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STIZZOFRENICA

@stizzofrenica / stizzofrenica.tumblr.com

It was all in the chemistry
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reblogged
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jturn

I HATE THIS

I cannot stand this site sometimes

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noneun

Caspita! La sorpresa finale vale l'attesa!

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firewalker

epporcogiuda

Grazie!!!

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kon-igi

Arrivo a questo articolo per il rilancio di Repubblica.it, peraltro con gli stessi toni.

Su repubblica.it si parla di un generico farmaco contro gli spasmi addominali, mentre qua si mette foto e nome commerciale con la dicitura ‘Il Cytotec, spesso utilizzato dalle prostitute per procurarsi gli aborti’.

Tralasciando l’articolo confuso su quello che può essere successo alla ragazzina prima e dopo il fatto (non commento perché è un articolo scritto alla cazzo), è importante specificare che non si tratta di un farmaco per gli spasmi addominali ma di UN GASTROPROTETTORE IN CASO DI TERAPIA CON FANS e, in maniera collaterale, un principio attivo coadiuvante l’espulsione dell’embrione in caso di aborto farmacologico con RU486 (mifepristone).

Lo dico, da una parte per evitare che a qualcuna venga in mente di abortire in maniera casalinga col Buscopan e si ritrovi un bambino con malformazioni, dall’altra perché l’assunzione di solo Misoprostolo senza Mifepristone, può provocare la morte per grave emorragia, soprattutto se assunto oltre i 49 giorni dall’impianto, data dopo la quale è obbligatorio procedere con l’interruzione di gravidanza classica.

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reblogged

Sulla nuova discussione riguardo aborto, diritto ad obiettare ed eutanasia.

Per concepimento intendiamo quel momento esatto in cui lo spermatozoo dell’uomo entra in contatto con il vostro ovulo. Lo spermatozoo umano plana parallelamente alla superficie dell'uovo, come fosse la nave spaziale di Ripley in Alien II. Le pareti di entrambi si fondono, grazie soprattutto a degli enzimi posti sulla capoccia dello spermatozoo, con funzione degradante. È un po’ quello che accade quando tirate acido muriatico sul pavimento in marmo di vostra madre. Dopo potrete entrare direttamente nel salotto di quello di sotto a voi.

I corredi genetici di entrambi s'incontrano e parte lo sviluppo dell'embrione. A questo punto inizia il difficile.

Durante il corso dei secoli, infatti, differenti momenti dello sviluppo embrionale/fetale, sono stati suggeriti come il momento esatto in cui si acquisisce il diritto alla vita. Non quando inizia la vita, perché quello è un altro campo minato e che spesso viene confuso nella discussione.

Secondo il Vaticano, l'embrione, fin dal concepimento, va considerato un essere umano a tutti gli effetti. Gli argomenti a sostegno sono diversi: è un punto d'inizio preciso, una data chiara, l'uovo fertilizzato contiene il completo corredo genetico umano e già può farsi il segno della croce da solo.

Bisogna subito dire che l'avere l'intero corredo genetico umano, completo, è un errore banale, dato che pure le unghie dei vostri piedi ne sono provvisti. Il punto è che l'inizio del concepimento non è sufficiente a dare al feto il diritto alla vita.

Altri, allora, hanno stabilito che il momento debba coincidere con l'impianto nell'utero. È quando iniziate a vomitare e vi viene il sospetto che non sia stata la peperonata del giorno prima. 

Il fatto è che l'impianto non è proprio un giorno così facile da identificare.

Poi c'era la teoria di Sant'Agostino, ovvero che dopo 16/17 settimane dalla fecondazione, il feto veniva dotato di anima. A quel punto è un vero e proprio essere vivente. Inutile dire che fino ad oggi non si è trovato un macchinario in grado di registrarla, quest'anima e così la proposta è stata scartata. 

Per Aristotele, invece, il feto diventava umano dopo 40 giorni, se maschio e 90 se femmina. La fantasia del filosofo greco, ancora oggi continua a stupirmi. È la prova che gli oppiacei esistevano già nell'antica grecia e li tagliavano male.

A questo punto arrivano le prime divisioni basate sulla logica e la scienza.

La prima è il passaggio embrione - feto. Dopo 8 settimane, l'embrione diventa feto e cioè, ha differenziato le sue cellule e ha formato gli organi. Da quel momento in poi, con le dovute distinzioni (parti del cervello, gonadi ecc.), accrescerà i suoi organi formati, ma non ne formerà di nuovi. In questo caso possiamo parlare d’individuo.

