Come tradizione vuole.
Per chi volesse saperne di più su #Wunderkammer e sul ritorno di Diecimila.me il prossimo 30 aprile, ecco 10 minuti di intervista, in compagnia di Nicola Palumbo su Radio Design. Buon ascolto!
Praticamente c'è un tipo, o tipa, che è andato/a in libreria, ha preso il libro di Corona, ha scelto una pagina emblematica, l'ha fotografata, postata e ora tutto l'internet social ne sta parlando, con quella foto. Una sola foto. Sempre la stessa. E poi vi incazzate quando vi rubano una battuta. Comunque, il libro fa schifo, è volgare, parla di fighe e di scopate nei bagni delle palestre. Si intitola IL NASO DELLA SFINGE, e lo trovate sul sito di Blonk, Amazon, IBS, Mondadori, Feltrinelli, ecc. Contenti voi.
Avete cominciato i primi di novembre ad annunciare su tutte le piattaforme social il vostro disinteresse per il rituale propiziatorio/enogastroscaramantico del capodanno e per carità, io vi credo, ma lo sappiamo come finirà. Avete rinunciato ai due giorni a Praga tutto compreso con cenone e la gita a Monopoli in bus fa troppo terza età, calcolando che di set di pentole ne avete almeno tre. Rimarrà solo una cosa da fare e la farete: la cena con gli amici. La cena con gli amici, musa ispiratrice di tutta la cinematografia italiana. Vediamo gli scenari in cui vi capiterà di imbattervi. Capodanno Ozpetek – Classica cena tra amici. La particolarità è che dalle finestre del loft/attico/superattico/duplex panoramico si vede puntuale il gazometro, zona Ostiense. Che poi, come ‘sti 8 pezzenti/drogati/nullafacenti/scrittori che non scrivono un depliant dagli anni ’90 e pittori, la cui ultima opera è stata imbiancare il cucinotto di zia, riescano sempre a permettersi un loft/attico/superattico/duplex panoramico vista gazometro, zona Ostiense è un effetto speciale che devono aver chiamato la Industrial Light & Magic di George Lucas. La serata si svolge tranquilla e amabile, con brindisi ai progetti, ai sogni e alle aspirazioni dei commensali, fino a quando… non viene fuori che il tuo migliore amico è un crossdresser e tu lo scopri mentre cerchi una bottiglia di spumante in frigo, dove trovi i suoi reggiseni e calze a rete. Come se non bastasse la tua ragazza è lesbica non dichiarata, se la fa con la moglie bisex del pittore, fanno le cose a tre e a te non t’hanno mandato manco un whatsapp con due sise o per dirti vieni, magari guardi e non tocchi nulla. No, tu non sai niente, d’altra parte non sapevi nemmeno che reggiseni e calze a rete si tenessero in frigo. Sta per scattare la mezzanotte e l’amico architetto ciccione single dichiara di essere genderqueer. Così che al TRE! DUE! UNO! al posto di urlare AUGURIIIII! tutti si chiedono: Che cazzo è un genderqueer? E via, tutti su wikipedia per scoprire che è una identità di genere che non corrisponde né a quella femminile e né a quella maschile, o a tutt’eddue, o a nessuna, oppure passare da una identità all’altra, il genderfluid. Ecco perché da bambini giocavi alla guerra con le Barbie? - Sì, ero confuso, ma non ho mai avuto il coraggio di dirvelo. - E dovevi proprio stasera che è capodanno? - Mi spiace. - Vabbeh, tanto dopo che ho trovato reggiseno e calze a rete in frigo non mi stupisco più di nulla. - Ma quello non è un frigorifero. – Ah no, e che cos’è? - È un mobile di design a forma di frigo rotto da 50mila euro. - Mecojoni, e dove l’hai comprato? - Non l’ho comprato, se ne trovano un sacco vicino ai cassonetti da quando c’è la Raggi. Grande effetto speciale della Light & Magic, architetti disoccupati rimbambiti che scambiano monnezza per mobili di design. Sullo sfondo i fuochi d’artificio sul gazometro. Ti affacci alla finestra e alzando il calice mormori tra te e te “Oh, va a finire che qui sono l’unico normale”. La tua ragazza ti abbraccia da dietro e all’orecchio sussurra: “Normale”, tesoro, non esiste. Tu sei cisgender. Per fortuna, me