INCONTRARE VINCENZO
Pronta per imbarcarmi, si parte.
All’aeroporto mi siedo per aspettare il volo, alla mia destra si siede un ragazzo, sono circa le cinque del mattino.
Sento una buona energia, mi volto e osservo il suo zaino, da viaggiatore, mi emoziono.
Per un momento penso che vorrei parlarci, ma sono le cinque di mattina, dai Gioia.. prendi questo aereo e non rompere le scatole!
Salgo sull’aereo, volo velocissimo, parlo per tre ore con Ines, una ragazza portoghese che sta rientrando a casa dopo una settimana passata in un convento.
Prima di scendere, appena due sedili davanti al mio, è seduto il ragazzo che avevo visto all’aeroporto, il viaggiatore.
Parla italiano con altri due signori, sorrido, e scendo dall’aereo: eccomi a Lisbona.
Ho la gola secca ma decido di uscire dall’aeroporto per fumare una sigaretta, prendermi un momento all’inizio della mia avventura.
Dopo qualche minuto voltandomi incrocio lo sguardo di un ragazzo dagli occhi chiari, vivi, azzurri, mi chiede l’accendino: è il viaggiatore.
Faccio un sorriso e glielo porgo, accende ed iniziamo a raccontarci.
Mi racconta della sua nottata passata con il sacco a pelo fuori dall’aeroporto di Roma Ciampino e della sua tappa portoghese molto breve prima del viaggio che lo porterà a Capo Verde.
Ha un sorriso che esplode di energia, questi capelli ricci, scoppia di vitalità ed è inevitabile raccontarsi di quanto sia meraviglioso il viaggio, la vita, le opportunità che ci regala e la fortuna che abbiamo di poter camminare, respirare, assaporare, odorare e vedere tutto ciò che ci circonda.
Mi lascio andare e continuiamo a parlare almeno per una mezzora, mi chiede se ho prenotato l’ostello e dopo avergli detto non avevo prenotato nulla mi dice di aver trovato un ostello economico e in una manciata di secondi camminiamo insieme verso Praca Marques de Pombal.
Da li ci dividiamo, nell’Ostello prenotato da Vincenzo non c’era posto per me, ma restiamo d’accordo per vederci dopo un paio d’ore.
Con Vincenzo, il pellegrino, il viaggiatore, l’energia e la vita pura, ho aperto tutti i cassetti, ancora di più.
Mi ha raccontato della sua vita, dei suoi viaggi, lo zaino in spalla, l’essenziale, la voglia di vedere il mondo e di scoprirne ogni lato; ma anche la voglia di godere del proprio tempo, fermarsi a parlare con una persona sconosciuta e condividere la propria visione della vita,una vita straordinaria che alle volte ci dimentichiamo di avere.
Ci blocchiamo, non viviamo, partiamo ma cercando sempre quella sicurezza, la routine quotidiana, la normalità.
Gioia stava commettendo di nuovo quell’errore, Vincenzo è stata la luce, la verità e la scoperta, un mix letale di parole che mi hanno fatto aprire gli occhi.
Grazie Vincenzo, amico, pellegrino, viaggiatore, libertà.
Ho aperto gli occhi, mi sono fermata e nelle tue parole ho trovato la forza di non commettere di nuovo un grande errore, quello di fermarmi subito, nuovamente.
Vincenzo è stato il regalo più grande che ho ricevuto all’inizio della mia avventura, l’incontro che mi ha fatto alleggerire lo zaino, togliere alcune cose superflue, quelle più eleganti, quelle che non sono necessarie, mi ha fatto vedere la strada, la strada del viaggio, della semplicità e dell’amore.
Il mio viaggio è partito a Lisbona, ma non posso fermarmi, sento il bisogno forte di muovermi, passo dopo passo, mettermi in gioco, conoscere, respirare davanti ad un paesaggio ed ascoltare i racconti delle persone che incontro.
Vincenzo è vita, e nel mio viaggio penserò a lui: quando ci saranno dei momenti cupi mi darà la forza di essere positiva, quando tornerò mi darà la forza di continuare a vivere immaginando una nuova, prossima, meta.
Grazie per avermi fatto capire qual’è il vero valore del viaggio, sei una pietra preziosa nascosta nella roccia di una montagna, presente ma silenziosa, ti auguro il meglio e come quella pietra so che continuerai a donare la tua luce a chi si avvicinerà a te e condividerà con te il buono di questo grande universo.