Secondo altri, invece, bisogna considerare il momento in cui inizia l'attività cerebrale, sì, ma quale? Il tronco encefalico parte dopo 6-8 settimane, ma per la corteccia bisogna aspettarne 22-24. Fino ad allora, infatti, pur avendo tutti gli organi già formati non sapete neanche dove vi troviate e se siete un essere umano, un albero di banane o un Alien. Purtroppo, non è facile registrare tale attività e spesso il feto non risulta averne una vera e propria. Condizione che per molti persiste anche fino ai 40-42 anni.

Questo, comunque, aprirebbe al contempo, una discussione su quando si considera un essere umano “morto”. Se acquisiamo il diritto alla vita con le prime onde cerebrali, possiamo dire di essere morti quando le onde cerebrali non ci sono più (stato di coma). Allora dovremmo dichiarare morti tutti quelli tenuti artificialmente in vita, nonostante il cuore continui a battere da solo.

Eh, la scienza da poche risposte, ma a domande quante ne volete!

Per altri ancora, il diritto alla vita si acquisirebbe con l’inizio del battito cardiaco (22 giorni), o con il movimento del feto (15 settimane) o ancora, quando potrebbe sentire dolore (pare intorno alle 33 settimane, in pratica, una mezz’oretta prima di nascere!). 

Anche qua, se prendessimo il battito cardiaco come inizio della vita, l’arresto del cuore sarebbe la sua fine e dovremmo dibattere a lungo se rianimare o meno uno colpito da infarto. Pensateci prima di prenderlo come bandiera pro-life.

Non ultimo il criterio che oggi va per la maggiore e che quasi tutti utilizzano per regolamentare l’aborto: il feto acquisisce il pieno diritto a vivere nel momento in cui può sopravvivere fuori dall'utero materno. Questo è uno dei criteri più utilizzati per regolamentare l'aborto. Anche perché, nel caso in cui ci fossero complicazioni durante le prime fasi (quelle più delicate), mettendo a rischio la madre, l'aborto sarebbe la soluzione più pratica e sicura.

Perché lo stabiliamo in questa maniera? Per non cadere in quello che viene definito un “sorite”. Se un neonato è una persona, allora lo è anche un giorno prima di nascere. E il giorno prima di quello. E il giorno prima ancora. Continuando, si arriva alla conclusione che uno zigote è una persona. Il ragionamento può seguire la direzione opposta: se uno zigote non è una persona, allora non lo è neppure il giorno dopo. E neppure il giorno dopo quello. E così via, fino a concludere che un neonato non è una persona! Ecco allora che la legge si basa su nozioni scientifiche e mediche e pone questo confine.

C'è, infine, da considerare una cosa molto importante. La definizione di embrione è variata e di molto negli ultimi decenni, soprattutto per lo sviluppo scientifico e tecnologico. Dire solo che un uovo fecondato abbia già di suo il diritto alla vita, creerebbe un sacco di aberrazioni, non solo etiche.

Oggi, infatti, è possibile fecondare un uovo senza che ne sussegua l'impianto nell'utero. Così come è possibile fecondare l'uovo senza apporto genetico dello spermatozoo e/o dell'uovo stesso e ancora, fecondare un uovo con specie diverse di DNA. A quel punto la mia capsua Petri acquisirebbe dei diritti, comprese le ferie pagate, che non spettano manco al mio schiavo-tirocinante.

Quindi, l’aborto è regolamentato su basi giuridiche che si appoggiano su conoscienze scientifiche. Il diritto ad obiettare - nonostante uno zigote formato ed impiantato non abbia nessun diritto alla vita fino al terzo mese - è una concessione democratica che va rispettata ma che non deve diventare il limite imposto dalla legge 194.

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kon-igi

Grazie @spaam

Stavo per intervenire in un’altra discussione e chiedere se qualcuno era mai stato sfiorato dall’idea che in un certo momento, variabile e difficilmente identificabile, ci poteva anche essere qualcuno che reputava quell’aggregato di cellule più o meno organizzate un potenziale essere vivente, un bambino, un figlio, per la cui morte poteva anche provare dolore e dispiacere ma vedo che la patata bollente l’hai presa tu a piene mani. 

Equilibrio di diritti, non esclusività univoca di diritto, come vedo urlare qua in maniera piuttosto veemente e, permettetemi di dirlo, a mio avviso poco ragionata.

