Pro is all about “spatial computing”

Perché “le parole sono importanti”, come diceva quello. QUARTZ

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THE TUESDAY TAPES MARTEDÌ 6 GIUGNO 2023 1) LOOSE ARTICLES > Sinead Loves Bitcoin 2) TIN MAN > Electric Blue (Monkey Nenufar mix) 3) AFRORACK > Why Serious 4) CV VISION > Shoud I Tame My Endless Mind 5) BRENDA KANE > French Kissing 6) THE DEL-BYZANTEENS > Girl’s Imagination 7) MEMORIALS > Kind of Beyond 8) DARYL HALL > Nycny 9) B.C. CAMPLIGHT > She’s Gone Cold 10) BROWN SPIRITS > Ode to Dorothy 11) SOFT MACHINE > Moon in June Ascolta su MIXCLOUD Ascolta su SPREAKER Guarda su YOUTUBE

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