C’è stato un periodo in cui non volevo stare con me stessa. Quando rimanevo sola i pensieri urlavano e non riuscivo più a rinchiuderli nell’angolino di cervello a loro dedicato.
Pensieri sbagliati, pensieri intensi ma soprattutto veri. Pensieri che sbattevano in faccia una realtà che spesso non volevo accettare e sentire. Pensieri neri, cupi e totalmente diversi da quello che sono, una ragazza solare ed esuberante.
E allora, cercando di spegnerli, mi buttavo in qualsiasi cosa futile che potesse emozionarmi o semplicemente sedare quelle voci. E spesso mi ritrovavo ubriaca, con una canna in mano o a scopare con qualcuno di cui poco m’interessava.
E mi faceva sentire viva, energica, forte e senza problemi.
Questi momenti servono, non ci si deve vergognare. È stato li che ho imparato che l’amore non è solo il cliché a cui siamo abituati. Amore è anche stare su una panchina a mordersi le labbra per poi non sentirsi per giorni, scriversi ti voglio e cancellare i “come stai?” Che chissene frega come stai, vieni qui e silenziamo il mondo esterno. Amore è anche essere ad una festa senza ballare insieme per poi uscire e ritrovarsi li, su un tetto con una splendida alba che fa da sfondo a due amanti su una sdraio con il timore che qualcuno possa vederli. Amore è anche prendere l’autobus alle 6 conservando negli occhi la notte appena vissuta, conservandola nel cuore con la consapevolezza che quella persona difficilmente la rivedrai.
In questi momenti ho capito che si, l’amore ha mille sfaccettature e che lo si può trovare in ogni cosa faccia emozionare. E come disse Gianni Togni nella mia canzone preferita: “maggie si lascia spesso andare, perché crede nel amore, anche in quello di poche ore che finisce all’alba su di un tram”