Se non l’avevate capito, sono contrario all’aborto e trovo doloroso anche solo parlarne (per tutta una serie di motivi che eventualmente spiegherò più avanti) ma non mi sognerei mai di appoggiare un pensiero o una qualsiasi legge che impedisse a una donna di poterlo eseguire in tutta tranquillità.

La strada è permettere la scelta sia da parte del medico che da parte della donna, riequilibrando i diritti di entrambi con turnazioni fatte ammodo, eventuale trasferimento di personale e pure bandi mirati ai non obiettori. Senza torce e forconi virtuali di cui qua sembrano tutti grandi esperti.

Il resto è solo demagogia astiosa.

Come avevo detto, cerco di spiegarmi meglio.

Se fossi ginecologo e lavorassi in un presidio pubblico, molto probabilmente NON sarei obiettore di coscienza e praticherei tutte le interruzioni di gravidanza lasciando trasparire verso le paziente l’unico sentimento che ho sempre lasciato intravedere ai miei pazienti ortopedici e neurologici: la comprensione della sofferenza.

Però, dentro di me regnerebbe la tristezza per una vita mancata, tristezza la cui profondità è influenzata dall’alto numero di donne che accedono al servizio, spesso in maniera ripetuta, perché non hanno sviluppato una maturità sessuale e affettiva tale da far comprendere loro che sesso e procreazione sono connessi, pur essendo due atti di volontà abissalmente differenti (la quarantunenne della maratona per l’aborto che sente di doversi giustificare dicendo che lei era una donna adulta con figli e non una ragazzina sprovveduta è una spia del problema e negarlo sarebbe partigianeria analfabeta).

Una valutazione o un giudizio sul loro comportamento, però, non mi sarebbe tecnicamente possibile e soprattutto umanamente giusto darlo e così farei il mio turno con tristezza e magari prendendo insulti dalle SJW qualora, poi, suggerissi gentilmente che esistono svariati metodi di contraccezione e che l’aborto non è uno di questi (tutti applaudono al medico che fa il cazziatone al fumatore per l’enfisema ma in questo caso zitto e mosca, doc).

Come ha spiegato in maniera magistrale @spaam​, non conviene a nessuno cadere nella fallacia dell’affermare ‘non è vita fino a’ perché si tratta di un coltello che taglia anche dalla parte del manico e quindi la cosa migliore sarebbe accettare che l’equilibrio legislativo È civilmente adeguato e che esistono differenti livelli di sensibilità personale… per me, l’embrione è un bambino in fieri e potrei vederlo come un aggregazione organizzata di cellule solo se facessi un terribile sforzo di alienazione emotiva, che a me non è possibile ma che vedo riuscire bene ad altri (di solito a coloro che non hanno avuto figli).

L’equilibrio legislativo è civilmente adeguato ma qua quella che manca è la mera organizzazione dei diritti di entrambe le parti.

Su quello bisogna lavorare e anche se mi fa scuotere la testa il bando per non-obiettori nato per aggirare una legge esistente che se applicata avrebbe avuto anche maggiore efficacia (Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale - L. 22 maggio 1978, n. 194 Art. 9) io credo che ci si stia muovendo nella giusta direzione e invito tutte le persone a riflettere sul fatto che possano esistere medici che scelgono la specializzazione in ginecologia PER FAR NASCERE BAMBINI e al di là delle odiose e vomitevoli ingerenze della chiesa è un po’ fascista chiedere l’allineamento di una sensibilità e di un’etica che è e deve rimanere individuale.

Fatemi la cortesia: se non volete figli, sappiate che è una vostra scelta personale che io non discuto ma accettate parimenti la nuova sensibilità di chi ne ha avuto uno e ha sviluppato una maniera diversa di intendere l’approccio alla vita.

