Una favola nera in una vita dis-umana
“[...] perché il verbo amare non è un verbo sicuro, manca di precisione e di obiettività. [...] Le parole che definiscono i sentimenti sono molto vaghe; meglio evitare il loro impiego ed attenersi alla descrizione degli oggetti, degli esseri umani e di se stessi, vale a dire alla descrizione fedele dei fatti. [...]”
”Esercizio di irrobustimento del corpo.
[...] Siamo nudi. Ci colpiamo l'un l'altro con una cintura. Diciamo a ogni colpo:– Non fa male.Colpiamo più forte, sempre più forte. Passiamo le mani sopra una fiamma. Ci incidiamo una coscia, il braccio, il petto con un coltello e versiamo dell'alcol sulle ferite. Ogni volta diciamo:– Non fa male. Nel giro di poco tempo non sentiamo effettivamente più nulla. È qualcun altro che ha male, è qualcun altro che si brucia, che si taglia, che soffre. Non piangiamo più.”
“Esercizio di irrobustimento dello spirito.
[...] Ma ci sono anche le parole antiche.
Nostra Madre ci diceva:
- Tesori miei! Amori miei! Siete la mia gioia! Miei bimbi adorati!
Quando ci ricordiamo di queste parole, i nostri occhi si riempiono di lacrime.
Queste parole dobbiamo dimenticarle, perché adesso nessuno ci dice parole simili e perché il ricordo che ne abbiamo è un peso troppo grosso da portare.
Allora ricominciamo il nostro esercizio in un altro modo:
Diciamo:
- Tesori miei! Amori miei! Vi voglio bene... Non vi lascerò mai... Non vorrò bene che a voi... Sempre... Siete tutta la mia vita...
A forza di ripeterle, le parole a poco a poco perdono il loro significato e il dolore che portano si attenua.”
“Esercizio di accattonaggio.
Indossiamo abiti sporchi e laceri, ci togliamo le scarpe, ci sporchiamo la faccia con le mani. Andiamo in strada. Ci fermiamo, aspettiamo.
Quando un ufficiale straniero passa davanti a noi, alziamo il braccio destro per salutare e tendiamo la mano sinistra. Nella maggior parte dei casi l'ufficiale passa senza fermarsi, senza vederci, senza guardarci.
Finalmente un ufficiale si ferma. Dice qualcosa in una lingua che non capiamo. Ci fa delle domande. Non rispondiamo, restiamo immobili, un braccio alzato, l'altro teso in avanti. Allora fruga nelle tasche, posa una moneta e un pezzetto di cioccolata sul nostro palmo lercio e se ne va scuotendo la testa.
Continuiamo ad aspettare.
Una donna passa. Tendiamo la mano. Lei dice:
- Poveri bambini. Non ho niente da darvi.
Ci accarezza i capelli.
Diciamo:
- Grazie.
Un'altra donna ci dà due mele, un'altra dei biscotti.
Una donna passa. Tendiamo la man, lei si ferma e dice:
- Non vi vergognate a chiedere l'elemosina? Venite da me, ci sono dei lavoretti facili per voi. Tagliare la legna, per esempio, o lucidare la terrazza. Siete abbastanza grandi e forti. Dopo, se lavorate bene, vi darò della minestra e del pane.
Rispondiamo:
- Non abbiamo voglia di lavorare per lei, signora. Non abbiamo voglia di mangiare la sua minestra né il suo pane. Non abbiamo fame.
Lei domanda:
- E allora perché chiedete l'elemosina?
- Per sapere che effetto fa e per osservare la reazione della gente.
Andandosene grida:
- Piccole sporche canaglie! Screanzati, fare queste cose!
Rientrando, gettiamo nell'erba alta che costeggia la strada le mele, i biscotti, il cioccolato e anche le monete.
La carezza sui capelli è impossibile gettarla.”
"L'ufficiale va a sedersi sulla camionetta ed accende il motore. In questo preciso istante avviene un'esplosione nel giardino. Subito dopo vediamo nostra Madre a terra. L'ufficiale corre verso di lei. Nonna vuole allontanarci. Dice:
-Non guardate! Rientrate in casa!
L'ufficiale bestemmia, corre sulla camionetta e parte a tutta velocità. Guardiamo nostra Madre. Le viscere le escono dal ventre. E' tutta rossa. Anche il bambino. La testa di nostra Madre penzola nel buco provocato dalla granata. I suoi occhi sono aperti, ancora umidi di lacrime'
Nonna dice: -Andate a cercare il badile!
Posiamo una coperta sul fondo del buco, vi corichiamo sopra nostra Madre. Il bambino è sempre stretto a lei. Li avvolgiamo in un'altra coperta, poi riempiamo il buco.
Quando nostra cugina torna dalla città, domanda:
-E' successo qualcosa?
Diciamo:
-Sì, una granata ha fatto un buco in giardino."
“[...] Ma lei l'ama?
Lucas apre la porta:
- Non conosco il significato di questa parola. Nessuno lo conosce. [...]”
“-Dimenticherà. La vita è fatta così. Tutto si cancella col tempo. I ricordi si attenuano, il dolore diminuisce. Mi ricordo di mia moglie come ci si ricorda di un uccello, di un fiore. Era il miracolo della vita in un mondo in cui tutto sembrava leggero, facile e bello. All’inizio venivo qui per lei, adesso ci vengo per Judith, la sopravvissuta. Le sembrerà ridicolo, Lucas, ma sono innamorato di Judith. Della sua forza, della sua bontà, della sua tenerezza per quei bambini che non sono suoi. Lucas dice:on mi sembra affatto ridicolo. – Alla mia età? – L’età è un dettaglio. Conta solo l’essenziale. Lei ama Judith e anche Judith l’ama. – Aspetta il ritorno di suo marito. – Molte donne aspettano o piangono i mariti dispersi o morti. Ma l’ha appena detto: “Il dolore diminuisce, i ricordi si attenuano”. L’insonne alza gli occhi su Lucas: – Diminuire, attenuare, l’ho detto, sì, ma non svanire.”
“Ognuno di noi nella vita commette un errore mortale, e quando ce ne rendiamo conto, è già successo l'irreparabile.”
“Vado a casa, mi metto a letto e parlo con Lucas, come sempre faccio. Gli dico che se è morto, beato lui... gli dico che la vita è di un'inutilità totale, è nonsenso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l'immaginazione."