stavo a preoccupa’. Capodanno Salvatores – Arrivi, citofoni, sali le scale della casa di ringhiera sui Navigli, entri nell’appartamento e ti rendi subito conto che nell’aria c’è qualcosa di strano. Difatti, per esigenze di produzione, tutti i tuoi amici sono interpretati da attori romani. Il Carlo lo fa Valerio Mastandrea, Il Giò è interpretato da Elio Germano, Kim Rossi Stuart invece è Il Franco, detto Spillo, come Altobelli. Pure Zhou, il vostro amico cinese più milanese di tutti, visto che i suoi sono arrivati a Borgh di Scigulatt (Ora zona Canonica/Paolo Sarpi) nel 1920, lo fa Luca Marinelli, che dopo aver fatto De Andrè crede di poter recitare qualsiasi cosa, anche un cinese. In effetti molti di voi lo avranno riconosciuto nelle televendite QVC nel ruolo di planetaria Kenwood. Il discorso è che i romani non hanno mai digerito Il Rugantino fatto da Adriano Celentano e da allora esiste un piano segreto per sostituire tutti i nordici con dei romani per evitare si ripeta un tale scempio. Non ci credete? Kim Rossi Stuart che fa Vallanzasca, Elio Germano che fa il Toso nella mafia del Brenta e Salvini secessionista megistralmente diventato Salvini sovranista. Comunque, la cena inizia. Siete tutti maschi e tutti soli. Ricordate i tempi delle occupazioni alla Statale, le botte con la polizia, quelle sì facevano male. Gli amori finiti, i matrimoni falliti. Gli amici che si facevano le pere, la comunità, la solidarietà di quelle lunghe sere. E poi l’overdose, al cimitero le rose, quei giorni di nebbia con nel cuore la rabbia. Perché dover festeggiare un capodanno quando mai, mai un anno è stato da festeggiare? Dái, prendiamo la macchina e partiamo per le Marche, a trovare l’amico che se ne è andato via da Milano. L’alternativo hippie che ha comprato un casolare a 10mila euro e ne ha chiesti 400mila ai genitori per rifare il tetto e allacciare acqua e luce. Comincia così un road movie con l’immancabile partita di pallone nel parcheggio alle 5 del mattino: Italia – Rappresentanza Autotrasportatori Moldavi, capitanata da Claudia Gerini. 5 contro 5. Dopo quattro minuti di gioco si contano 7 infortunati, tutti tra le fila italiane: quattro giocatori e tre passanti, di cui due colpiti da un crick. Il match finisce 5 a 0. Vi siete scommessi la Mercedes. Sono le prime luci del giorno mentre guardate la Classe G allontanarsi sull’autostrada in direzione Chisināu. A Zhou scende una lacrima, si gira verso di voi alza il dito e esclama: Io solo una cosa vojo sape’ Ma chi cazzo ce l’ha fatta fa’ ‘sta cazzata? Su un lato dell’Autogrill A14 Metauro Est, una targa commemorativa, come quella di Italia - Germania 4 a 3 allo stadio Atzteca, vi ricorderà per tutta la vita quanto siete stati stronzi il primo gennaio del 2019 (cit.). Capodanno Vanzina – Scongiuratelo, tra tutti i capodanni tra amici che potete passare forse questo è il peggiore. Una serie infinita di vaffanculi, di battute triviali, giochi di parole osceni, tette, chiappe, tappi di spumante che finiscono in faccia, grosse risate e Bestia, che dolore!!! Vi presentate alla porta con panettone e champagne, suonate il campanello, parte suono di scoreggia. Vi aprono due escort slave che l’amico ha affittato su un sito per incontri gay: sono due travestiti. C’è lo zio un po’ frufrù. Il marito cornuto. La moglie molto zoccola. Alle 22,00 siete già ubriachi. Alle 23,55 vi volete suicidare. Alle 00 e 05 avete già stilato una lista di buoni propositi per l’anno nuovo. Ne manterrete solo uno: mai più un capodanno con questi, anche se, se siete qui è perché sono gli unici amici che avete, e che vi meritate. Ah, c’è anche un cane. Fa le puzzette. Buon anno, nonostante capodanno.
‘Burned Books Monument’. Berlin, 2018
“Ogni relazione fra la fotografia e la realtà è ridotta a una relazione intima, di tipo passionale, tra un’immagine e un individuo”
— André Rouillé