Chi è madre o padre sa di cosa parlo.

appunto

chi è madre e padre? allora perché non “chi non ha l’utero stia zitto?”

mi fermo qui, meglio.

esistono persone che vorrebbero fare i poliziotti perché gli garba risolvere i crimini e aiutare le persone ma, ahimé, sono contrarie alle armi. e ciao, fai qualcos’altro e se proprio ti stai investigando sotto fai l’investigatore privato. idem per i ginecologi. aveva senso, la possibilità di obiettare, quando si sarebbe altrimenti ingiustamente colpita la sensibilità di chi, contrario alla pratica, già faceva il ginecologo in un’epoca in cui l’aborto era illegale. ma oggi? naaa. ci sono ginecologi che vogliono far nascere bambini? pazienza, eh. capita. a tutti garba fare un casino di cose e dover rinunciare. ci sono tante specializzazioni, come diceva @frauigelandtheboys il mondo di cui parla @kon-igi, quello delle turnazioni e i diritti di tutti, è tanto bello ma ha una pecca: non esiste e continuerà a non esistere. esiste invece il mondo in cui le convinzioni di alcuni, per legge, le pagano le donne. sicché. io sono padre, eh

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et3rnauta

padre anche io, e condivido in toto @masoassai

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Ho letto qui commenti condivisibili e argomentati. Ora, a voi sembra normale (o accettabile) che si debba fare il giro degli ospedali di tutta la provincia o finire fuori regione per una manica di merdosi obiettori? Questo varrebbe pure se dovessi richiedere l'asportazione di un pelo incarnito eh, mica solo per l'aborto. Questa è la vergogna. Poi, che debba far di tutto per evitare di aver necessità di abortire è assolutamente condivisibile.

“Merdosi obiettori”. Un brindisi alla democrazia ed al rispetto della libertà, diritto alla scelta purché sia solo la vostra scelta. Complimenti vivissimi.

Il diritto alla scelta di un obiettore non deve e non può voler dire che per ottenere una procedura medica legale (perché piaccia o meno, l'italia non è la polonia, quindi abortire è legale) una donna che non può o non vuole continuare una gravidanza debba girarsi VENTITRE OSPEDALI. per una procedura per cui il tempo è un fattore strettamente regolamentato e quindi prezioso. Quindi sì, fanculo gli obiettori. Quella opzione era per i ginecologi che avevano iniziato a lavorare prima dell'introduzione della legge, e allora aveva senso. Oggi, nel 2017, se proprio l'idea di poterti trovare a praticare un aborto ti ripugna, dovresti farti un esame di coscienza e scegliere QUALSIASI ALTRA SPECIALIZZAZIONE. Ché nessuno ha mai pianto per il diritto alla vita delle varici delle gambe di mia nonna, per dire.

Ah, ecco, siamo al solito livello di superficialità per cui le varici di tua nonna valgono una vita umana. Bene. Vedi, è per questo che si continua a girare intorno al problema senza risolverlo, perché non se ne ha voglia. Perché siete talmente convinti di avere ragione che la scelta esiste solo quando vi fa comodo, guai a pensare ad una soluzione diversa da “esistono due leggi atte a difendere due diversi ‘diritti’, rispettiamole entrambe e facciamo in modo che funzionino entrambe”. E invece no. Sei un ginecologo, ti sta a cuore curare la salute delle donne e dei nascituri e non vuoi interrompere una vita umana? Devi prenderla in culo e muto, perché io ti obbligo ad eseguire aborti in nome della mia scelta, delle tue scelte me ne sbatto il cazzo. Si, mi sembra logico e democratico. Libera scelta. Liberissima. La morale popolare, in fin dei conti, è dalla vostra. 

andrò brevemente per punti

Ah, ecco, siamo al solito livello di superficialità per cui le varici di tua nonna valgono una vita umana 

Errore gravissimo: puoi abortire cellule e poco altro, per capirci, entro i 90 giorni NON  E’ VITA UMANA. Prova a ripetertelo sempre quando affronti questo argomento. “Superficialità” meritava un vaffanculo e l’immediato stop della lettura: vedi come sono diventata brava a passare sopra alle sconce pretesi di giudizio chec’hanno quelli come te? (sì, ce l’ho proprio con te, superficialità è offensivo, cazzi tuoi)

Sei un ginecologo, ti sta a cuore curare la salute delle donne e dei nascituri e non vuoi interrompere una vita umana? 

NON E’ UNA VITA UMANA; il ginecologo non fa nascere i bimbi né se ne occupa dopo, lo fanno l’ostetrica e il pediatra. Lui doveva scegliersi una specialità diversa, o lavorare nel privato.

perché io ti obbligo ad eseguire aborti in nome della mia scelta, delle tue scelte me ne sbatto il cazzo

No, tutte potendo evitano proprio di abortire. Così come la legge sull’eutanasia o sul testamento biologico non obbliga tutti a suicidarsi o a decidere prima comeprima sui trattamenti medici che vuole sopportare, la 194 non obbliga nessuno ad abortire anzi forniva consultori e assistenza per non avere gravidanze indesiderate. Chi non vuole abortire può dare il bambino in adozione, dopo e in totale anonimato, ma di questo a te evidentemente non hanno mai parlato. Nessuno obbliga chicchessia a fare medicina e a scegliere ginecologia, né a lavorare nel pubblico: se lo fai devi stare alle leggi sennò è interruzione di servizio pubblico. Tutti gli obiettori possono andare a lavorare nel privato: questa è la scelta a cui hai diritto.

