E poi quando arriva la felicitá vivi in un universo parallelo

Albe

Io e la mia ossessione

Perchè per alcune persone è così facile? Andare avanti, intendo. Farsene una ragione, affezzionarsi a qualcun altro, dimenticare. Perchè io invece divento ossessionata? Ossessionata da occhi, labbra, ricordi, attimi. Non faccio altro che pensare e ripensare al passato e fantasticare su un futuro improbabile, possibile certo, ma improbabile. Perchè invece di voltare pagina rileggo sempre l'ultima? Perchè continuo a sperare? Dovrei prendere coraggio e dimenticare, ma per me è un'ossessione. La mia mente è occupata solamente da immagini di ricordi o immagini di un futuro ipotetico. Da dialoghi che non avverranno mai. Da baci che probabilmente non ci saranno mai. È che non riesco a non sperarci, e cosí la mia ossessione non se ne va, non mi lascia sola, neanche la notte.

Decreto lo stato di felicità permanente

Hope.

Estate meravigliosa

pensieri

ho perso il conto dei giorni, so solo che è passato all’incirca un mese e mezzo. questo è il tempo più lungo da che ti conosco che non mi rivolgi la parola. ma sto bene, è questo il punto. certo, mi manca il mio amico, a volte davvero tanto, ma io sto bene, ho una nuova vita, ho dei nuovi amici, sono sempre talmente impegnata da non avere tempo di pensare a te. ed è bello sentirsi un po’ libera a volte, sapere di poter andare in giro a testa alta, perchè le persone non sono tutte come te, le persone sanno apprezzare. ed è una bella cosa sapere che qualcuno apprezza ogni cosa di me, ogni cosa che posso offrire e che tu hai sempre e solo finto di volere. a volte mi domando se mai mi parlerai ancora, se mi chiederai scusa, se mi dirai che ti manco, o se semplicemente continuerai a fingere che io non sia mai esistita e non metterai mai da parte il tuo orgoglio. perchè io per te stavolta non lo faccio, questa volta è diversa dalle altre e non so se tu l’hai capito. non so se pensi che prima o poi io cederò e ti scriverò. non lo farò, non lo farò mai, non questa volta. forse questo è il caso in cui non ci parleremo più per orgoglio, il nostro orgoglio ferito, ma io ho ragione, tu hai torto.

seconda settimana

domani siamo a due settimane, due settimane che non parliamo, anzi che tu non parli a me. La prima è stata facile, ero (e sono) arrabbiata come non mai, mi sentivo libera, finalmente mi ero sfogata. Ora, alla seconda settimana, subentra la confusione, e la rabbia. Rabbia per il tuo silenzio, rabbia per la tua indifferenza. Davvero non ho suscitato niente? Davvero sentirti dire che fai schifo, che sei un egoista, un narcisista che pensa solo a se stesso, sentirti dire da me che dovrei essere una delle persone più importanti della tua vita che ti odio, che non mi hai mai apprezzata, che mi hai fatta sentire per quasi tre anni inferiore e non abbastanza, davvero sentirti dire queste cose non ti ha smosso niente? un minimo senso di colpa? un minimo di rimorso? Avrei preferito un “non me ne frega un cazzo”, un “ti odio”, magari uno “scusa”, ma questo silenzio assordate mi sta mandando fuori di testa. Questo tuo non rispondere, non salutare, non parlare, mutismo assoluto. Questo mi fa impazzire. Le possibilità sono due, o non sei umano o non sei in grado di affrontare quello che ti ho detto; la verità che ti ho sbattuto in faccia è troppo dura da affrontare e tu, senza palle che non sei altro, preferisce fingere, fingere che non ti interessi, fingere che io non sia mai esistita. Piuttosto che aprire gli occhi preferisci chiuderli ancora di più.

Vi è mai capitato di non riuscire ad essere tristi?

Siamo arrivati al tramonto. Un bel tramonto dopotutto. Mi resteranno bei ricordi, anzi bellissimi, ma è tempo che io mi faccia la mia vita. È tempo che mi lasci alle spalle il male, il dolore, le lacrime, la rabbia. È tempo che io inizi ad amare più me stessa. Ed è quello che sto facendo ed è bellissimo. Mi sento finalmente libera, posso respirare, a pieni polmoni, e sentire aria fresca e buona. Posso guardarmi allo specchio e vedere che nonostante tutti i miei errori e i miei difetti sono una bella persona. Sono fiera di essere come sono, e mi sento bella, per la prima volta. Tu non mi hai mai fatta sentire così. Mi facevi sentire imprigionata, mi tenevi in quella tua gabbia, così stretta. Credo che l'immagine della capinera di Verga mi si addicesse. Ero come lei, triste e in gabbia. Perchè non mi sentivo mai abbastanza. Ora invece mi sento abbastanza, mi sento bene. Tramonti tu, e sorgo io.

Libera

brava piccolina, ce l’hai fatta.

Non so più cosa fare. So quale sarebbe la cosa giusta, allontanarti. Allontanarmi. Prendere in qualche modo una distanza. Ma è dura, soprattutto perchè ho bisogno di te in questi giorni, in questo momento, oggi. Ma non ti chiamo, non lo faccio, fingo che vada tutto bene, faccio finta di niente perchè ho paura di dirti che ho bisogno di te. Ho paura di mostrarmi debole davanti a te. Poi ho conosciuto una persona. Ma ho paura anche di questa persona. Io mi ci sono trovata così bene, ieri notte è stata bellissima. Non ero così in sintonia con qualcuno da tanto. Ma l'ultima volta che è successo era solo la mia immaginazione e tu sei tornato alla riscossa. E non mi hai dato l'occasione di provare qualcosa di diverso, qualcuno di diverso. Forse anche questa volta è la mia immaginazione, anche se sono stufa di pensarla sempre così negativamente. Se non fosse la Stronza a fregarmi potrei davvero provare ad andare avanti. Potrei darmi una possibilità di essere felice e di avere finalmente quello che voglio. Anche se non con te. Ma a te ormai sto rinunciando, perchè non sei capace di cambiare. Sei egoista. Sei narcisista. Egocentrico. Pensi solo a te stesso. Dici di volermi bene ma ti comporti male con me. Sempre. E sono stufa. E ho bisogno di qualcosa di nuovo. Voglio aria nuova.

Mulan

Il presente non esiste. Se ci pensate nell'esatto momento in cui fai, dici o anche solo pensi qualcosa, quel qualcosa l'hai già fatto, pensato o detto. Se pronunci una parola nel momento in cui la dici appartiene già al passato. Per questo il presente non esiste, è un pensiero astratto, è una linea immaginaria, un nome che noi diamo a quel qualcosa che sta fra il passato e il futuro.