È una malattia. La gente ha smesso di pensare, di provare emozioni, di interessarsi alle cose; nessuno che si appassioni o creda in qualcosa che non sia la sua piccola, dannata, comoda mediocrità.
(Richard Yates)
@vele-e-vento / vele-e-vento.tumblr.com
È una malattia. La gente ha smesso di pensare, di provare emozioni, di interessarsi alle cose; nessuno che si appassioni o creda in qualcosa che non sia la sua piccola, dannata, comoda mediocrità.
(Richard Yates)
dopo due birre, due biceri di frizante, due bloody mary, due grappini, e un martini cocktail con le olivee contenente e contenuto coincidono # tutt’uno con l’universo
Quando penso a quello che facevamo insieme ancora sorrido, senza accorgermi.
Quando penso alla realtà, a come l'hai finita tra noi davvero, un'ombra nera mi oscura il cuore.
Io ti aspetto in una stanza che sospesa in alto Tra la luce delle stelle sto dannato inferno E vivi tu per me la vita che rifiuto Ti aspetto dove ti parlo restando per sempre muto Che ero un passo da perdere te Ma tu eri un passo da perdere che Per tutte quelle sere in cui ti ho persa e neanche so il perché Che ero un passo da perdere te E tu eri un passo da perdere me Io che non ho avuto mai niente di vero a parte te
Stanotte eravamo come a Sirmione sulla scogliera, di notte, la luna e il lago scuro e io entravo in te da dietro e tu dicevi, daaaaaaaaiiii con una voce così lenta così piano dolce e sorda come dire ...
la tua schiena nuda, tu profumavi come il prato menta fresca tra gli steli i cespugli di rosmarino luccivano alla luna
io non riesco a tenere questo cuore chiuso dentro di me a sopire ogni volta che busso batte e batte forte, e chiede di vederti, ti domanda tra le ali della follia rimbalza respira i tuoi profumi e dice è lei lei lei che mescola ciliege ai profumi della viola e i colori dei limoni, e il verde chiaro dell’erba fresca lei che sa di primavera e acqua fresca nel calore estivo lei che muta le cose e le rende vive tra i colori delle fiandre respira come una brezza di fiori gialli e gigli impalpabili e dice “amore mio baciami” e il tuo bacio sa di lavanda, lo so sa di lavanda e fumo di pietra sa di cose che nessuno conosce sa di apparenza e verità sa di quella cosa che la gente chiama il tuo fiore sai di genziane gialle e profumi di perla muti il colore delle cose, trasformi il cielo da pioggia a sole mi baci e dici, amore che cosa ? sorridi sfrontata e il cuore mio pulsa batte
e chiede di vederti, ti domanda tra le ali della mia follia rimbalza respira a fondo il tuo profumo e dice sei tu. tra mille milioni di persone, sei tu.
portami in quel posto che si chiama amore e abbandonami lì comme d'habitude
I’am not trying to be cool e proprio per questo non capisci
Mark Rothko, Untitled, 1953
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Il rumore della pioggia prima di addormentarmi è come il profumo del tuo corpo nel mio letto privo di parole canta più dei fiori di Cantabria la prima notte di marzo
Ha il viso bianco latte, tre efelidi, i capelli corvini la mascherina nera in tinta coi capelli, che vezzo. Quando scosta la mascherina mostra una bocca con le labbra da paperina e i denti bianchissimi leggermente sporgenti.
Sotto il maglione a collo alto si vede una macchia rossa strana sulla pelle.
Mi guarda e sorride sempre quando mi guarda.
Sposta la maschera e mi parla.
Quando mi guarda Abi, sorride.
Gli occhi sono bianchi
La distingui perché ha un corpo minuto armonioso e atletico e i jeans e il maglione attillati che calzano a filo e si vede ogni miracolo.
Nessuno la nota. Solo io la noto?
la vita è un punto e virgola, non sai mai dove si ferma
vorrei che il vento mi soffiasse addosso cosi forte da uccidermi e il soffio di una sigaretta mi portasse via vorrei questa vita così amara mi rigettasse a mare sulla linea della riva il rifiuto che sono ecco fottimi vita di nuovo tanto viaggio tra la linea dell’inutile e il vuoto tra me e il nulla amara come paglia e liquerizia