La tua scelta basata su convinzioni religiose di diventare un medico obiettore non può impedire a me la salute negandomi una operazione, un esame, una pillola. Se fossi un chirurgo pastafariano contrario alle trasfusioni non ti farebbero nemmeno avvicinare all’esame di medicina, invece ai cattolici che invocano la libertà difesa dalle leggi dello Stato laico*, che loro infrangono interrompendo il servizio pubblico,  a questi ipocriti dicevo è tutto permesso.

* (non siamo sotto la sharia, siamo in una repubblica laica, arrendetevi; e pure  molto generosa con i baciapile che godono di sovvenzioni per le loro chiese e purtroppo anche per le scuole piene di preti pedofili. Della vita di questi bambini ed ex bambini abusati invece non vi frega mai niente, non lo ritenete indegno. Chissà come fate a convivere con questo schifo.)

“il ginecologo che ha a cuore la salute delle donne” ma che è obiettore di coscienza NON HA VERAMENTE a cuore la salute delle donne. 

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alexbifronte

Come funziona una società utopica a norma: - favorisci l’educazione sessuale, per garantire a una donna l’autodeterminazione e la volontà di fare del proprio corpo ciò che più l’aggrada. Per educazione sessuale si intendono cose come “come usare i più comuni anticoncezionali”, “protezione da malattie sessualmente trasmissibili”, “sfatare i miti alla top girl sul mondo della sessualità”, “aiutare gli individui ad accettare la propria identità sessuale/di genere e quella degli altri”, “impedire cazzate come il coito interrotto perché “il preservativo mi fa sentire di meno”“. - garantire come livello essenziale d’assistenza l’interruzione volontaria di gravidanza entro il limite di sopravvivenza dell’embrione/feto. Si parla di 22 settimane e 6 giorni. Prima di questa data il prodotto del concepimento non sopravvive. Se vogliamo giocare con le semantiche, si parla di “vita in potenziale”. Con il primo punto, viene meno l’esigenza del secondo, a meno di casi particolari e/o particolarmente infausti. Casualmente, il primo punto viene sempre messo da parte. Perché costa, perché considerato inutile. “Perché all’educazione dei miei figli ci penso io”, “Cosa è tutto questo gender” Cosa avviene in una società in cui si controllano i corpi per controllare le menti (uuu, questa fa molto cospirazione anni 90): - l’educazione sessuale è tabù. Il sesso è tabù. Se si fa educazione sessuale si parla solo di malattie sessualmente trasmissibili. L’unica malattia sessualmente trasmissibile è l’hiv. Esistono due generi, ti sono stati assegnati da una lotteria lampo. Il pene è il pene e va in una fenditura sola. - il feto è tuo e ci potevi pensare prima. Cazzi tuoi. È un prodotto di dio. Il tuo corpo è di dio. Cioè nostro. Una volta che nasce questo feto, rimani da sola. Niente aiuti. - aggiungiamo anche il fatto che esistono obiettori che lo diventano per far carriera, perché spalleggiati da organizzazioni particolari (non faccio nomi), perché l’onere diventa troppo e crollano? Questo non dovrebbe essere possibile.

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reblogged

Un ragazzo di 24 anni di Vallerano, vicino Viterbo, è finito in ospedale perché aveva pubblicato questa foto qui sotto sul suo profilo Facebook. Gli si sono avvicinati mentre era in pizzeria con degli amici e l'hanno invitato a seguirli. Lui ha tentato di scappare, ma lo hanno raggiunto e successivamente pestato con calci, pugni e cinghiate. Erano una ventina, lui uno solo. E la sua colpa era quella di aver preso in giro Casapound, il movimento che si autodefinisce “Fascismo del terzo millennio”. Ora quel ragazzo ha una frattura del setto nasale, vari lividi ed escoriazioni ed è in attesa di essere operato. Ecco: quando giustificate con la “libertà di opinione” il fascismo, ogni fascismo in circolazione, state giustificando questo. Perché è questa la loro “opinione”: quella di impedire le opinioni altrui con l'unico metodo che conoscono: la violenza, le botte, le cinghiate. E non è un caso isolato, eh, basta una rapida ricerca su Google per scoprire immediatamente che i pestaggi ad opera dei prodi “fascisti del terzo millennio” sono innumerevoli, anche se a quanto pare non fanno più notizia. Ricordatevelo, la prossima volta che parlate di “libertà di opinione”. Lui, purtroppo, se lo ricorderà di sicuro.

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Oggi in un Tribunale, di cui per ora non svelerò il luogo, è accaduto qualcosa di estremamente grave. Assistevo Marta, ragazza Trans che chiede il cambio del nome e del sesso anagrafico. Il Giudice le ha rivolto una sola domanda: “senta lei lavora?” Marta ha risposto che per le persone Trans con i documenti difformi dall'aspetto esteriore è praticamente impossibile trovare un lavoro. Il Giudice ha dunque risposto “si metta a verbale che è una prostituta”. Marta è scoppiata in lacrime. Ho chiesto che l'espressione del Giudice venisse censurata e ho precisato che NON c'entrava nulla con la domanda di cambio del nome. Ho anche rammentato che la prostituzione NON è un reato e che se alcune trans sono costrette a prostituirsi è perché trattasi della categoria più esclusa dal mercato del lavoro: 88% di disoccupazione! Quello che ha compiuto il Giudice è un gravissimo abuso di potere. Per la prima volta in vita mia segnalerò al Consiglio Superiore della Magistratura un Giudice. Ma chi ripagherà Marta per aver subito una violenza gratuita e inaccettabile?
Source: facebook.com
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kon-igi

Il tema della “libertà personale” nei confronti delle vaccinazioni è molto sentito. Credo derivi dall'idea dell'imposizione di un farmaco quando siamo in perfetta salute. Ecco, è questo l'errore. La percezione di fare qualcosa “senza motivo” e quindi ingigantire i rischi minimizzando i benefici, è un errore tipico di tutti noi. Un esempio che si può fare è quello relativo al casco per i motociclisti. Anche in quel caso (ma anche nel caso dell'obbligo delle cinture di sicurezza) la percezione ebbe il suo ruolo. I meno giovani ricorderanno che in Italia non c'era nessun obbligo di indossare il casco per i motociclisti e la stragrande maggioranza delle persone che andavano in moto (o in scooter) era senza casco. Quando fu introdotto l'obbligo, questo fu accolto con molti malumori. Chi era abituato a non portarlo si lamentava, parlava di “imposizione”. E le motivazioni erano assolutamente superficiali: “è scomodo”, “è pesante”, “rovina i capelli (!)”. Molti dicevano “vado in moto da 20 anni senza casco, non mi è mai successo niente!”. Ovvio, quelli a cui “è successo qualcosa” probabilmente non possono raccontarlo. Per i vaccini c'è una percezione simile: perché dovrei vaccinarmi se sto bene? Per lo stesso motivo per cui si porta il casco. Non è detto che, se vai in moto, avrai un incidente, non è detto che, avendo un incidente, batterai la testa e non è detto che, battendo la testa avrai un trauma cranico, non è detto neanche che, avendo un trauma cranico morirai. Però può succedere e se succede è un disastro. Vale la pena rischiare un disastro per evitare un piccolo disagio? O, capovolgendo: vale la pena rischiare quel caso su due milioni in cui il casco impedisce la visuale diventando esso stesso causa di incidente, pur di evitare quel caso su centomila in cui si rischia il trauma cranico e la morte? Ecco, sono scelte personali sì ma la scelta è spesso condizionata dalla percezione del rischio. Una malattia considerata banale (che banale non è) come il morbillo, causa (in un caso su 2000) encefalite o morte. Il vaccino che protegge dal morbillo causa (in un caso su 1.000.000) un effetto collaterale, quasi sempre locale, lieve, temporaneo. I batteri, i virus, le infezioni, non guardano in faccia nessuno. Contagiano, causano i sintomi e basta. Il fatto che non li vediamo compiere una strage è perché sappiamo come evitarla: con l'igiene, con i farmaci, con i vaccini. Solo un virus è scomparso, quello del vaiolo, gli altri sono in giro e non scelgono in base alla simpatia delle persone. Se una persona è protetta rischia meno, spesso nulla. Se una persona non è protetta, rischia tanto, spesso tantissimo. Vedete voi.

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